lunedì 30 giugno 2008

¡Enhorabuena!

España Campeón de Europa
Todos sobre la Torres

venerdì 27 giugno 2008

Golden manager

Dodici anni fa, di questi tempi, era l'eroe di Wembley: nella rocambolesca finale di Euro England 96 contro la Repubblica Ceca, Oliver Bierhoff (subentrato nel secondo tempo a Scholl) diede tutto, ma proprio tutto. Persino ciò che, allora, era una novità: quel golden gol che ai supplementari decapitò partita e cechi, e consegnò alla Germania il terzo titolo continentale. Oggi, Bierhoff, nel ruolo di team mananger, vuole dai suoi la stessa carica. Perché a Vienna, contro la Spagna, sarà dura quanto a Wembley: "L'importante è che i giocatori diano ogni cosa, senza farsi condizionare da quello che sta attorno. Certo, potrebbero essere in buona o cattiva forma. Ma da loro chiedo solo due elementi: concentrazione e passione". Contro la Turchia la Germania ha dimostrato di non mollare mai. Per Bierhoff, il carattere vincente degli uomini di Loew è frutto di un duro lavoro: "Se la squadra ha raggiunto la finale è grazie alla disciplina e alla fiducia nei propri mezzi. Per me sono già vincitori". A centrocampo, sperando che Ballack torni a essere Ballack (contro i turchi è risultato così innocuo da mimetizzarsi con l'erba), Loew schiererà titolare Frings, che stringe i denti nonostante la costola spezzata: "Sono soddisfatto della mia prestazione mercoledì scorso. Siamo ottimisti ma, si sa, fare il pronostico sulla finale è sempre difficile. Io ora sto bene fisicamente e penso solo a domenica, come tutti i miei compagni".

(srv Studiosport - edizione notte del 27 giugno 08)

mercoledì 25 giugno 2008

Sua altezza (e velocità) Usain Bolt

Prendi la gara regina dei 100 metri piani e scopri che tra Pechino e Kingston non c'è nessuna differenza: l'affare su pista è tutto giamaicano. Allo statunitense Tyson Gay non rimane quindi che sperare, in Cina, di fare la parte del terzo che tra i due litiganti gode. I due vengono entrambi dall'isola di Bob Marley: Asafa Powell (quello del record di Rieti - 9"74 - conseguito il settembre scorso) e Usain Bolt (quello che per due centesimi il record se lo è fatto suo a New York una ventina di giorni fa). Vedere questa specie di campanile (1 metro e 96) tagliare l'aria come un coltello scagliato da Diabolik, diciamocelo, fa un po' impressione. E venerdì a Kingston il 22enne spilungone incontrerà Powell per i trials validi come qualificazione ai Giochi. Bolt, secondo il suo allenatore Glen Mills, è in grado di vincere sia i 100 che i 200 (la sua distanza prediletta), dove potrebbe insidiare il primato, di Johnson, di 19"32. Occhio però a Gay, al nostro Howe (se recupera dall’infortunio alla coscia) ma, soprattutto, al compatriota Asafa Powell. A Pechino l’atmosfera sarà caraibica.

(srv Studiosport - edizione notte del 25 giugno 2008)

martedì 24 giugno 2008

Bandiera bianco Rossi verde

E' un po' come quando ti presenti alla discussione di laurea partendo dal punteggio di 110. Ovvio che poi ci scappa anche la lode. Bronzo a Barcellona 92, due ori ad Atlanta 96, oro a Sydney 2000, argento ad Atene 2004: Antonio Rossi insieme a Giovanna Trillini, è l'atleta italiano che ha raccolto il maggior numero di medaglie durante le quattro edizioni a cui ha partecipato. E come la schermitrice, non manca dal podio dal 92. Mettici anche tre ori mondiali, un oro e due bronzi europei e allora capisci perché con un libretto così, pieno zeppo di trenta, la lode non può non arrivare puntuale alla sua quinta Olimpiade: il canoista Antonio Rossi è stato scelto dal Coni come portabandiera dell'Italia a Pechino. Una lode, un premio ad una carriera magnifica, fatta di umiltà, lealtà e sacrifici. A dicembre Rossi compirà 40 anni, ma non dategli del vecchietto, anche perché l'alfiere olimpico più anziano fu Raimondo D'Inzeo (classe 1925) a Messico 68. Il signor Commendatore (titolo conferitogli da Ciampi nel 2000), riassume in sé tutto l'orgoglio di una nazione e raccoglie l'eredità del suo amico Jury Chechi, portabandiera quattro anni fa ad Atene. Rossi ha vinto la concorrenza della Vezzali e la Idem (plurimedagliate ma forse penalizzate dal fatto che alle ultime Olimpiadi, quelle invernali di Torino, il portabandiera era una donna, Carolina Kostner). Ma, soprattutto, ha avuto la meglio su Max Rosolino (alla sua quarta Olimpiade), che comincia la sua avventura il giorno successivo alla cerimonia inaugurale. "Vorrà dire che partirò in pole position la prossima volta" dice con un pizzico di delusione il campione di nuoto. Del resto gli esami non finiscono mai.

