lunedì 31 marzo 2008

L'abbonato milanista manda la tessera al diavolo

Quando all’ultimo giro di lancette Pirlo dal dischetto indirizza la palla del pari sui guanti di Coppola, il tifoso rossonero qualunque, seduto sulla propria poltroncina del primo, secondo, terzo anello che sia, avrà tirato fuori dalla tasca la tessera dell’abbonamento sottoscritto la scorsa estate (shakerando non poco il suo salvadanaio), lo avrà osservato (con la forte tentazione di ridurlo a coriandoli) e si sarà chiesto: ma chi me lo ha fatto fare? Già, cari 40mila tifosi milanisti (che evidentemente la domenica pomeriggio non avete di meglio da fare) non ve lo ha mica ordinato il medico di assistere in prima persona ad un Milan che nemmeno il più lugubre dei film horror. Il Meazza sarà pure la casa del diavolo, ma un inferno del genere tra le propria mura Galliani non se lo sarebbe mai aspettato. Il ko per 2-1 contro l’Atalanta è il quarto scandalo casalingo in campionato (il terzo di fila se si considera la disfatta con l'Arsenal in Champions) a cui si aggiungono i 7 insulsi pareggi che hanno rallentato la rincorsa al quarto posto, dove gravita la Fiorentina. Il tutto condito dalla miseria di 17 gol fatti e l'esubero di 14 subìti.

Rimanda e rimanda, e poi va a finire che dietro c’è gente che a fare la coda non ci sta più e all'improvviso decide di imboscarsi un po' più avanti: se la Samp si accomoda in sesta fila insieme al Milan, l’Udinese fa ancora meglio e lesto lesto ora fa vedere la schiena ai rossoneri. Tanto per far capire che se non vi muovete voi con quel passo da tartaruga ci pensiamo a noi a fare della lotta Champions un affare non a due ma a più voci. Il Milan nel proprio salotto smarrisce continuamente i punti sotto il divano. E quando si rialza si prende una bella crapata: vedi contro i bergamaschi che, sotto di due gol, si risveglia fallendo però un paio di occasionissime per raddrizzare il risultato. Sindrome a domicilio. Casa amara casa. Chiamatela come volete la malattia indoor (non che outdoor le cose vadano meglio) che affligge un diavolo senza forca. Mancano ancora 3 partite casalinghe. L’agonia sarà lunga. Intanto il tifoso milanista con l’abbonamento fra le mani si starà ancora chiedendo chi glielo ha fatto fare.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 30 marzo 2008

31^ di campionato: Milan-Atalanta 1-2 Floccari, Langella, Maldini

Atalanta, ennesimo dispiacere in casa
Succede di tutto, proprio di tutto. Ma andiamo con ordine. Anzi no. Partiamo dalla fine. Da Coppola, che al 90' fa degli undici metri una palude in cui Pirlo e il Milan tutto annega drammaticamente. Da Nesta, che delira e vede rosso. Da Pato, che sotto porta rifiuta l'invito di Paloschi. Stiamo andando a ritroso, perchè nel primo tempo l'avevano già messa dentro Floccari e Langella. Segna Capitan Maldini, notiziona, ma poco importa se Pirlo fallisce il pari. Morale della favola: l'Udinese fa oplà sui rossoneri e si porta dietro alla Fiorentina. E come se non bastasse, al sesto piano (sì, ora è sesto, altro che quinto, figuriamoci quarto) sale anche la Samp: le zolle del terreno Champions hanno cominciato a muoversi. Non si muove, è fermo, strangolato dai suoi 19 punti casalinghi su 52 a disposizione, un Milan scandaloso. Talmente indifendibile che osservando anche senza moviola la galeotta trattenuta di Floccari su Oddo non sanzionata da Brighi ti vien da dire "ben vi sta". Ben vi sta, cari rossoneri. Se la Uefa vi piace così tanto.

