venerdì 30 maggio 2008

Verso Euro2008: Donadoni riceve due regali Di Natale

A Firenze, Italia in scioltezza sul Belgio 3-1. Doppietta di Di Natale, poi Camoranesi. All'udinese il ruolo di vice-Del Piero o Cassano sta già stretto

E adesso vallo a spiegare a Del Piero, che per convincere Donadoni a portarlo con sè a spasso per i monti austro-elvetici è stato costretto a scalare la vetta dei cannonieri e fissarci la bandiera come Armstrong quando sbarcò sulla Luna. Poi vallo spiegare a Cassano, che per convincere Donadoni che di un bravo (solo un poco irrequieto) guaglione pur si tratta ha dovuto tenere la testa ben attaccata sulle spalle come un alunno da sette in condotta promosso perchè si è pentito di tutti gli scherzi fatti ai professori. Bene, vallo a dire ad entrambi che Di Natale stasera a Firenze sembrava Batigol e che contro l'Olanda non ha alcuna intenzione di vederli giocare dalla panca tirando il ct per la tuta e supplicando di farlo entrare 'che un bel regalone glielo fa lui dato anche il cognome natalizio (se pensi poi che Roberto di cognome fa Donadoni tutto torna).

Totò vuole il campo dal primo minuto perchè lì sull'ala vola, impennando pure il suo score in azzurro: seconda doppietta dopo quella rifilata all'Ucraina, per un totale di 7 reti in 18 presenze. Mica male. Il Belgio è pochissima cosa, vero. Ma già si capisce come al bomber dell'Udinese, 30 anni maturo e attempato, il ruolo di vice-Del Piero o di vice-Cassano stia stretto come il buco di un imbuto. Ben venga allora la concorrenza spietata. E noi ci domandiamo chi, nella forchetta offensiva a tre denti, sarà il più incisivo. Toni (Borriello in seconda battuta) è al centro e non lo sposti. Intorno a lui è un girotondo: Camoranesi (in gol stasera), Del Piero, Cassano, Quagliarella e, appunto, Di Natale. Con delle ali così, difficile andar giù per terra. Nel frattempo Totò è già volato a Berna.

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 21

MAKE THE WORLD GO ROUND (SANDY B)
Giugno '96. Con un pizzico d'invidia ci chiediamo quanto abbia tirato su per i diritti d'autore (praticamente l'oro), visto che non c'è brano più saccheggiato nella storia della commerciale. E bravo dj Sandy B. Peccato che dopo Make the world go round della super estate '96 non lo abbiamo sentito più da nessuna parte. O meglio, abbiano sentito solo il suo basso, quello sì, ma in tracce altrui. Già, perchè quel "tù-ttuùru" lo senti sibilare ovunque, persino nel gelido silenzio di una qualche cattedrale gotica sperduta nel Nord Europa. Dalla Germania alla Spagna, dalla Norvegia alla Scozia. In Italia, di questo basso così palpitante hanno fatto (buon) uso Camisra in Let me show you (marzo '98), i Pussy Dub Foundation in Pussy dub (agosto 2002) e molti altri produttori di gloria minore che non sapevano cosa metterci sopra la cassa (senza contare la sfilza di rmx). Tutti questi sono passati prima da Sandy B. Alla cassa. Quella per pagare i diritti però.

Del basso abbiamo già detto tutto. Molto estivo ma non ha stagione: va ancora fortissimo senza dare l'effetto revival. Voto 9.5

mercoledì 28 maggio 2008

Verso Euro2008, gruppo D - Vi romperemo le palle

Chi c'è? Ibra, Torres, il "mago" e i campioni in carica. E voi lo chiamate girone per outsider...

Se pensate che sia un girone all’acqua di rose, vi sbagliate di grosso. State a sentire: ci sono i campioni d’Europa in carica (se ve lo siete scordati, vi ricordiamo che la Grecia quattro anni fa in Portogallo ha fatto marameo ai padroni di casa in finale), c’è mezza compagine campione di coppa Uefa (il ct della Russia Hiddink si è portato con sé ben cinque elementi dello Zenit), c’è colui che viene considerato il miglior talento europeo (il bomber spagnolo Fernando Torres, 30 reti col Liverpool) e infine colui in grado (per molti l’unico) d’insidiare Cristiano Ronaldo nella corsa al Pallone d’oro (stiamo parlando di Ibrahimovic e vabbè, dello svedese sapete tutto tranne se il suo tendine reggerà fino a luglio).