Guarda il servizio sul sito del TG5

(srv Studiosport - edizione notte del 24 giugno e TG5 - edizione notte/mattina del 24/25 giugno 08))

venerdì 20 giugno 2008

How do you write? Tony?

C'erano domeniche, primavera 2001, in cui sugli spalti dello Stadio Romeo Menti il dialetto vicentino si mescolava con un po' di sano british. Il presidente biancorosso Miola faceva da anfitrione agli emissari di alcuni club inglesi (tra cui il Manchester) venuti da oltremanica per vedere coi propri occhi un certo Luca Toni, 23 anni, che la buttava dentro più facilmente col piedone che col testone a 194 cm di altitudine. Toni, reduce da un'ottima stagione in B col Treviso, scopre la serie A grazie a Eddy Reja, che il 1 ottobre 2000 lo getta in campo contro il Milan. Da quel giorno 9 gol in 31 gare. A giugno passa al Brescia per 30 miliardi di lire e inglesi a casa senza souvenir. Reja conosce bene Toni. E, nonostante i soli due gol in azzurro tra Mondiali ed Europei, confida nelle sue doti realizzative: "Toni è un grandissimo giocatore, in questo momento è particolarmente sfortunato perchè le opportunità le ha avute. Ha dell'incredibile come non riesca a centrare la porta, però nonostante questo è un giocatore utilissimo alla Nazionale perchè non ci sono giocatori di stazza fisica come lui che riescono a tenere su palla e a far salire la sqaudra". Toni è passato per Vicenza, dove Paolo Rossi si consacrò a fenomeno: che Luca diventi il nuovo Plabito? "Io mi auguro che possa sbloccarsi già contro la Spagna: l'Italia ha proprio bisogno di questo giocatore".

(srv Studiosport - edizione notte del 21 giugno 08)

giovedì 19 giugno 2008

Ancora lui

Con quella cresta di gallo un po' irriverente gli ha fregato il pacchetto Champions-Premier neppure un mese fa. Chiuso in confessionale, Michael Ballack ammetterebbe volentieri che non ne può più del sorriso malizioso di Cristiano Ronaldo. Ballack contro un presente ossessivo, Ronaldo, che tira dritto verso il Pallone d'oro. Ballack contro il suo futuro, Scolari, che da agosto lo allenerà a Londra. Insomma, questo primo quarto di finale sa di sfida infinita Manchester-Chelsea. Ma stasera a Basilea vanno in campo Portogallo e Germania, con l'arbitro Frojdfelft che da il via all'Europeo senza rimedi, quello del dentro o fuori in 90 minuti, 120 se necessario, ai rigori se il pari non si sghiaccia. L'ultima sfida tra brasiliani d'Europa e tedeschi, due anni fa ai Mondiali di Germania, finalina per il bronzo acciuffato dagli uomini dell'allora ct Klinsmann, che s'imposero 3-1 sui portoghesi. Scolari cala tutti i suoi assi da Ronaldo a Deco, da Simao a Carvalho. Loew invece è in ansia per il polpaccio malandandato di Podolsky (3 gol fin qui) e la costola spezzata di Frings. Il ct tedesco (squalificato un turno per qualche parolina di troppo al quarto uomo lunedì scorso) se ne starà in tribuna come da regolamento Uefa. E magari si ritroverà accanto ancora Angela Merkel. Con la speranza che porti fortuna come a Vienna.

