sabato 29 dicembre 2007

Meditazioni metafisiche 2.0

Cogito ergo sum
Penso dunque sono
(René Descartes, filosofo francese)




Duro perchè faccio
Tengo duro perchè se mollo faccio...
...un piacere non solo a Dini ma a tutti gli italiani
(Romano Prodi, politico filosofo)

martedì 25 dicembre 2007

Anche a Natale siete voi a scegliere cosa ballare...
da dj Skar auguri mixati con la vostra canzone preferita

domenica 23 dicembre 2007

17^ di campionato: Inter-Milan 2-1 Pirlo, Cruz, Cambiasso

Inter, buon Natale. Firmato Dida
"Nelson Nelson, Dida Dida". Tutto il Meazza in coro per lui, solo per lui. Ma, altro che standing-ovation. Il suo nome scandito a gran voce dai tifosi neroazzurri ha un suono più stridente di una secchiata di fischi. Cambiasso raccoglie la difettosa respinta di Maldini, fa partire un destro così così, Dida fa ancora peggio e si scaraventa esattamente dalla parte opposta, come se lo facesse apposta. Magari lo avesse fatto apposta. Almeno si avrebbe una spiegazione plausibile all'ennesimo imbarazzo che il portiere brasiliano non si è risparmiato di creare alla sua società neppure dal tetto del mondo. Finisce 2-1 per l'Inter. Che ringrazia e si porta sul Monte Bianco con due turni d'anticipo. Tempo di regali? No, per Dida e colleghi rossoneri è già tempo di scendere dall'Everest.

mercoledì 19 dicembre 2007

Coppa Italia, ottavi di andata: Milan-Catania 1-2 Spinesi, Mascara, Paloschi

Baby-Milan, dal Catania niente carezze
La testa non è rimasta in Giappone ma è già a San Siro per il derby sotto l'albero. Solo che stasera non c'è l'Inter ma il Catania. Poi è solo Coppa Italia, mica Intercontinentale. Inoltre gioca Digao, mica suo fratello Kakà. E aldilà del fatto che uno è difensore e l'altro è semplicemente indescrivibile, la differenza si vede dalle movenze e si sente dalle parti di Spinesi e Mascara. Che ringraziano per gli assist ricevuti da questo fratellino d'arte che l'arte del calcio ce l'ha in casa ma che per possederla o sei Kakà o altrimenti inutile perdere tempo. Non perde tempo Alberto Paloschi: primo gol e primi cori dalla Sud. Precoce il 17enne. Per lui questo con i siciliani non era un allenamento. Per il resto della squadra sì o forse nemmeno. Anche perchè la maggior parte dei campioni mondiali se ne stava al calduccio di casa. Con l'albero addobbato e il regalone del derby pronto da metter sotto.

Ercole senza braccia conquista Gibilterra

La storia di Dani Vidal: a 6 anni gli sono stati amputati gli arti superiori, a 31 è il primo disabile ad attraversare a nuoto lo Stretto

E’ l’impresa di una farfalla che vola sulle acque con una sola ala, per di più dimezzata. Quando aveva sei anni, una scarica elettrica lo ha costretto a due drastiche amputazioni agli arti superiori, risparmiandogli l’avambraccio destro. Quell’avambraccio che per Dani Vidal, 31enne spagnolo, ha rappresentato un remo robusto e spedito con cui farsi una vasca dalla Punta de Oliveros, estremo lembo iberico, alla Punta Cires, sulle coste marocchine: lo Stretto di Gibilterra è stata la sua gigantesca piscina per 6 ore e 22 minuti. 15 chilometri fra onde alte e vento contrario, molta più fatica del previsto, ma Dani ce l’ha fatta. Una traversata che nemmeno la più fantastica fiaba di pirati in cerca dell’isola del tesoro potrà mai raccontare.