Queste sono le premesse del girone D, altro che carovana di outsider. Da qui, potete scommetterci, usciranno due grandissime rompiscatole che dai quarti in poi faranno venire la strizza alle big. Spagna e Svezia, le favorite. Ma occhio alla Grecia, con la punta Gekas tirata a lucido (5 gol nelle qualificazioni) e soprattutto alla Russia “infinita” del mago Hiddink, che contro ogni pronostico ha strappato il visto europeo all’ultima giornata quando nessuno ci credeva più (a rimetterci è stata l’Inghilterra, battuta ed eliminata dalla Croazia). Manca un nome da urlo: se nella Svezia c'è di nuovo Larsson (aveva detto addio alla Nazionale ma poi ci ha ripensato in fretta e furia), nella Spagna non c’è più Raul (ad Aragonés sta un po’ qui). Per il resto c’è tutto per vivere un girone d’inferno. L’acqua di rose spargetela altrove.
Tutto sul gruppo D:
(pubblicato su Lab Iulm Dossier - giugno 08

martedì 27 maggio 2008

Una lettera da San Vittore


Al di qua di un cancello. Ma libera di pensarla come vuole

Chi sta dentro un carcere da qualche anno, come me, vede con un’ottica particolare i problemi del “fuori”. Ma quando toccano argomenti che ci riguardano, anche indirettamente, vorremmo poter dire la nostra. Ecco allora che sue due questioni una generale (i cosiddetti reati di clandestinità), e una specifica, il “caso” Franzoni, che sui giornali occupano quasi lo stesso spazio, vorrei fare due osservazioni e una proposta.

La prima osservazione: a chi propone di costruire nuove carceri, vorrei far presente che i tempi burocratici e i tirainlungo dei politici occuperebbero un arco di tempo, di cinque, sei, sette anni, prima di veder agibile una nuova costruzione. E per allora vorrei sperare che il problema, comunque, sia risolto, risparmiando milioni e fruttuosi appalti agli amici degli amici.

La seconda osservazione: per quante altre madri, in carcere, innocenti o colpevoli che siano, possono valere gli stessi argomenti che vengono avanzati per la Franzoni per la richiesta della “Grazia”? Se il caso Franzoni, ingigantito dai media (che hanno perduto, irresponsabilmente il senso della misura per ragioni sulle quali non si è finito ancora di discutere) merita una specifica attenzione, per restituirla ai due figli ( non potendola restituire a Samuele), faccio, provocatoriamente una proposta: in Italia ci sono nelle carceri circa duemila donne: se a ciascuna di noi venisse allungata la pena di due giorni, i 4745 giorni che la Franzoni deve scontare, sarebbero “pagati” da una sottoscrizione collettiva di detenute.

Poiché di idee strambe, che diventano legge, ne circolano molte, magari qualcuno potrebbe essere invogliato a prendere in considerazione la mia.

P.A.

lunedì 26 maggio 2008

Ma io che c'entro?

Meglio se mi tolgo di mezzo
Marco Follini: storia di un democentrico alla ricerca dell'identità perduta

E’ il dicembre 1981 quando alla radio suona per la prima volta Centro di gravità permanente (dall’album La voce del padrone) di Franco Battiato. Da più di un anno Marco Follini è alla direzione nazionale della Dc. Governo Forlani. Poi Spadolini e Fanfani. Follini sta sotto lo scudo crociato fino al 1986, quando entra nel cda della Rai e ci rimane per sei anni. Intanto si arriva allo spartiacque del 1992: il ciclone di tangentopoli spezza l’incantesimo democristiano e spazza ogni dubbio su Mario Chiesa e seguito. La balena è abbattuta. Il centro di gravità non è più permanente. Parte la ricerca di un nuovo centro. In grado di superare la diffidenza di un elettorato che si sente tradito. In grado di sfidare una forza di gravità che negli ambienti ex-Libertas si sta facendo sempre più schiacciante...
(clicca qui per continuare a leggere la tesi)

Indice
1
Cerco un centro. Anzi no
2
Nella casa senza libertà
3
Finchè c'è la Lega
4
Davide Follini vs Golia Berlusconi
5
Tra le due Italie c'era la mia
6
Senatore senza bandiera
7 Dal Pd: Marco, abbiamo bisogno di te!
8 Non badate al mio curriculum
9
Il buon centrista guarda al domani
10 Dalla terra di nessuno alla terra di tutti
Scheda biografica di Marco Follini
Bibliografia

(tesi per il corso di Giornalismo e politica in Italia, prof. Marco Marturano)

domenica 25 maggio 2008

Miss scusi, la disturbo?