(srv Studiosport - edizione 13 del 19 giugno 08)

mercoledì 18 giugno 2008

Cancelliera in vista

Non sappiamo se al Sant Jacob-Park di Basilea la Merkel andrà a fargli visita come è accaduto a Vienna durante il secondo tempo della gara contro l'Austria. Di certo il ct tedesco Loew (squalificato un turno per aver detto qualche parolina di troppo al quarto uomo lunedì scorso) Portogallo-Germania se la vedrà dalla tribuna come vuole il regolamento Uefa. Brasiliani d'Europa contro i panzer: inizia così l'Europeo del non ritorno, quello del dentro o fuori in 90 minuti, 120 se necessario, ai rigori se il pari non si sghiaccia. Con 7 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte il bilancio sorride ai tedeschi. L'ultima sfida, due anni fa ai Mondiali di Germania, finalina per il bronzo, acciuffato dagli uomini dell'allora ct Klinsmann che s'imposero 3-1 sui portoghesi. Voglia di rivincita quindi da parte di Scolari che cala gli assi Cristiano Ronaldo, Deco, Simao e Carvalho. Grattacapi invece per Loew, in ansia per il polpaccio malconcio di Podolsky (3 gol fin qui) e la costola rotta di Frings. Se saranno in condizione di scendere in campo, lui li guarderà dall'alto. Dall'alto della tribuna, con la Cancelliera nei paraggi.

(srv per Studiosport - edizione notte del 18 giugno e TG5 - edizione mattina del 19 giugno 08)

martedì 17 giugno 2008

Avanti tutta

Sarebbe troppo semplice in questo momento parlare di Spagna-Villa dipendente, dopo i quattro gol in due partite firmati dal bomber del Valencia e capocannoniere del torneo. Certo è che le Furie rosse di Aragonés, con in tasca il ticket per i quarti, hanno fin qui espresso un gioco offensivo travolgente in grado di esaltare le doti di chi ha il piacere di stare là davanti con l'unico bellissimo compito di buttarla dentro: contro la Svezia si è sbloccato anche Fernando Torres. Il centrocampo, con Senna in regia, è giovane e di qualità. Ma non tutto è così perfetto: se all'attivo la Spagna vanta la bellezza di sei reti, Casillas ha dovuto raccogliere la palla nel sacco due volte. Certo, un paio di gol al passivo è poca roba, ma è inevitabile che con questo gioco a trazione anteriore la retroguardia rimanga scoperta e mostri qualche incertezza. Aragonés si guardi di più alle spalle.

(srv TG5 - edizione mattino del 18 giugno 08)

lunedì 16 giugno 2008

A volte ritornano

Il panettone era lì al centro del tavolo, già tagliato a fette, ma lui non fece in tempo a prendere la fetta che gli spettava. Ricomincia da lì, Sdenek Zeman, da quell'amara vigilia del Natale 2006, quando il patron del Lecce Giovanni Semeraro gli diede il benservito, dopo che la sua squadra aveva incassato 10 ko in 18 partite e concluso l'anno solare nella colonna di destra della classifica di B. Ritorna Sdenek Zeman (ex anche di Foggia, Lazio, Roma, Napoli, Salernitana), 61 anni e gli ultimi due trascorsi lontano dai campi e da discorsi di farmacia. Ora, rieccolo accomodarsi sul trono che gli spetta. La panchina (la sedicesima della sua carriera) è quella della Stella Rossa di Belgrado, che nell'ultima deludente stagione ha fatto salire in giostra ben tre allenatori. Tempi duri. E la nostalgia per Walter Zenga, che nel 2005-2006 centrò la doppietta campionato-coppa nazionale, saliva come la lava dal cratere di un vulcano. Così, scartate le ipotesi Novellino e Beretta, il presidente Spasojevic ha scelto un allenatore tutto "attacco vai e difesa mai" come Zeman. Per lui contratto biennale e una promessa: riportare la Stella Rossa nel firmamento del calcio europeo. Zeman ha già allenato all'estero, in Turchia al Fenerbahçe in una stagione, quella '99-2000, poco esaltante. Male la prima, Belgrado spera che sia buona la seconda. E che tutto fili liscio anche dopo Natale.