Il tesoro conquistato da Dani Vidal, non è un nuovo record del nuoto ma è la certezza di poter arrivare ovunque, anche senza l’ausilio delle braccia. Al collo Dani sente il piacevole peso di 139 medaglie d’oro in competizioni ufficiali (Paraolimpiadi di Sidney 2000 incluse), ma per un eroe sportivo come lui non bastano. Dani lo sapeva, il suo orgoglio agonistico continuamente lo spingeva. Un tuffo, e giù con la testa in acque europee. Poi, miglia dopo miglia, ecco che Dani solca quelle africane. Infine il traguardo, sulla sponda del Marocco. Così Dani Vidal è diventato il primo uomo senza braccia ad aver attraversato a nuoto lo Stretto di Gibilterra. Da oggi le colonne d’Ercole hanno un nuovo eroe.

(articolo pubblicato su Teatri delle diversità - settembre 07)

domenica 16 dicembre 2007

Tanti cari saluti dall'Everest


Milan Campione del mondo 2007. Dedicato a chi non soffre di vertigini

Finale del Mondiale per club: Boca Juniors-Milan 2-4 Inzaghi, Palacio, Nesta, Kakà, Ambrosini (aut)

Milan, il mondo è tuo
I ragazzi dell’era Ancelotti hanno vinto tutto, ma proprio tutto quello che c’era da mettere in bacheca. Ah già, manca la Coppa Uefa. Ma se per sei anni consecutivi finisci minimo al quarto posto in campionato, come fai a portarti a casa il trofeo-portaombrelli? No, ai ragazzi dell’era Ancelotti, che fanno piovere applausi da tutti i campi d’Europa, piace di più la coppa con le orecchie a sventola, piace di più il pallone stellato, piace di più la sigletta lirica della Champions. Manchester, Atene. E sono 7 le coppe continentali. Ma quella lì, quella che inizia fastidiosamente per Inter e che ora si chiama Mondiale per club, a capitan cuore di drago Maldini stava ancora sul groppone: due ne aveva già vinte ai tempi di Sacchi, ma la beffa del 2003 col Boca era un torto da raddrizzare solo tornando là dove sorge il sole. Detto quattro anni fa, fatto quattro anni dopo. E Paolino accontentato: argentini travolti e Milan campione del mondo nell’anno delle rivincite. Dicono che con questo successo, che porta i rossoneri sull’Everest (se l’Inter si trova sul Monte Bianco), sia la chiusura di un cerchio, la fine in bellezza di un’era gloriosa. Ma poi prendi uno dei ragazzi dell’era Ancelotti, l’eterno Filippo Inzaghi che oblitera il biglietto pure in Giappone, e ti viene il sospetto che per i titoli di coda bisogna ancora attendere. Domenica c’è il derby. Abbiate un po’ di pazienza. Il film, rigorosamente in rossonero, mica è finito.

venerdì 14 dicembre 2007

Baseball americano: segno positivo

Prima o doping, è sempre la solita storia. La solita brutta storia. "Positivi", "non negativi". Chiamateli come volete questi atleti che hanno più confidenza coi farmaci che con le attrezzature sportive. Ma la sostanza, le sostanze, quelle proibite, rimangono le stesse: steroidi, ormoni, anabolizzanti. Insomma, sangue che si sporca e che sporca lo sport. Ciclismo, atletica leggera, calcio. Adesso non si salva neppure il baseball americano. Un'inchiestona senza freni inibitori ha scaraventato tutti gli scheletri fuori da un armadio che nessuno prima d'ora ha avuto il coraggio di spalancare: sono usciti 89 tra i campioni più conclamati che da anni fanno uso di sostanze vietate e hanno ottenuto così record fasulli, tutt'ora registrati negli annali. Un dossier di 409 pagine e 20 mesi di indagini riassunte dal rapporto del senatore George Mitchell, voluto dal commissario della Mlb Bud Selig. Tutti sapevano, ma tutti tacevano.