E' lei Miss Lombardia 08, Margherita D'Ettorre, 19 anni di Lecco.
Eh sì, dai prati del lecchese spuntano fiori così...

venerdì 23 maggio 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 20

COMING BACK (DJ DADO)
Giugno '97. Tutti se lo ricordano per la sigla di X-Files. Ma sarebbe riduttivo e ingiusto pigliare come cover della sua carriera solamente il (pur famosissimo) pezzo thriller che ha fatto la fortuna della serie tv (e viceversa, ovviamente). Dj Dado ha saputo rimanere su alti livelli artistici per un cinque-sei anni sfornando dischi molto dream come Metropolis del '96 (stesso anno di X-Files) e cimentandosi, coi featuring di Michelle Weeks prima e di Simone Jay poi, in brani cantati come Give me love e Ready or not del '98. In mezzo, nell'estate '97, ci sta Coming Back. La voce (magistrale) è della Weeks. Il successo (pazzesco) è di quelli che non si scordano facilmente. Dj Dado: mica solo X-Files.

Il pianoforte alla Robert Miles non può mancare, l'atmosfera è proprio da ricordi estivi con tanto di lacrimuccia nostalgica. Voto 9.5

giovedì 22 maggio 2008

La Champions scivola nelle mani dei Red Devils

1-1 dopo i supplementari, si va ai rigori. E qui Terry litiga con una zolla: finisce 7-6 per il Manchester, campione d'Europa per la terza volta

Se andate su quella zolla, quella che dista dalla linea di porta undici metri esatti, probabilmente potrete ancora vedere il segno lasciato dal suo scivolone manco avesse sgommato sull'asfalto ancora fresco. Ma ovviamente andate a vederla da soli e non portateci John Terry, che su quella zolla ci ha rimesso la Champions consegnandola di fatto al Manchester United. Che sfiga, diciamocelo: terreno viscido per la pioggia che cadeva incessante come le lacrime dal volto disperato del capitano dei Blues. Succede anche questo durante la lotteria dei rigori, un concorso che però nemmeno a Cristiano Ronaldo è congeniale: pallone alto sulla traversa ai quarti contro la Roma all'Old Trafford, pallone neutralizzato da Cech stasera nella finale del Luzhniki. Ma in entrambi i casi, buon per lui e per i Red Devils, errore ininfluente: a Mosca ci pensano Terry e Anelka a fargli tornare il sorriso.

E allora, dopo 120 minuti so and so (oltre le reti dello stesso Ronaldo e di Lampard, timidi sussulti da una parte e dall'altra e rosso a Drogba per buffetto ad Evra, nulla da annotare), per la terza volta il Manchester di Alex Ferguson è campione d'Europa e per la seconda fa double Premier-Coppa (capitò nove anni fa, il Bayern Monaco mica se lo scorda). Bravo Van der Sar, la parata decisiva è sua: come sono lontani i tempi juventini in cui non riusciva ad afferrare nemmeno una pallina di carta. Una pacca sulla spalla a Grant: più di così, in un Chelsea praticamente non suo ma fatto ad immagine e somiglianza di Mourinho, non poteva fare. Del resto, è stata questione di centimetri. Anzi, di una zolla.

mercoledì 21 maggio 2008

Champions, parola inglese

Inghilterra fuori dagli Europei ma la finale è un'esclusiva Manchester-Chelsea

Stasera a Mosca l'Inghilterra si giocherà i suoi Europei, dato che quelli austro-svizzeri dovrà guardarseli alla tv. E' un bel paradosso: fuori fin dall'inizio dalla competizione continentale per nazionali, dentro fino alla fine nella competizione continentale per club. E' la prima finale tutta english. Manchester vs Chelsea, la sfida infinita. Primo round ai Red Devils, che si sono aggiudicati la premier, secondo round senza pronostici. Perchè Drogba, in forma pazzesca, vale quanto Cristiano Ronaldo, Scarpa d'oro con 31 gol. Perchè se Ferguson (a caccia del tris) è bravo ad offendere, Grant (al primo tentativo) è bravo a difendersi. Ma le due squadre non si annulleranno a vicenda: al Luzhniki sarà spettacolo puro. Un antipasto degli Europei che partiranno tra due settimane in Austria e in Svizzera, laddove gli inglesi rimarrano a dieta. Intanto si gustino, e gustiamoci, l'insalata russa di stasera. Buon appetito.