venerdì 28 marzo 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 12

DISCO DISCO (MABEL)
Ottobre 1999. Altro che Gigi D'Agostino, Gabry Ponte, Molella. Paolo Ferrali va pazzo per i Yes, i Pink Floyd, gli Alan Parson Project. Musica rock, musica per palati fini. Mica quella musicaccia usa e getta che dura, se va bene, un mese e poi subito dentro un altro singolo di brevi speranze. Finchè una sera Marco Talini fa un blitz nel pub dove Paolo si sta esibendo con la sua rock band e vedi che la musicaccia comincia a piacergli: per forza, con quel gustosissimo contratto sventolato sotto il naso. Nasce così il progetto dance "Mabel", con Talini dj produttore e Ferrali vocalist di successo. Di grande successo. Disco Disco fa il giro d’Italia e d’Europa. Programmatissimo dai network, ballatissimo in discoteca. E per non abbandonare le sue radici musicali, Paolo viene accontentato: Marco Talini gli lascia suonare la chitarra elettrica nel ritornello. Davvero "molto figo"!


Il giro di chitarra rock è anche pop-house. Cassa più groove uguale ritmo intenso. Voto 9,5









mercoledì 26 marzo 2008

Amichevole Euro 2008: Spagna-Italia 1-0 Villa

Azzurri sfrattati dalla Villa spagnola
Ogni tanto fa bene tornare sulla terra e vedere come se la passano gli esseri umani. Poi scopri che un marziano sulla terra ci è rimasto, vedi David Villa che con un sinistro zidaniano azzecca l’unica maniera per mettere in ginocchio l’altro marziano Buffon, e capisci che in Austria e in Svizzera servirà che gli azzurri tornino a parlare in tedesco e a far la voce grossa, da campioni del mondo. Altrimenti Francia, Olanda e Romania (le nostre compagne di girone che corrono come dannate) ci faranno la pernacchia e altro che double. Ma la serata spagnola non è mica da buttare (in fin dei conti ci siamo arresi solo di fronte ad una prodezza). A Elche i “mondiali” sono tornati ad essere tali: Buffon, Cannavaro e Grosso, marchi di garanzia. Azzurro ancora vivo, nonostante tutto. Lo stesso colore che dipingeva la maglia indossata contro la Svezia dal Brasile e da baby Pato. Che al suo esordio in nazionale maggiore non ha perso il vizio della "prima": gol cineteca e rimandi a Pelè. Roba da marziani.

Immagini in diretta da Marte

domenica 23 marzo 2008

Non potete rompercele anche a Pasqua!


Il 13 aprile non vogliamo altre brutte sorprese.
Nel frattempo, auguri bipartisan di buona Pasqua!

sabato 22 marzo 2008

30^ di campionato: Torino-Milan 0-1 Pato

Gila-Pato e il Toro è abbattuto
Nella bomboniera dell'Olimpico l'uovo pasquale lo scarta lui: Alberto Gilardino. Che non segna (nessuna novità) ma si fa un mazzo tanto e fa segnare Pato. Toro abbattuto e sospirone per il Milan. Che tiene il ritmo-Fiorentina a quattro distanze e, dopo questa convincente vittoria esterna, aumenta il proprio rammarico per una caterva di punti smarriti per strada. Vabbè, ora c'è la consolazione di una Pasqua più serena. E anche te, Alberto, per una volta non mettere il muso e sorridi: oggi hai avuto ragione tu. Su Paloschi e su Ancelotti.

venerdì 21 marzo 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 11

SEXY EYES (WHIGFIELD)
Aprile 1996. Dici Whigfield e ti suona alla mente Saturday night. E poi Think of you. E poi ancora Gimme gimme. Diciamocelo: erano un po' tutte uguali. Ma queste canzoni così sbarazzine e spensierate hanno fatto, nella loro omogeneità canora, la storia della Eurodance. Un grazie va quindi a Sannie Charlotte Carlson, Whigfield per la farla breve. Danesina cresciuta in Africa, pensa un po' te. La accusavano di abusare del playback perchè non cantava mai in live. Così durante un concerto del '96 arroventa il microfono e manda in delirio la folla con un aggregativo "uh uh ah ah sexy eyes!" Nasce Sexy eyes, l'ennesimo tormentone firmato Whigfield. La classica colonna sonora da mettere in sottofondo mentre sfogli l'album delle foto estive. La tipica canzoncina da cantare a squarciagola. E rigorosamente dal vivo. Vero, Sannie?