Crolla un mito. Crolla il muro di omertà che finora ha occultato le indecenze dello sport che più incarna lo spirito a stelle e strisce e che ha ispirato film, libri e canzoni. Tanti nomi illustri, giocatori Mvp e All star, che si leggono fra le pagine del dossier: Barry Bonds, battitore detentore del record di fuoricampo e già indagato per la questione del laboratorio Balco; Miguel Tejada, interbase degli Houston Astros; Gary Sheffield temutissimo battitore dei Detroit Tiger. Eccetera eccetera. Tuttavia, Mitchell avrebbe chiesto a Selig una sorta di amnistia "eccetto i casi in cui la condotta del singolo è stata determinante per l'esito delle partite". Per i "meno cattivi" la pena potrebbe essere l'esclusione da Cooperstown, la sede della Hall of Fame. Per i "cattivi" non ci saranno sconti. Altrimenti la solita brutta storia continuerà all'infinito.

(articolo pubblicato su http://www.lab.iulm.it/)

giovedì 13 dicembre 2007

Semifinale del Mondiale per club: Urawa Red Diamonds-Milan 0-1 Seedorf

E ora in Boca al lupo, Milan!
E' bianco, ma non è il kimono. E' l'abito che i giocatori del Milan indossano nelle serate di gala. E' la divisa bianca. La seconda, per arrivare primi: il suo effetto vincente non tradisce quasi mai. Non tradisce nemmeno Kakà, che anche nella tana dei samurai dispensa delizie: l'assist per Seedorf sfonda la barricata dell'Urawa che ha tenuto per un'ora e apre la strada verso la seconda rivincita attesa da quattro anni. Dopo il Liverpool, sotto col Boca Juniors. Che non stanno vivendo la loro miglior annata. Come del resto i rossoneri, pallidi e squallidi in campionato. Ma in Giappone è tutta un'altra storia, tutto un altro mondo. Il mondo a cui Kakà e il suo seguito domenica andranno all'assalto. Gli argentini sono avvisati: il Milan di questi tempi non è bellissimo, ma con l'abito da sera diventa improvvisamente affascinante.

mercoledì 12 dicembre 2007

La pena di morte sta lentamente morendo

Stop ai boia. Che cambino mestiere. Così New York ha dato i numeri. Perché la pazzia dell’uomo sembra dirigersi, finalmente, verso il tramonto. 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astensioni. Il 15 novembre scorso la terza commissione delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione sulla moratoria della pena di morte. Per una volta, dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi e della nostra tenacia (mica siamo solo bamboccioni!): chi ha voluto fortemente il passaggio del testo è stata l'Italia, che da ben 13 anni conduce la battaglia per la moratoria. I tre precedenti tentativi, nel 1994, nel 1999 e nel 2003, erano falliti. Ma chi la dura la vince. Così la risoluzione L29, presentata da Nuova Zelanda e Brasile, è stata depositata presso la Terza Commissione con l’inizio delle procedure di voto e con l'esame degli emendamenti...
(clicca qui per leggere l'intero articolo)

sabato 8 dicembre 2007

Blardone e Moelgg, lo sci azzurro s'infiamma

Bad Kleinkirchheim, Austria. Aria pungente, -5 gradi. Ma verso le vertiginose altitudini del podio la temperatura sale. Ci sono due fiamme che emanano un dolce tepore. Due fiamme gialle, come due candele poste sopra i gradini più alti del palco. La Guardia di Finanza ce li ha prestati per un inverno. Buon per l’Italia dello sci taglia XXL, anzi gigante. Grazie a Massimiliano Blardone e a Manfred Moelgg, che oltre alla divisa verde indossano la tuta azzurra. E non c’è imprevisto che tenga (vedi la disgraziata seconda manche a Beaver Creek una settimana fa): la squadra italiana di gigante non ha rivali. Primo Blardone, secondo Moelgg.
E poteva essere trionfo a valanga, se nella prima discesa a Davide Simoncelli e Peter Fill non si fosse annebbiata la vista e nella seconda Alberto Schieppati non si fosse coricato supino in pista per ansia di prestazione. Così il bronzo va allo statunitense Ted Ligety. Poker in Coppa del Mondo per Max Blardone: prima di questo trionfo, aveva vinto nel 2006 a Beaver Creek e nel 2005 in Alta Badia e ad Adelboden. Con quello di Blardone l’Italia agguanta il 46° successo in gigante su 320 gare (il record è di Tomba con 15 ori davanti a Thoeni con 11). Sabato prossimo in Badia, rivincita fatta in casa: Manfred sfida Max, scontro fra titani. Potete star certi che la gara s’infiammerà ancora.
(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