(srv Studiosport - edizione notte del 17 giugno 08)

sabato 14 giugno 2008

Botte o carezze

L'attuale classifica del girone A vuole che domani a Basilea Svizzera e Portogallo si scambino carezze, mentre a Ginevra Turchia e Repubblica Ceca se la diano di santa ragione. Con gli elvetici eliminati e i portoghesi ai quarti (Scolari fa riposare gli assi Cristiano Ronaldo, Deco, Moutinho e Carvalho), i riflettori sono tutti puntati sulla sfida fra Turchia e Repubblica Ceca (entrambe a 3 punti), che vale il secondo ticket per i quarti in uno scontro che più diretto non si può. Strategie offensive: Terim si affida all'ottimo momento di Senturk e Arda (giustizieri della Svizzera mercoledì), Bruckner è indeciso se puntare sulla velocità di Baros o sui centimetri di Koller. Ci sarebbe in palio persino il primo posto, ma difficilmente i portoghesi si faranno sgambettare dai padroni di casa senza obiettivi: minimo può scapparci un pareggino, quel che basta per conservare il primato del girone. Se per Svizzera e Portogallo si tratta della loro prima sfida nella rassegna continentale (l'ultimo incrocio risale alle qualificazioni per i Mondiali di Usa 94, Oporto ottobre 93, 1-0 per i portoghesi), Turchia e Repubblica Ceca si affrontano per la primissima volta in competizioni ufficiali. Tutti in riga alla stessa ora, 20.45. Per scambiarsi carezze o darsele di santa ragione.

(srv Studiosport - edizione notte del 14 giugno 08)

Brutto dipendere dagli altri

L'Italia non va oltre l'1-1 con la Romania. San Buffon para un rigore (ingiusto) a Mutu e ci tiene in corsa. Ma l'Olanda, già ai quarti, avrà ancora fame?

L'unica (magra) consolazione è che se l'Olanda si fa battere dalla Romania (cosa molto probabile perchè di torta non c'è solo quella di quattro anni fa spartita fra Svezia e Danimarca), a casa non ci torniamo da soli ma ci trasciniamo dietro anche i galletti francesi come i quattro capponi che si porta in spalla Renzo dei Promessi sposi. Sai che consolazione. Fa specie però vedere i campioni del mondo e i vice-campioni del mondo fuori dai giochi così presto. Ma sinceramente di Domenech e delle sue concezioni astrali poco attentibili non ce ne frega un granchè. Semmai cerchiamo di capire perchè da quando sono iniziati questi dannati Europei la luna si è rivoltata contro l'Italia, annegata in una marea di errori, suoi e non.

Se la gara d'esordio contro gli orange poteva essere un episodio unico condizionato da episodi altrettanto unici (vedi il gol di Van Nistelrooy in fuorigioco che ha dato il là alla goleada olandese), quella contro la Romania doveva esserne la netta smentita. E invece Zambrotta s'imbrocchisce di colpo, dicendo a Mutu prego s'accomodi. Poi certo, a Zurigo va in scena il festival delle defayance dell'arbitro Ovrebo: Toni l'ha mette dentro regolarmente e il rigore che ci poteva congedare con novanta minuti d'anticipo viene dato con sospetta generosità. Ma gli azzurri del mese tedesco avrebbero trovato una via d'uscita anche contro le ingiustizie. Una via d'uscita che si chiamava rigore di Grosso all'89', che si chiamava gol di Grosso nei supplementari, che si chiamava gol-pareggio di Materazzi in finale. Ora l'unica via d'uscita è quella che ci porta dritto dritto verso casa. A meno che martedì l'Olanda non abbia ancora voglia di giocare e Donadoni non s'inventi qualcosa contro la Francia (Toni solitario là davanti è triste, qualcuno vada a fargli compagnia). Sennò, prepariamo le valige. Ma in compagnia.