Il rmx di dj Amen UK l'ha rende ancora di più incalzante. Il basso ignorante scandisce bene i bpm. Voto 10


giovedì 20 marzo 2008

C'ero una volta - 1^ puntata: Maurizio Mosca

Cosa avresti voluto fare da grande? Per la puntata d'esordio lo abbiamo chiesto all'imprevedibile Maurizio Mosca, giornalista sportivo con il sogno, rimasto nel cassetto, di diventare...

L'idea è tutta del mio socio (che gli angeli mi assistano) Marco Gervino. Un'eccellente idea, mi costa dirlo... ;-) Bravo, bravissimo Marco.

Conduce Marco Gervino

mercoledì 19 marzo 2008

29^ di campionato: Milan-Sampdoria 1-2 Maggio, Delvecchio, Paloschi

La Samp manda il Milan al diavolo
Aveva giocato troppo bene sabato scorso a Roma per ripetersi stasera in casa contro la Sampdoria. Infatti il risultato è lo stesso: ko per 2-1. Con la sottile differenza che stavolta il Milan ha giocato proprio male a partire dal signor Jankuloski, che peggio di così non si può. Male anche Seedorf, malino Pato. Benissimo Paloschi: zuccata-gol e guizzi di classe già smaliziata nonostante la tenera età. Benissimissimo la Samp, che gioca di rimessa e prende a schiaffi il Diavolo con Maggio e Delvecchio. Schiaffi che fanno male ad Ancelotti e ad una rincorsa Champions che stenta a decollare. La carezza di conforto viene da Empoli, dove anche la Fiorentina si fa male da sola.

lunedì 17 marzo 2008

Yego e Whitehead imperatori di Roma

Domenica 16 marzo 2008: nuova marcia su Roma. Tutto fila liscio, tutti filano contenti. Giovani che zampillano a ritmo di Ipod. Adulti che si affrettano ma non perché sono in ritardo al lavoro. Nonnini che si ricordano che chi va piano va sano e va lontano. Poi c’è chi nelle gambe non ha più benzina e ai Fori Imperiali ci arriva lasciandosi trascinare dal cane al guinzaglio. Forse il regolamento non lo consente, ma alla Maratona di Roma vincere sai che importa. Anzi no. Al keniano Jonathan Kiptoo Yego tagliare il traguardo prima degli altri 14.562 iscritti importa eccome. E in 2h9’58” si aggiudica la quattordicesima 42 km capitolina, scortando verso il podio i connazionali Kimutai Sanga (secondo) e Henry Kapkyai (terzo). Nairobi conquista Roma, bella storia eh?

Bella anche la storia di chi da casa non si è portato il cagnolino ma due ghepardi. Due protesi in fibra di carbonio non vi dicono nulla? Certo che sì, Oscar Pistorius, l’illustre escluso dalle Olimpiadi di Pechino. E invece stavolta non stiamo parlando di lui, bensì di Richard Whitehead, inglese di Nottingham, trent'anni, da diciotto senza gambe. Amputate, come al collega sudafricano. Richard ha scelto di partecipare ad una gara non competitiva per migliorare il suo record personale di 3h52'58" conseguito a Londra lo scorso anno e ce l’ha fatta: 3h39'00" e l’orgoglio di aver emulato l’eroe di Pretoria. Grazie i suoi arti metallici Richard ha corso a New York, Londra, Cape Town. Infine a Roma, dove i suoi ghepardi hanno sfidato le pantere keniane. Domenica 16 marzo 2008: se Nairobi si è presa l’Urbe, Richard Whitehead si è preso la sua rivincita con il destino.