martedì 20 maggio 2008

Pre-convocazioni Europei: Cassano c'è perchè ci sarà

Il barese tra i 24 costringe Donadoni a scegliere uno tra Aquilani e Montolivo

Adesso ci domandiamo chi sarà il Bonera di turno, ovvero chi sarà il ventiquattresimo sfortunello costretto ad augurare buon viaggio e in bocca al lupo ai compagni pronti al decollo destinazione Berna. Anche se in realtà, con la convocazione (quasi inaspettata) di Cassano, il quesito del "vengo anch'io, no tu no" si riduce a due, massimo a tre nomi: Aquilani, Montolivo, e forse Chiellini. Ma vi spieghiamo subito perchè il 24enne juventino può dormire sonni tranquilli in questi notti di ritiro a Coverciano. Difficilmente Donadoni si priverà di un difensore (la retroguardia scenderebbe a sei elementi, un po' pochetti), tantomeno di Chiellini, che al ct piace per ardore agonistico (uno alla Materazzi, per intederci) e per duttilità tattica (può giocare senza mettere il muso sia al centro che sulla fascia). La difesa non si tocca.
L'imbarazzo è tutto a centrocampo, dove a contendersi l'ultimo biglietto disponibile sono i giovincelli (47 anni in due) Montolivo e Aquilani. Azzardiamo percentuali? 60% il viola, 40% il romanista. Perchè? Perchè di Pirlo ce ne è uno solo, e proprio perchè ce ne è uno solo bisogna perlomeno trovare quello che più gli assomigli: Montolivo ha caratteristiche abbastanza simili al milanista e in tre anni di gestione Prandelli ha saputo esaltarne le doti di regista. Ci siamo allora: per il presente e per il futuro, il vice-Pirlo è lui, Riccardo Montolivo da Caravaggio. Sarà dura invece per Aquilani: l'infortunio alla coscia lo ha tenuto ai box per mezza stagione, penalizzandolo nel recupero fisico in vista sia della missione scudetto sia della missione Austria-Svizzera. E' sì tornato nell'ultima di campionato a Catania. Disputerà sì la finale di Coppa Italia sabato prossimo. Ma due partite sono troppo poche per rimettere carburante nelle gambe e stare al passo dei suoi colleghi "sani". Intanto però a Coverciano ci ha messo piede.
Morale? Morale è che Cassano nella lista c'è e vi rimarrà. Non sarà lui il Bonera della situazione. Altrimenti Donadoni non lo avrebbe nemmeno chiamato (vorremmo vedere voi sfrattare di punto in bianco uno come Fantantonio). I motivi? La spegiudicatezza del blucerchiato costituisce una valida alternativa al genio di Del Piero (la cui convocazione risultava ormai scontata da parecchie settimane) e all'Italia serviva un pizzico in più d'imprevidibilità. Non che con Quagliarella, Di Natale, Toni, Borriello e naturalmente lo stesso Del Piero fossimo noiosi e ovvi in avanti. Ma con il barese state certi che può succedere di tutto, speriamo nel bene. Quindi, ben venga e bentornato Cassano. Che è riuscito persino ad estromettere un Inzaghi in stato di grazia (10 gol nelle ultime 8 partite) e con le palle girate per il benservito beccatosi dal ct. Ma forse non è merito di Cassano. E' che a Donadoni Superpippo non è mai stato molto simpatico. Nemmeno quando gli evitò la figuraccia sulle Isole Far Oer (sofferto 2-1, doppietta del milanista) un anno esatto fa.

