Il suo idolo non era un calciatore da poster in camera, bensì uno di famiglia: lo zio, che giocava in Francia. Così a soli cinque anni Didier fa baracca e burattini e lo raggiunge. Primi calci come si deve nelle giovanili del Levallois (alle porte di Parigi), primo contratto da professionista nel '99 con il Le Mans dove rimane per tre anni: 11 gol, quel che basta per affascinare il Guingamp e scoprire, a 24 anni, la Ligue1: le 20 reti del 2002-2003 gli valgono l'Olimpique Marsiglia che lo consacra al grande calcio europeo. 18 gol in campionato, 5 in Champions e 8 in Uefa (quella coppa Uefa che il Valencia gli scippa in finale): finsice così l'esperienza francese di Drogba.
Da Oltremanica infatti c'è chi lo vuole spassionatamente: Mourinho, appena sbarcato al Chelsea da campione d'Europa col Porto, convince patron Abramovich a portarlo a Londra. E nel 2005 è subito double campionato-coppa di Lega. L'anno successivo il Chelsea è ancora signore della Premier. Drogba, eletto Calciatore africano 2006, segna a valanga in Inghilterra e in Europa. Ma la Champions, quella no, sembra stregata: due semifinali perse poi, storia di solo un mese fa, la beffa ai rigori nella finale moscovita contro il Manchester. In panca c'era Grant, non più Mourinho, dimessosi l'anno prima. A quei tempi Drogba minacciava persino di fare le valige pur di seguire the special one. Poi la polemica rientrava. E Drogba, per ora, rimane al suo posto, coi suoi 6 milioni e mezzo di euro annui. Lui ne vuole due in più. Ecco perchè potrebbe ancora minacciare di andarsene. E stavolta non c'entra solo Mourinho dipinto di neroazzurro.
(srv Calciomercato del 3 luglio 08)
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