(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 16 marzo 2008

28^ di campionato: Roma-Milan 1-2 Kakà, Giuly, Vucinic

Tre minuti e la Roma non fa la stupida
Non ci piace ragionare con i se. Ma se Cicinho non avesse raggiunto il pallone strozzato da Seedorf e destinato a ruzzolare oltre la linea di porta, saremo qui a celebrare un “colpaccio-Milan a Roma”. Ma siccome la regola “gol sbagliato uguale gol subito” se non è matematica poco ci manca, capisci perché Giuly e Vucinic (ancora lui, come all’andata) fanno due calcoli e in 180 secondi ne fanno due a Kalac. Giochi male, vai sotto, poi vinci. Dimostrazione euclidea dell'eccellente momento giallorosso. Per questo il Manchester e Cristiano Ronaldo fanno un po' meno paura. Al Milan rimane la magra consolazione di aver disputato la sua più bella partita della stagione. Tu pensa le altre.

venerdì 14 marzo 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 10

WILL BE ONE (DATURA)
Febbraio 2002. Accendini sventolanti e braccia sollevate al cielo. Will be one non si può che ballare così. Aggregativo, romantico. Pure filosofico, con quel "todo en todos" che rimanda alla concezione cosmico-immanentistica del pensatore greco Plotino. Eh??? No, scherzavamo: i navigatissimi Pagano e Mazzavillani, per il loro ultimo grande successo, non hanno consultato nessun manuale di filosofia. Semplicemente hanno ripreso uno stracio della base di Sweet Dreams (l'ever green degli Eurythmics) e si sono accomodati al numero uno delle classifiche dance italiane per tutta la primavera del 2002. Datura, filosofia vincente che resiste a qualunque usura...


E' stato appurato che all'ordine "Levantate" tutti si alzano e scendono in pista. Per forza, con un basso così! Voto 9.

mercoledì 12 marzo 2008

Ti darò la punizione che meriti






















Andrea Pirlo
Regia d'autore
Per lui ogni partita è un film. Il regista del Milan e della Nazionale dirige con calma vita e gioco.
Quando iniziamo a parlare sembra quasi intimidito. Lui, “il leader silenzioso che parla con i piedi”, così definito da Marcello Lippi, preferisce dar voce ai fatti. In campo succede proprio questo: zitto zitto, taglia e cuce le trame del Milan e della Nazionale. Poi però si scioglie e scopri che Andrea Pirlo, professione calciatore con vocazione da regista, ama farsi anche più di due chiacchere. Quel che stupisce è la soavità con cui ti parla. Il disincanto con cui “punisce” i portieri avversari: sui calci da fermo Pirlo è spietato. E quando si appresta a calciare dal limite dell'area, i portieri fanno gli scongiuri, spesso inutilmente. Allora capisci perché è meglio non fidarsi troppo dei tipi apparentemente calmi...
(articolo pubblicato su Maxim - marzo 08)

martedì 11 marzo 2008

Non ti pago! Eduardo recita in rumeno

Codi, Mihaij, Vasile, Stelean. Non preoccupatevi di come si pronunciano questi quattro nomi, piuttosto chiedetevi cosa hanno in comune quattro signori. Primo, sono rumeni. Secondo, sono arrivati in Italia per trovare lavoro. Terzo, il lavoro l’hanno trovato. Sì, ma in nero. Per diverse imprese italiane non è mica una novità. Anzi, da quando i rumeni sono diventati comunitari, lo sfruttamento è diventato una prassi senza troppi rischi. Semmai i rischi li corrono gente come Codi, che il giorno in cui ha osato chiedere il suo stipendio si è ritrovato la pistola alla tempia. Ma scusate, qui non ci scappa la denuncia? Che ci vuoi fare se c’è chi rimane a braccia conserte o ha gli occhi bendati. Oppure, ancora peggio, ti ignora proprio perché sei rumeno. Morale della favola: i soldi, dopo aver facchinato per mesi e mesi, Codi, Mihaij, Vasile e Stelean non li hanno mai visti. Il colmo è che dagli immigrati si pretende il rispetto delle leggi e i primi ad ignorarle sono proprio gli italiani. Un bel paradosso del Belpaese, dove sembra che sia molto più sicuro fare il delinquente che chiedere la paga di lavoro. Altrimenti sono cavoli amari.