lunedì 19 maggio 2008

Campionato 2007/2008, emozioni dell'altro mondo

Non sarà il più bello del mondo, come sostengono da un po' di anni quelli che di calcio ne sanno o pensano di saperne, francesi su tutti (parlano loro che hanno un Lione che a 'sto punto potrebbe giocarsi la Ligue1 da solo visto che la vince ininterrottamente dai secoli Avanti Cristo: tradotto, che noia). Il tornado di calciopoli e i casi di violenza, poi, gli hanno tolto appeal e credibilità. Eppure a noi piace tantissimo e ce lo teniamo ben stretto il nostro avvincente (avvincente, capito galletti d'Oltralpe?) campionato italiano. Ci piace portarlo al settimo cielo e poi sotterrarlo nel più infernale dei gironi danteschi. Del resto noi italiani siamo passionali come un romanzo Harmony e non conosciamo vie di mezzo. Figuriamoci quando abbiamo la testa nel pallone. Quindi, col sudore sulla fronte e fitte alla pancia, abbiamo atteso il verdetto del campionato dalla prima all’ultima giornata. Perché è proprio verso l'epilogo che il banale va in letargo e accade l'incredibile.

E allora un grazie va a Mancini, al suo ciuffo un po' irriverente e alla sua pazza Inter che tra Siena ridens e gatti neri, tra egocentrismi dagli undici metri e sarti pizzicati mentre cuciono scommesse al cellulare, ce l'ha messa proprio tutta per dar voce ai gufi sparsi in penisola. Poi sulla via Emilia torna Ibracadabra e i gufi tornano nel cilindro: la magia è tutta di Zlatan l'extraterrestre. Scudetto meritato e saldamente cucito sul petto, anche senza il filo e l'ago di quel sarto che da Appiano Gentile molto probabilmente dovrà fare baracca e burattini.

Un grazie va a Spalletti, che ha fatto della sua Roma la più vincente della storia giallorossa (82 punti e 25 vittorie) e l'anti-Inter per eccellenza. Certo, ripensando (una a caso) alla gara calalinga persa col Livorno e alle varie occasioni sciupate per rimanere incollata al vertice, verrebbe da tirargli i capelli no, perchè non li ha, ma le orecchie sì. Se poteva fa', con un pizzico in più di attenzione. Pazienza. Sarà per la prossima volta, cioè sabato prossimo per la finale di Coppa Italia. L'ennesima rivincita.

Un grazie va a Del Piero, capocannoniere (21 gol) per la prima volta in carriera, che con questa stagione da urlo e da linguacce di fuori sta dando ragione all'album Panini e mettendo in imbarazzo Donadoni. Tutti vogliono Alex in Austria e in Svizzera. E se il ct non lo porta con sè gli mandiamo Maurizio Mosca sottoforma di cucù che all'ora esatta fa scattare il tormentone "Ah, come gioca Del Piero!"

Un grazie va a Prandelli, che dall'altalena-quarto posto è cascato solo una volta (sconfitta in casa contro l'Udinese) mentre Ancelotti e il suo Milan sono stati un nauseante saliscendi (più scendi) e alla fine si sono accontentati di un misero biglietto per la Uefa. La Fiorentina vola tra le big d'Europa perchè ha avuto un trend costante, da Champions. Ora c'è solo una preoccupazione: dover vedere Frey (che se non è Buffon poco ci manca) fare ciao con il guantone alla curva Fiesole. Dove andrà chiedetelo a Galliani, vi parlerà del futuro di Gilardino...

Un grazie va poi a Borriello, che a Marassi sponda Genoa si è trasformato in un bomber sopraffino (19 gol, tutti da accademia delle belle arti) e che sogna, giustamente, l'Europeo. Al Napoli, che ha dimostrato che non solo di Maradona si vive per far fuori le grandi. Al Cagliari, a cui ci voleva proprio la penalizzazione (grana Foggia-Marchini) per far scattare la molla verso una salvezza anticipata con tanto di pernacchia a chi lo dava per spacciato. A Cassano, che con le sue prodezze (cassanate annesse) ha ravvivato lo spirito blucerchiato fino a portarlo quasi a ridosso della zona Champions. Infine a Zenga, l'uomo di Bucarest che non solo ha compiuto l'impresa di tenere a galla in quattro e quattrotto il Catania ma anche di brindare, inchiodando la Roma sul pari, allo scudetto della sua amata Inter: meglio di così.

Insomma, grazie a tutti i protagonisti della stagione 2007/2008, piena di colpi di scena. Non sarà il campionato più bello del mondo, va bene. Ma è sicuramente uno dei più avvincenti. E noi lo mandiamo in paradiso perchè ci ha regalato emozioni dell'altro mondo.

(pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 18 maggio 2008

38^ di campionato: Milan-Udinese 4-1 Mesto, Pato, Inzaghi, Cafu, Seedorf

Milan forza 4 dà l'addio al quarto posto
Vabbè, ci toccherà la Uefa. Anche perchè dopo la scandalosa gitarella sotto il Vesuvio di domenica scorsa, oggi non si poteva mica sperare in soccorsi da parte di angeli benevoli col diavolo: a Torino Osvaldo fa il Van Basten (o, dato che è argentino, il Batistuta, fate voi) e spedisce la Fiorentina tra le grandi del Continente. Giusto così: la spunta chi è costante. I rossoneri, invece, per tutto il campionato sull'altalena Champions ci sono saliti e scesi troppe volte. Alla fine si sono ritrovati con le chiappe a terra. Quinto posto e Uefa sia. Salutano Cafu (gol con dedica) e Serginho: grazie, siete stati formidabili, emblemi del Milan che fu. Tornando al presente, i caroselli neroazzurri fanno chiasso per le vie di Milano. Mancini può esultare due volte: il prossimo anno in Champions non si ritroverà i cugini fra i piedi. Che sia la volta buona per vincere anche in Europa? Mancio, toccati da qualche, qualunque parte. E occhio ai gatti neri, sempre.

venerdì 16 maggio 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 19

ONE&ONE (ROBERT MILES)
Novembre 1996. Svizzero? No Miles. Robert Miles. Quello di Children, di Fable. Sì, proprio lui, Roberto Concina, elvetico d'origine (è nato a Neuchatel), friulano d'adozione. Precisamente di Fagagna, minuscolo paesello in provincia di Udine, dove a 17 anni chiude i libri di tecnica elettronica e apre quelli del dj apprendista. Diventa professionista a Londra e a Los Angeles. Diventa famoso nel '96 con Children e Fable, appunto. Chiude la sua annata più gloriosa con One&one. Segno distintivo: il pianoforte, che sa suonare ancor prima di imparare a camminare. E' il precursore della Dream, ovvero musica trance melodica accompagnata dal giro di tastiera. Vogliamo esagerare? Robert Miles è il Mozart della dance. Esagerati? Assaggiate One&one.

Romantica, meno "dream", più commerciale, da accendino acceso e bacio strappalacrime. Voto 9

mercoledì 14 maggio 2008

Con le pinne, fucile ed occhiali

























Filippo Magnini
SQUALO MAGNO
Ha appena sfiorato il trionfo agli Europei. Sogna di rifarsi sin Cina. Il nuotatore azzurro ha ancora molta fame di avversari
Steven Spielberg si prepari a girare un nuovo capitolo de Lo Squalo, che andrà in onda ad agosto nelle vasche di Pechino. I pesciolini lenti inizino a scappare, perché lo Squalo Magno se li divora cospargendoli di maionese, il suo cibo numero uno a pari merito con gli avversari. Peccati di gola del campione mondiale nei 100 stile libero. Filippo Magnini, orgoglio pesarese e manco a dirlo segno Acquario, punta la pinna verso la Cina, dove vuole centrare il suo primo oro olimpico (dopo i trionfi iridati di Montreal 2005 e Melbourne 2007 e l'ultimo sigillo europeo a Eindovehn) e diventare l’uomo anfibio più titolato nella storia del nuoto. Capello corto con sprazzi biondi, faccia da discolo, sorriso contagioso e soprattutto due spalle così. Ma Super Pippo, quando era bambino, super di fisico non lo era affatto...
(pubblicato su Maxim - maggio 08)

martedì 13 maggio 2008

Turismo a gonfie vele

Tutti sulla stessa barca
A Luino, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, la vacanza è davvero speciale