giovedì 6 dicembre 2007

Diamo i numeri / DICEMBRE 07

Oltre 5 milioni i bamboccioni

Li vorrebbe buttare tutti fuori di casa, con il fagotto in spalla, quegli eterni peter-pan che restano aggrappati alla sottana della mamma fino ad età inverosimili e a cui l’idea di metter su famiglia fa lo stesso terribile effetto che un gatto prova quando viene messo nell’acqua. Autonomia portami via, quindi. Ma quanti sono in Italia i “bamboccioni” citati dal ministro dell’Economia Padoa-Schioppa il 3 ottobre in commissione Bilancio?

Secondo l’Istat, sono circa 5 milioni e mezzo (nonché il 69,7% del totale dei giovani tra i 20 e i 30 anni), contro i 2 milioni e 432mila che invece dal nido hanno spiccato il volo. Luigi Biggeri, numero uno dell'istituto di statistica, sottolinea come siano spesso le difficoltà economiche a impedire la piena indipendenza dei giovani, anche se questi sono riusciti a ottenere un'occupazione. Quelli che abitano con mamma e papà, nonostante abbiano un lavoro, sono 2 milioni e 900mila: in oltre i due terzi dei casi, però, lo stipendio non raggiunge i 1.000 euro mensili e quasi un terzo non arriva a 500 euro. L'Istat rileva anche che ben il 32,4% delle famiglie con persona di riferimento sotto i 30 anni vive in affitto, contro un valore medio nazionale del 18,4%. E l'abitazione incide per quasi un terzo sulla spesa mensile di queste famiglie, con valori particolarmente elevati nelle aree metropolitane.

Anche Bankitalia sta dalla parte dei bamboccioni per necessità e non per scelta: secondo uno studio di Palazzo Koch, i giovani oggi hanno una busta paga più leggera del 35% rispetto a quella dei genitori e difficoltà crescenti nel farsi una carriera. A causare il divario nei guadagni sono state le riforme del sistema previdenziale. Tuttavia, si legge in una nota del Comitato legge Biagi, i ragazzi tendono a rifiutare lavori stabili e ben retribuiti. Vi sono settori come infermieri, addetti alle pulizie e badanti, dove la manodopera è quasi esclusivamente straniera. Ma anche nel caso di professioni qualificate a volte la domanda di lavoro è soddisfatta solo in parte dall'offerta. I bamboccioni fanno pure gli schizzinosi.

(articolo pubblicato su Teatri delle diversità - dicembre 07)

martedì 4 dicembre 2007

Superpippo, come te nessuno mai


Di te si dice tutto e di più. Che sei brutto da vedere (nel modo di giocare, s'intende), ma che sei bello sotto porta. Che non sei tu che cerchi il gol, ma è il gol che cerca te. Che talvolta, anzi spesso, anzi sempre, sei egoista, ma che le tue reti fanno il bene della squadra. Che sei come il governo Prodi, basta uno starnuto e cadi. Con tanto di rigore.
Di te si dice questo e molto altro ancora.
Io non ti dirò la solita manfrina per cui a tuo favore parlano i gol, che tu ricordi uno per uno (dicono che li racconti alle donne che porti fuori a cena, ma allora quante cene pesano sulla tua carta di credito!). Io ti voglio dire che in area sei così zanzara che mi viene da amare quell’insetto fastidioso. Perché sei proprio un gran rompiscatole per difensori e portieri avversari. Perché sembra che hai il pepe nel sai dove.
Perché sei infinito, nei gol che fai e negli obiettivi che ti poni.
Un po’ mi assomigli: smilzo, isterico, ambizioso, vanitoso, egocentrico. Segno leone come me. E innamorato della rete che si gonfia. Ogni tanto dai persino l'impressione che ti importi più metterla dentro che il successo della squadra. Su, ammettilo. Ma non lo ammetterai mai (io sì, ammetto che m'interessa solo segnare, se poi si vince ben venga). Superato Muller, ora cerchi il gol a Tokyo. E poi cercherai ancora, ancora e ancora. Sei l'uomo de "e la storia continua...".
Tu che sei entrato nella storia, continua. Continua con le tue esultanze elettriche.
Io continuerò ad esultare insieme a te. Con te è bello prendere la scossa.