Videoservizio realizzato con Marco Gervino (coordinamento di Milena Gabanelli e Stefania Giannini, giornaliste di Report)


lunedì 10 marzo 2008

Lys Gomis in "Fuga per la sconfitta"

Non c'è Sylvester Stallone nei panni di Robert Hatch e nemmeno Pelè in quelli di Luis Fernandez. Eppure in Lys Gomis, portiere della Primavera del Torino, John Huston non avrebbe trovato protagonista più azzeccato per il suo celebre film Fuga per la vittoria. Ma con una notevole modifica del titolo. Perché se gli Alleati, acciuffato un epico 4-4 contro la Germania, approfittano dell'invasione di campo degli spettatori per dileguarsi dagli ingressi dello stadio e dar così vita alla loro "fuga per la vittoria", il portierino granata classe '89 non ha avuto bisogno dell'incursione dei tifosi per darsela alle gambe. Fuga sì, ma per la sconfitta. Può darsi che la sua mamma non glieli abbia lavati bene lasciando qua e là tracce di sapone. Certo che a Vinovo, nel derby Primavera Juventus-Torino, i guanti di Lys Gomis sembrano inzuppati d'olio. E il pallone scivola via che è un piacere per gli avversari e un dispiacere per i compagni. Succede al 10' quando, su cross di Rossi, Gomis in volo d'angelo non trattiene ed Essabr insacca in spaccata. Succede al quarto minuto di recupero quando, su cross dello stesso Essabr, Gomis in uscita bassa buca e Bottone deposita a occhi chiusi. 2-1 per la Juve. Manca ancora un giro di lancette al fischio finale, ma il suo orologio si è già fermato: in preda allo sconforto per aver comesso due errori tanto fantozziani quanto determinanti, il numero uno del Toro si leva la maglia e lascia anzitempo il campo (ma il risultato non cambierà). Una fuga per la sconfitta, quella di Gomis. Almeno gli Alleati, fuori dai cancelli, avevano trovato la loro vittoria.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 9 marzo 2008

27^ di campionato: Empoli-Milan 1-3 Pato, Buscè, Ambrosini, Kakà

L'Euromilan non è a capolinea
Quando Buscè a due aliti da Kalac replica a Pato cinque minuti dopo il momentaneo vantaggio rossonero, viene da pensare che i postumi della notte passata a farsi sedurre dai giovani Gunners si trascineranno per tutto il resto della stagione: altro che vincere le dodici finaline! Poi Ambro fa di testa sua e Kakà si ricorda che con i tiri da fuori si corre qualche metro in meno e si porta a casa qualche gol in più. Il 3-1 a Empoli dice che il Milan è stanco, vecchio, austero, noioso. Insomma, ce le ha proprio tutte. Ma dice anche che non molla mai. E che sedersi in quarta fila (vedi la Fiorentina che si lascia sgambettare dal Siena) non è come andare su Plutone.

sabato 8 marzo 2008

Supplente fino a giugno




Veridiana Mallnamm
La nuova arrivata
Si è ritrovata a ballare sul tavolo più famoso d'Italia, quello di Striscia. E ci ha lasciati di stucco.

Non è maestra, perché dice di aver tanto da imparare, ma fino a giugno farà la supplente: il suo banco di scuola, non di prova (il provino alla corte di Antonio Ricci l’ha già superato a pieni voti), è il bancone più sognato dalle teenager, quello di Striscia la notizia. Veridiana Mallmann, 21enne modella brasiliana, dal 7 gennaio ha preso il posto di Thais, la velina bionda, che col pancione è costretta a dire addio agli stacchetti. Se in casa Wiggers-Mammuccari sta atterrando la cicogna, per la matricola Verdiana è in arrivo un bastimento carico di sorprese. Una di queste è la tv: è la prima volta che la sua faccia radiosa fa capolino dallo schermo. Ma la brasiliana nata a Santa Clara do Sul, nella zona del Rio Grande, mica trema di fronte all’ignoto...