Che si balla, statene certi. Perché ondeggiare in barca a vela con il vento che soffia è come scatenarsi in discoteca con il dj che suona. E se fate un salto a Luino scoprirete che ballare fra le onde del Lago Maggiore è pure un affare: quaranta euro, senza selezione all’ingresso. E tutti in pista. Scusate, tutti a bordo. Noleggiare fra amici una barca a vela e sentirsi skipper per un giorno è un modo diverso, più intenso, di vivere il turismo lacustre. Perché andare in vacanza non vuol dire solo mare o montagna. Parola di uno che nelle acque aperte fa il sub, in alta quota il maestro di sci e nella vita l’imprenditore. E che ha un chiodo fisso: alimentare il turismo di Luino che sorge sulla “sponda magra” del Lago Maggiore, così soprannominata per colpa di un certo pessimismo di marketing diffuso in questa zona costiera. Poi arriva lui, Marco Franzetti, giovane rampante di 36 anni, e vedi come l’attività turistica luinese inizia a mettere su chili: da un anno Marco è amministratore del Tour Operator Ariaperta e dell’Hotel Luino Resort & Spa che sorgerà nel nuovo centro residenziale Vista Lago. Ma la dieta ingrassante non finisce qui...

(pubblicato su Maxim - maggio 08)

lunedì 12 maggio 2008

Gatti neri e cani martiri per chi non crede alla sfiga

Se potesse, Moratti lo resusciterebbe con le sue mani, gli chiederebbe scusa stringendogli la zampa e gli prometterebbe che all'ingresso di Appiano Gentile farà installare il segnale stradale di "pericolo per improvvisa presenza o attraversamento di animali domestici". Ma ormai quel gatto nero finito a polpetta sotto le gomme di un Suv nel parcheggio del campo d'allenamenti dell'Inter non tornerà mai più. E non tornerebbe di certo per riprendersi quell'alone di sfiga che dal giorno dell'incidente sta avvolgendo e stritolando i neroazzurri come un lenzuolo bagnato che ti strangola fino a soffocarti. Insomma, se Figo, o Jimenez, o Pelé, o Balotelli (anche lui fra gli imputati nonostante non abbia ancora la patente) o pincopallino non avesse commesso il felinicidio, forse Materazzi avrebbe realizzato il rigore-scudetto. E invece. E invece, cari Moratti Mancini e intersti tutti, sulla strada verso Parma occhio ai gatti neri.

Ma la jella non ha solo baffi lunghi e orecchie a punta. A Istanbul, durante il Gp2 della iSport International, due cagnolini in gita domenicale sbucano all'improvviso sul rettilineo dove sta sfrecciando Bruno Senna e uno di questi fa bersaglio nella ruota anteriore destra: vettura schiantata, cane steso senza vita sull'asfalto, e safety car in pista. Per il fratello dell'indimenticabile Ayrton solo (fortunatamente) una strizza così e il ritiro dalla gara. Giorgio Pantano balza in testa alla classifica e ringrazia il cagnolino martire. La Roma balza quasi in testa alla classifica e ringrazia il gatto nero.


(pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 11 maggio 2008

37^ di campionato: Napoli-Milan 3-1 Hamsik, Domizzi (r), Garics, Seedorf

Il Milan rotola giù dal Vesuvio
Ma la Champions era in palio anche per il Napoli? No perchè, senza leggere nè scrivere, ci è sembrato fossero più i partenopei a giocarsi il tutto per tutto per un qualcosa che, invece, dalle parti di Reja non andava oltre una semplice bella figura. Tre a uno e lezione di calcio. E di carattere. Quello che il Milan ha liquefatto nel giro di sette giorni: dalla resurrezione di San Siro al suicidio del San Paolo. Come buttare nel cesso un quarto posto sospirato per trentasei lunghissime giornate. Qualcuno spieghi ad Ancelotti che la Fiorentina domenica prossima giocherà una non-partita contro un Torino già salvo. Ecco, qualcuno glielo spieghi. E gli spieghi anche il Napoli decapita-big oggi non giocava nè per la Champions per la Uefa nè per pincopallino, ma solo per l'onore. Quello che il Milan ha saputo gettare nel cesso forse una volta per tutte.

venerdì 9 maggio 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 18

BAMBOO (BAMBOOGIE)
Febbraio 1998. E' una cover di un antico pezzo anni Ottanta, resuscitato dai Bamboogie e approntato sulle piste italiane. Il successo è quasi inaspettato. Bamboo rimane appesa al podio fino all'inizio dell'estate e solo il ciclone Restless (by Neja) la riporta sulla terra. Diciamo che questa versione un po' più incalzante dell'originale ha dato il via all'interminabile serie di rifacimenti e campionamenti di brani rugosi e impolverati che con fatica si facevano largo tra i Village People e i Gazebo.