6° turno di Champions: Milan-Celtic 1-0 Inzaghi

Inzaghi e Milan primi della classe
Mentre le buone (per il Celtic) notizie provenienti dall’Ucraina (Benfica fa fuori dall’Europa Shaktar Donetks 2-1) anestetizzavano una gara il cui esito alla classifica del girone non faceva nemmeno un timido prurito, lui si agitava come un criceto in gabbia. E siccome l’occasione era ghiotta (la Uefa non riconosce a Gerd Muller le 7 reti in Coppa delle Fiere), perché lasciarsela sfuggire prima di salpare per il Giappone dove lo attende un altro record, cioè quello di firmare l’unica manifestazione che non compare nel suo diario? Calma, un guinnes alla volta. Cross di Cafu dal fondo, Inzaghi l’esagitato raccoglie e agita la rete per la 63esima volta e Gerd Muller scavalcato. Il re dell’Europa è Superpippo. Lo accusino pure di non saper dribblare neanche uno sgabello. Ma i limiti, che mai si pone, li lascia sul posto. E da domani va alla conquista del Sol levante e del mondo. Con l'obbiettivo di concedere ancora una volta il proprio autografo. Del resto, Inzaghi non ha mai firmato in giapponese.

lunedì 3 dicembre 2007

Kakà vincitore del Pallone d'oro 2007


Il più forte del mondo sei tu.
Dopo Rivera, Gullit, Van Basten, Weah e Shevchenko non potevi che andarci tu a Parigi. Perchè non potevi che ritirarlo tu il Pallone d'oro 07. Ronaldo (Cristiano, ovviamente) e Messi possono attendere. Ricardinho, tu no. Tu non potevi attendere. E' da ormai 4 anni che fai cose pazzesche. Peccato solo che il tuo trionfo venga un po' oscurato dalle prestazioni mediocri dei tuoi compagni in campionato. Domani però torna la Champions. E sai perfettamente come qui la musica cambi (sarà l'inno, sarà il pallone a stelle, un giorno me lo spiegherai). C'è la pratica-primo posto da sbrigare contro quel Celtic che la scorsa stagione hai silurato agli ottavi con un coast to coast dei tuoi. E poi via in Giappone, per quello che hai definito l'obiettivo che ti manca per coronare un anno da favola: la Coppa Intercontinentale (o Mondiale per club, come la chiamano i moderni). Allora, forza ragazzi. Aggiungiamo l'oro all'oro.
Così che tu, Bambino d'oro-Kakà, possa splendere come meriti.

sabato 1 dicembre 2007

14^ di campionato: Milan-Juventus 0-0

Buffon a porte chiuse, il Milan non passa
Che le porte di casa si aprissero proprio contro Signora Juventus era davvero troppo, visto che non si erano aperte nemmeno contro, facendo nomi a caso, Parma, Empoli, Torino (con tutto rispetto per queste squadre, ovviamente). Bene, il Milan trotterella in campo a porte chiuse perché Buffon ci mette il lucchetto a vita. Però c’è un però, a scagionare in parte Ancelotti e uomini. Quando Legrottaglie se ne va a caccia di pannoloni dentro l'area, trasformando in bermuda i calzoncini di Gilardino, verrebbe da dire e da dare rigore. Non lo dice né tanto meno lo dà Morganti, l’arbitro del sorriso, che ci ride sopra. Un modo alternativo e simpatico per continuare a tenere il Milan fuori dalla porta di casa.