lunedì 4 agosto 2008

Magie tattiche

Adesso non ci dicano che non conta l'allenatore, che non conta il modulo, ma che contano solo i giocatori in campo. Eh no, adesso, proprio adesso che le squadre di serie A stanno dando, come mai accaduto prima, un peso notevole, quasi totale, alle volontà del proprio stratega chiamato a dirigere i suoi dalla panca, proprio non ci vogliamo credere. Non ci crediamo perchè, sotto sotto, tutto si sviluppa secondo quel canovaccio che per gli allenatori fa rima con modulo: Herrera e Sacchi hanno dimostrato, seppur in due epoche distinte, come sia proprio il modulo a dare un'impronta indelebile (e vincente) alla squadra. Impronte che spesso vengono da terre lontane e meno blasonate: il 3-4-3 d'assalto proviene da Udine, dove Zaccheroni, durante la stagione '97-'98, esaltò le doti realizzative di Bierhoff, con Poggi e Amoroso sugli esterni a sfornagli cross caldi caldi che nemmeno la più fragrante briosche a colazione. Lo Zac, per non parlare di un altro allenatore avanti tutta come Zeman: due esempi di un calcio spregiudicato, che vola sulle ali. Le ali di cui va ghiotto Mourinho: preso Mancini, trattenuto Figo, da tempo Mou vuole Quaresma, che andrebbe a completare il tridente offensivo del 4-3-3. Se volere è volare, la fantasia non ha confini: con l'arrivo di Ronaldinho, Ancelotti si trova a gestire un esubero di fantasisti, come gli accadde nell'estate 2002, quando in un sol colpo Galliani gli regalò Seedorf e Rivaldo: Carletto arretrò Pirlo in mediana e ancora oggi l'albero di Natale, l'adorato 4-3-2-1, non conosce stagione. Ranieri tira dritto col pragmatico 4-4-2, anche se che con Amauri, Trezeguet, Iaquinta e Del Piero, tutti eccitati, l'ipotesi-tridente è lì dietro l'angolo. Dietro l'angolo e con piacevole stupore, Prandelli si è trovato Jovetic, che a Firenze accostano a Cocciante per il look e a Roby Baggio per i tocchi con la palla, così che con Mutu là davanti il serbo non sfigurerebbe affatto. E con loro tornerebbe a fare bella figura Gilardino. Spalletti, invece, ancora non se la sente di sbandierare il suo credo tattico: per ora c'è sempre Totti unica punta, aspettando che uno tra i vari Julio Bapista, David Silva e Malouda si decida a far visita alle bellezze di Roma, ma non come turista. Insomma, sono i giocatori ad andare in campo ma è l'allenatore a spedirceli. Mica però allo sbaraglio.

(srv All Sport News del 4 agosto 08)

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