128 bpm e cassa maggiorata: come la Fenice, Bamboo è rinata più forte di prima. Voto 8


lunedì 5 maggio 2008

Superpippo agli Europei farebbe bella figura

Già che ci sono ne aggiungano un'altra. L'hanno preparata per Alessandro Del Piero, la preparino anche per lui. E a Donadoni gliela infilino nel taschino. Anzi no, gliela appiccichino sulla fronte: quelli della Panini farebbero proprio una gran cosa, una giusta campagna per Superpippo agli Europei. Poi il ct sfogli l'album in libertà, ma intanto se la ritroverà lì, tra le pagine dedicate alla Nazionale Italiana, la figurina di Filippo Inzaghi sorridente e orgoglioso dei suoi 289 gol da professionista. Altobelli, dall'alto dei suoi 298, cominci a tremare. Anche perchè il numero 9 del Milan, capace a 33 anni di scaraventare in panchina un giovane rampante come Pato di soli 18, non ha mica intenzione di fermare la propria marcia. 9 reti in 5 gare di campionato. La perla ieri nel derby, tanto per dire che, cari cugini, non è qui la festa.

La festa la fa lui per la sua novantanovesima volta in rossonero: Iva Zanicchi lo inviti a girare la ruota e intoni "cento, cento" che manca poco. Molto invece si dice di Superpippo. Che non sia lui che cerca il gol, ma sia il gol che cerca lui. Che sia brutto da vedere (nel modo di giocare, s'intende), ma sia bello sotto porta. Che non sia capace di dribblare neppure uno sgabello, ma che il suo limite lo sposti sempre più in là (certo però che oltre Gerd Muller ci chiediamo cosa ci sia altro ancora da bramare). Che sia come il governo Prodi, basta uno starnuto e giù con le chiappe a terra con tanto di rigore. Che talvolta, anzi spesso, anzi sempre, sia egoista, ma che le sue prodezze facciano il bene della squadra. Donadoni, per il suo bene (contrattuale) e quello della Nazionale, ci faccia più di un pensierino e porti Inzaghi in Austria e in Svizzera: farà un figurone.



(pubblicato su www.lab.iulm.it)
Anche Enzo Palladini di Sport Mediaset tifa per Inzaghi agli Europei: leggi il suo articolo

domenica 4 maggio 2008

36^ di campionato: Milan-Inter 2-1 Inzaghi, Kakà, Cruz

Inzaghi-Kakà e l'Inter ritira i pasticcini
Eh no, a vedersi i cugini celebrare sotto il naso il loro terzo (o secondo?) scudetto consecutivo a champagne e pasticcini il Milan non ci stava proprio. Unire l'utile (pigliare la Champions facendo oplà sulla Fiorentina sfiancata dagli scozzesi giovedì scorso e impegnata oggi al Sant'Elia contro un Cagliari bramoso di punti salvagente) al dilettevole (posticipare di sette giorni i riti dionisiaci di Moratti) era la mission impossible segnata in agenda. Missione che diventa improvvisamente possibile quando Inzaghi di testa sua e Kakà di piattone invitano Julio Cesar a saltellare sotto la Sud. E poco importa se da fermo Cruz ipnotizza Kalac e la sua barriera schierata a presepe. Finisce 2-1. Mentre champagne e pasticcini finiscono nel frigor.

giovedì 1 maggio 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 17

TOCA'S MIRACLE (FRAGMA)
Giugno 2000. E' una storia di lifting su lifting quella dei fratelli tedeschi Dirk e Marco Duderstadt uniti nel progetto Fragma. Sì perchè, manco fossero chirurgi estetici della dance, hanno ripreso, smontato e rifatto il loro primo singolo Toca me del '98 per ben tre volte: nel 2000, nel 2007 e, non sazi, anche quest'anno. Insomma, quattro versioni tutte molto simili. Almeno hanno avuto la decenza di cambiare il titolo, da Toca me a Toca's miracle. In effetti questo brano ha del miracoloso perchè, a dieci anni dal suo concepimento, tira ancora che è un piacere nonostante i tre remix a cui è stato sottoposto. E poi la vocalist, oltre a essere assai gradevole alla vista, lo è pure alle orecchie. Noi vi proponiamo l'ultimo mash-up, Toca's miracle 2008. L'ennesimo lifting ben riuscito.

Atmosfera tranceggiante e basso tenue, sound raffinato ma potente di cassa. Voto 9