venerdì 13 giugno 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 23

LADY (MODJO)
Agosto 2000. Tanto per cambiare, i Modjo sono francesi. Di questi tempi (calcistici) poi suona impertinente. Ma lasciando perdere riferimenti al pallone, questo duo dance composto da Romain Tranchart (produttore) e Yann Destagnol (vocalist) ha trovato l'alchimia giusta per durare negli anni. Una sorta di elisir di lunga vita, dato che Lady è un ever green riproposto in tutte le salse (recentemente Ranucci&Pelusi hanno saccheggiato il sample per farci la loro Be free) e ballato ancora in tantissime piste d'Italia e d'Europa. Un must, insomma, che nessuno dimentica e tutti fischiettano per la sua melodia molto orecchiabile. I Modjo hanno proseguito con altri dischi come Chillin', ma il successo del brano d'esordio non l'hanno più riscosso. Così ancora Lady, Lady e chissà per quanto ancora Lady. I soliti francesi...

Il giro di tastiera è il tratto distintivo. Poca cassa per una sonorità soft. Voto 8


mercoledì 11 giugno 2008

Il tesoro dell'Imperatore

Gruppo A: sotto la pioggia di Basilea, la Turchia elimina la Svizzera rimontando 2-1. Gol decisivo di Arda al 92'. E' lui il nuovo erede di Hasan Sas

Se un diamante è per sempre, il gioiellino che Fatih Terim ha deciso di sfoggiare all'appuntamento con la Svizzera, se non è per sempre, lo è almeno per un decennio: la nazionale turca ha finalmente trovato in Turan Arda, ventun candeline spente a gennaio, il degno erede di Hasan Sas sulla corsia mancina. Un metallo preziosissimo, ma fino all'anno scorso ancora grezzo. Così il Galatasary lo presta per mezza stagione al Manisaspor, per poi farselo restiturire a ventiquattro carati. Si lecca i baffi sua maestà Hagi, che lo gettò nella mischia coi giallorossi di Istanbul all'innocente età di 16. A 21 e 5 mesi, nel fango di Basilea, ecco che questo diamante raggiunge il suo massimo valore. Secondo minuto di recupero, risultato impaludato sull'1-1: Andra si accentra da sinistra e al limite lascia partire una cometa mancina che sfiora lo scarpino dello svizzero Muller quel che basta per far sentire il portiere Benaglio un po' fuori luogo e incastonarsi lassù nell'angolino opposto. Elvetici a casa (ma non dovranno tornare chissaddove) e Turchia che si giocherà il pass ai quarti con la Repubblica ceca, in uno scontro diretto che più pari non si può. Per l'occasione l'Imperatore è già pronto a sfoggiare un altro diamante.

martedì 10 giugno 2008

Ultima chiamata

Il treno che porta alla serie A parte domani sera da Bergamo e arriva domenica sempre in serata in Puglia. Peccato che sia rimasto un solo posto libero. A contenderselo, nell'ultimo atto dei play off di B, Albinoleffe e Lecce. Eliminato il Pisa in semifinale, i giallorossi guidati dall'esperto Papadopulo e trascinati da un Tiribocchi in forma smagliante hanno il vantaggio del miglior piazzamento in campionato, ma poco importa. Perché l'Albinoleffe, digerito l'esonero di Gustinetti alla penultima giornata e riposte le speranze in Madonna quando il treno stava per deragliare, è una squadra imprevedibile che punta tutto sulla rapidità di manovra. Il Brescia ne sa qualcosa, praticamente eliminato già nel primo tempo dell'altra semifinale di ritorno. E per i bergamaschi essere saliti sull'ultimo vagone sa già di impresa inaspettata. Padapoulo deve rinunciare a Valdes e Mihoubi, ma può sorridere per il rientro di Diamoutene dal Mali, dove era impegnato con la sua Nazionale. Madonna, invece, ha tutti a disposizione compreso l'attaccante Cellini che era squalificato a Brescia. C'è anche il figlio dell'allenatore Nicola, 21 anni, da tre all'Albinoleffe. E pensare che non voleva suo padre come mister. Ma non c'è tempo per discussioni in famiglia: il treno che porta alla serie A sta per partire.

