Juanes si sbottona la camisa e dà ritmo al sociale
Adora lo sport, in particolare il calcio “che in certi eventi unisce la gente”

Credetegli. E credetegli pure quando vi rivela che è un interista doc, come il suo grande amico Ivan Ramiro Cordoba, difensore della squadra milanese. Colombiano Juanes, colombiano Ivan. E vedi come la camiseta cambia colore, anzi ne aggiunge uno e diventa negrazzurra. Senza farlo apposta, Juanes ha sposato la causa degli Inter Campus in Colombia, che combattono la povertà e l’emarginazione: “Sono stato coinvolto quattro mesi fa, appena concluderò il mio tour negli Usa svilupperemo altro lavoro. In Colombia il calcio è molto seguito, come la musica: due mondi che, uniti, possono aiutare tanta gente”. Quando si dice che il calcio sudamericano è musica. Attenzione però. Nel sociale Juanes si è dato da fare ancor prima di scoprire gli Inter Campus: nel 2006 ha creato la fondazione Mi Sangre, “che s’impegna nella lotta contro le mine antiuomo, che da noi in Colombia sono un problema molto grave. Avevo scritto una canzone sulle vittime delle mine e da lì mi invitarono a tenere concerti e incontri. Ho studiato e capito la portata della tragedia. Così mi sono impegnato con Mi Sangre che aiuta le vittime per la riabilitazione da un punto di vista educativo”.
Musica, calcio e impegno sociale. Del resto molte sue canzoni parlano “di affetti, di relazioni tra le persone e di questioni sociali che da noi sono molto sentite, soprattutto il problema dell’infanzia”. A proposito, dicono che vorresti dedicare il tuo prossimo disco ad un bambino: “Sì, ha 12 anni, si chiama John Ferney e vive a Sonson, vicino a Medellin. E’un giocatore fantastico e mi fa impazzire perché ha perso una gamba, ha attraversato la riabilitazione e ora gioca benissimo con la protesi. Lui è il perfetto esempio di cosa può fare lo sport per le persone e di quanti insegni a non mollare. Quando gli parlo è sempre felice e positivo”.
Juanes, che lo scorso marzo ha presentato a Milano il suo nuovo album La vida es un ratico ospitando Cordoba e altri giocatori dell’Inter, ci racconta che con lo sport ha sempre avuto un bel rapporto: “A scuola giocavo a calcio e a basket e ora amo correre. Mi piace quando lo sport unisce la gente, in certi grandi eventi è come se tutto il mondo si ritrovasse in un luogo, ricorda certe rappresentazioni religiose. Non mi piace se ci sono troppe polemiche e quando potere e soldi hanno il sopravvento. Succede spesso”. E lo dici a noi, formati al corso di calciopoli? Prima la classica, poi la metal: di chitarre Juanes ne ha cambiate parecchie. Ma il suo amore per la musica è rimasto lo stesso. Come quello per il sociale. Colore della camicia permettendo.
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