(articolo pubblicato su Maxim - marzo 08)

venerdì 7 marzo 2008

Riapriamo bottega

La memoria storica di Milano non annega nella acque del Naviglio. Parola di Giorgio Pastore, artista e ultimo baluardo della tradizione meneghina

in collaborazione con Francesca Gallacci e Michela Marra (coordinamento di Bruno Luverà, giornalista del TG1)

giovedì 6 marzo 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 9

WANNA B LIKE A MAN (SIMONE JAY)
Giugno 1997. Il ritorno di Taleesa. La bella americanina che s'ispira a Tina Turner ora si fa chiamare Simone Jay. La sua Wanna B like a man dà ritmo all'estate 97. Stereo su una spalla, telo da spiaggia sull'altra: è il tipico brano commerciale anni 90. Roba per teenager, vero. Ma simbolo di quella dance orecchiabile che faceva fibrillare le frequenze delle radio per giovani e che ora non suona più da anni. Peccato.


Accattivante la parte mix con il campionamento del ritornello. Basso caldo, bel gioco di drum. Voto 10.

mercoledì 5 marzo 2008

martedì 4 marzo 2008

Ottavi di ritorno di Champions: Milan-Arsenal 0-2 Fabregas, Adebayor

Addio, Milan re d'Europa. La verità ti fa male
Certe notti. Certe notti nascono perfette, come Milan 3 Manchester 0. E tutti a casa, tutti ad Atene. Certe notti nascono crudeli, come Milan 0 Arsenal 2. E tutti a casa, sì tutti a casa. Il Milan campione, super campione, super campionissimo, si spegne così, dopo tanti notti stellate e stellari. La cometa di Fabregas è folgorante. E per il Milan, stavolta, è notte fonda. Svegliarsi domattina e rendersi conto che è stato tutto vero, che non si è trattato di un incubo, farà male. Congedo agli ottavi. Troppo presto per chi da sei anni non è mai sceso sotto i quarti e la coppa con le orecchie a sventola l’ha alzata due volte. Però scambiare la maglia, quella maglia tappezzata di stemmini e stemmoni onorifici, con i migliori interpreti del calcio europeo attualmente in circolazione sa di nobile passaggio di consegne: l’Arsenal giovane e rampante è il miglior nemico che i vecchi Maldini e colleghi potevano trovare per inaugurare il proprio epilogo continentale. Non poteva andare altrimenti, quando vedi Kakà scaraventare con le mani il pallone a terra rabbiosamente per un fallo laterale negato: il Bambino d’oro, nel pieno della forma e del sorriso, non ha mai fatto capricci.

E’ un segno, tra i tanti, di qualcosa che non poteva funzionare stasera. Come molte, troppe cose non sono funzionate durante l’arco della stagione, sia in Champions sia (lì poi!) in campionato. Infortuni a raffica, ok. Ma il gioco, le idee, i gol: tutto col contagocce. Inzaghi, poveretto, i suoi anni ce li ha o comunque inizia ad averli. Seedorf, Gattuso, Ambrosini, Pirlo: dietro di loro il vuoto, e così finiscono le batterie. Poi la difesa, non maluccio, ma spesso barcollante. A Kalac, titolare trapiantato d'urgenza, non gli si può rimproverare nulla, perchè ha imparato ad infilarsi i guanti dalla parte giusta. Ma quando vedi al Celtic Park il processatissimo Dida preso a buffetti da un tifoso in gita sul prato, capisci che un’era, anche per questi assurdi particolari, è destinata a chiudersi. Quella di Glasgow fu la notte della burla. Questa di San Siro, dove le luci si sono spente dopo un’agonia sofferta, è la notte. Punto. La notte in cui il Milan re d’Europa e del mondo riposa in pace. Certe notti, quelle stellate e stellari, però, non si scordano mai.

lunedì 3 marzo 2008

Ragazzi, si mangia!

