(srv Studiosport - edizione notte del 10 giugno 08)

lunedì 9 giugno 2008

La spremuta d'orange è servita

L'Olanda ci umilia 3-0 (Van Nistelrooy, Sneijder, Van Bronckhorst). Ma il primo gol è in fuorigioco: Panucci non può rialzarsi. Con la Romania già ultima spiaggia

Pensiamo a venerdì (13!), sperando che sia santo e che il digiuno sia stato fissato solo per stasera. Pensiamo alla Romania, sperando che il suo catenaccio esibito (con efficacia) al cospetto della Francia si sia già arrugginito. Pensiamo che non è mica finita qui e che è solo l'inizio, anche se detto così sa più di minaccia che di consolazione. Perchè l'Italia in scena (ridicola) a Berna contro l'Olanda ha il sapore amarognolo di una spremuta di arancia piena di grumi indigesti (all'arbitro Frodjfeldt manca il senso dell'umorismo quando pensa che Panucci a terra si stia fingendo moribondo) e senza zucchero (a Toni manca il tocco da Bundesliga, a Grosso quello da semifinale mondiale). E quanto ci costa accomodare Cannavaro in panca al posto del massaggiatore.

Serata orribile. Robaccia che non capitava da un trentennio (l'ultima vittoria degli Orange la si può rivedere su nastro, se non in bianco e nero, certamente in giallo pallido). Non ne girava una che sia una. Girano solo le palle per una gara nata male con l'erroraccio arbitrale e morta peggio con l'autogol di Zambrotta. Del Piero e Cassano, subentrati nel secondo tempo a partita già compromessa, starnutiscono sprazzi di classe senza però dare quel colpo di reni capace di far tornare il respiro a Donadoni. Peccato che i due fantasisti li avremmo voluto vedere a braccetto in occasioni mondane. Ora siamo in stato d'emergenza. Di già. Pochi ghirigori, quindi. Perchè contro gli uomini di Piturca sarà dentro o fuori. O quasi. Su, pensiamo con stentato ottimismo a venerdì (13, come se non bastasse). Che non sia venerdì di digiuno però.

domenica 8 giugno 2008

Come da copione

Vincono tutte le big: Germania, Portogallo, Repubblica Ceca e Croazia. Niente sorprese. Aspettando domani e facendo gli scongiuri...

Prima di leggere questa breve riflessione, scegliete la modalità di scongiuro che più vi garba: incrociate le dita, toccate ferro, o, per i maschietti senza troppo bon ton, massaggiatevi nei paesi bassi. Sì, perchè a proposito di Paesi Bassi c'è da sperare che l'Olanda domani sera non faccia lo strappo ad una regola che, a conclusione del primo turno dei gironi A e B, sembra scritta in neretto fra le pagine del regolamento di Euro2008: non avventuratevi in pronostici acrobatici, tanto a vincere sono le big. Tra queste, più ovvio che non si può, l'Italia (non che gli Oranje siano meno big, ma gli azzurri sono o non sono i campioni del mondo?). Quindi se la regola vale anche domani... Come non detto, Donadoni si sta già proteggendo gli attributi e Cannavaro ha appoggiato le stampelle sul pavimento per fare la stessa cosa.

Intanto il primo weekend dell'Europeo dice che i padroni di casa di Svizzera e Austria vengono sfrattati per un golletto rispettivamente da Repubblica Ceca e Croazia (favorite seconde), mentre il Portogallo e la Germania (favorite prime) ne fanno due ciascuno a Turchia e Polonia. Ragazzi, il copione va rispettato. Certo però che l'uovo con sorpresa sulla falsa riga della Grecia (che quattro anni fa battè gli anfitrioni lusitani nella gara d'apertura e completò l'opera battendoli pure in finale) sarebbe ben gradito. Giusto per regalarci emozioni inedite, per dirci frasi del tipo "pensa un po' te, non ci avrei scommesso un euro". Ecco, però domani alle 21 tenete chiuso il borsellino, per favore. Perchè contro Van Basten gli azzurri non devono farci brutte sorprese.

sabato 7 giugno 2008

Pepe al punto giusto

Prima del girone A, Portogallo-Turchia 2-0. Illumina Cristiano Ronaldo, ma è Pepe ad aprire le marcature: il difensore del Real è tornato. Chiude Meireles

Ci piace pensare che il Portogallo non sia sempre e solo Cristiano Ronaldo. Anche perchè si rischia di leggere la cavalcata europea dei lusitani, iniziata stasera sulle macerie turche, come un corso monografico su vita opere e miracoli calcistici del numero 7 più forte e imbrillantato che ci sia in circolazione. E siccome andando con lo zoppo s'impara a zoppicare, lo stesso vale quando in squadra hai "il" dribblatore e va a finire che anche tu impari a dribblare. Dopo il gol di testa annichilito per fuorigioco, Pepe ha aspettato il secondo tempo per riprodurre ciò che Cristiano Ronaldo faceva nel primo slalomando fra tre uomini di Terim (solo che la conclusione è fiacca e un po' emozionata): al 61' il centrale del Real Madrid scambia con Nuno Gomes, va dentro come un fendente nella molliccia difesa della Mezzaluna rossa e batte Volkan con un destro palombellato.

Evvai così. In un sol colpo il 25enne Kepler Pepe (che insieme a Deco dimostra che brasiliani si nasce, portoghesi si diventa) dà un bel calcione alla sfiga pagata con gli interessi nella sua prima stagione madrilena: infortuni e infortunelli gli sono stati più vicini dei compagni di squadra. Davvero un peccato per uno come lui che, cresciuto a pane e Mourinho nel Porto, veniva (e viene) considerato uno dei migliori difensori d'Europa. Poi a Ginevra c'è spazio accanto a Carvalho e l'occasione di ricordare a tutti che oltre a fare barricata ama anche sfondare quella avversaria. Occasione colta al volo e buona la prima degli Scolari a Euro2008. Perchè va bene Cristiano Ronaldo, ma ci vuole anche un po' di Pepe.

venerdì 6 giugno 2008

Il negativo del calcio italiano

Intervista a Oliviero Toscani: ecco perché gli inglesi tirano più di noi
"Noi lord, noi burini"
“Il nostro sistema è diventato grossolano e antipatico, come la politica. E negli stadi abbiamo tifosi che sembrano animali feroci chiusi in gabbia”


Se lo dice lui, che di vino non solo se ne intende, ma ne produce a litri nella sua villa in Toscana, bisogna fidarsi. Altro che assomigliare al Sassicaia che invecchiando migliora: il pallone italiano è sgonfio, va a rotoli e sa di tappo. "Il nostro sistema calcio è gestito da gente anziana di testa, tremendamente conservatrice". Oliviero Toscani, fotografo senza veli, ammette di non essere un calciofilo. Molto meglio i cavalli (alleva ottanta quarter, mica asinelli). A proposito, tra un pomeriggio allo stadio e uno in sella? "La domenica faccio una cavalcata di minimo sei ore". Come dire, nel giorno del Signore la serie A va a farsi benedire. Però il sabato c’è la Premier "e non me la perdo: quello sì che è vero calcio"...


(pubblicato su Lab Iulm Dossier - giugno 08)

giovedì 5 giugno 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 22

RIDE ON THE RHYTHM (BLACKWOOD)
Gennaio 1997. Alzi la mano chi sapeva che il progetto Blackwood non è americano, inglese o quel che l'è, ma è sardo, sardo cagliaritano, con quell'accento inconfondibile che raddoppia le consonanti e quella u dai tratti comici che accompagna il finale di più della metà dei cognomi autoctoni. Quindi, "u" rispettando, vi parliamo di Sandro Murru da Cagliari, il mitico conduttore di Mischia Furibonda e di Radiolina Dance Parade, i due programmi tamarri della radio locale Radiolina. Murru, che si fa chiamare Kortezman (il perchè è un segreto di Stato), è il dj produttore che con le basi di Manuele Marascia (sardo pure lui), la supervisione di Toni Verde (sardo pure lui) e la voce di Taborah Adams (beh, qui si capisce che sarda non è) ha spaccato con Ride on the rhythm nell'inverno/primavera '97. Seguiranno altri brani very cool, che andremo a presentare nelle prossime puntate. Intanto, godetevi il primo grande successo di Blackwood. E non preoccupatevi: il testo è in inglese.

Ascoltatevi la extended mix: il campionamento del ritornello sulla cassa a martello e il basso in entrata è roba coi fiocchi. Voto 8