Il ristorante italiano è sempre giovane

I ragazzi dai 20 ai 30 anni lo frequentano almeno due volte alla settimana preferendolo a fastfood e cucine straniere. E non si abbuffano

Non è certo un salsoso cheeseburger a spodestare due sugosi spaghetti al ragù. Non è certo il primo fastfood partorito dal nulla a scippare clienti ad un prestigioso ristorante cresciuto nel susseguirsi di epoche diverse. Perché nei confronti del ristorante made rigorosamente e gelosamente in Italy i clienti sono afflitti dalla sindrome di Stoccolma: una volta rapiti, iniziano ad amare il loro rapitore. Un amore a prima vista, quello che non si scorda mai perché senza fine. Un amore tramandato di generazione in generazione: i giovani raccolgono in eredità da genitori e nonni l’amore per la cucina italiana. Un amore fedele. Anche se le tentazioni, eccome che ci sono. Ma agli hamburger extra-large e ai kebab straripanti i giovani italiani continuano a preferire i classici bucatini all’amatriciana. Guardano al domani, oltre confine. Ma mangiano come ieri, a casa dolce casa. Più che bamboccioni, i giovani sono mammoni: l’Italia, patria del buon mangiare, è una mamma che fa bene la pappa ai suoi figlioli...
(clicca qui per leggere l'intero articolo)


(articolo pubblicato su Perchè cuochi? - febbraio 08)

domenica 2 marzo 2008

La curva Fiesole in coro: "Habemus Papa Waigo"

Sarà che con un nome così il paradiso è assicurato, ma se la Fiorentina salirà nel cielo stellato della Champions il merito sarà anche suo. Papa Waigo ha vissuto una settimana benedetta dal dio del calcio. Quel dio pagano che premia chi fa della tenacia la sua virtù migliore. Soprattutto se vieni prelevato dal mercatino invernale e sai benissimo che per ingranare in un motore già rodato devi correre il doppio dei tuoi nuovi compagni. Infatti, prima di trottare sulla fascia dal primo al novantesimo, Papa ha pazientato a Verona sponda Hellas, a Cesena e a Genova, dove è partito dal fossato della panchina per poi ritagliarsi, gara dopo gara, gol dopo gol (31 in B), i suoi metri quadrati del rettangolo di gioco. Il posto da titolare te lo guadagni così. L'attenzione delle grandi di A pure.

Così a gennaio il ds Corvino baratta con il Genoa: sgombra la strada al terzino belga Vanden Borre (avessi detto!) verso Marassi e prenota sotto la Fiesole le lezioni di danza tribale che questo simpatico senegalese classe '84 impartisce agli spettatori ogni volta che la scaraventa nel sacco. Balla scatenato il Papa. Sia mercoledì sera dopo la zuccata-spacca Livorno, sia ieri pomeriggio dopo il diagonale-pareggia conti con la Juve. Ed è suo anche l'assist per Osvaldo che capotta la banda di Ranieri 3-2 . Che al Papa piacciano i film in bianco e nero ormai è provato: lo scorso anno in B, due match contro la Signora e due reti. Che si diverta a far arrossire Prandelli, piacevolmente imbarazzato fra Jorgensen, Semioli, Osvaldo e Santana, lo abbiamo capito: ora, in questa schiera straripante di ottimi esterni, si è infilato lui. (Bei) cavoli del Pranda. Intanto Firenze ha eletto il suo Papa: il paradiso della Champions League sembra ancora più vicino.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

sabato 1 marzo 2008

26^ di campionato: Milan-Lazio 1-1 Bianchi, Oddo (r)

Tra Bianchi e Oddo finisce pari
Fa tutto Oddo: prima Bianchi gli sguscia dalla marcatura come un’anguilla e lo mette in acrobatica condizione di infilare Kalac, poi non sbaglia dagli undici metri dopo che Behrami si avvinghia a Kaladze per un rigore sacrosanto. Quindi esulta a pugno e denti stretti, alla faccia di chi vuole che gli ex trattengano la propria gioia per rispetto di un piatto dove hanno appena mangiato. Un pareggino, il secondo consecutivo, che tiene il Milan sempre lì, nell’anticamera dell’anticamera Champions. Aspettando martedì, Oddo è in forma smagliante già da parecchie settimane. Anche se c’è più gente in infermeria che in campo, contro l’Arsenal non serve che faccia tutto lui. Basta che faccia quei benedetti cross dal fondo (dal fondo, non dalla trequarti, capito Massimo?) che al Milan non si vedono dai tempi del miglior Cafu.