Si scrive e si balla: la vita, per dj Skar, è come una canzone... basta darle ritmo! E tingerla di rossonero...
domenica 20 luglio 2008
Staffettao
A Milanello si sono dati il cinque, si sono abbracciati e si sono detti due o tre paroline dolci in brasiliano. Ronaldinho e Kakà, nella sala biliardo del ritiro rossonero, hanno cominciato la loro avventura alla corte di Ancelotti. Il Pallone d'oro è tornato in anticipo, bella sorpresa per tutto il Milan. Ed è stata una bella festa, fenomeni a confronto con Pato, il trio delle meraviglie. Per due giorni sarà così. Poi si daranno ancora il cinque, si saluteranno e si diranno "imbocallupo e arrivederci a fine agosto" sempre e rigorosamente nella lingua madre. Kakà a Dinho dirà pure "beato te che vai a Pechino". Già, perché se il Pallone d'oro in carica le Olimpiadi se le guarderà da casa, dopo l'operazione di maggio al ginocchio sinistro, Ronaldinho (insieme a Pato) la rassegna a cinque cerchi se la vivrà sul campo. Insomma, per un brasiliano che arriva ce ne è uno che se ne va. Ma la staffetta tutta carioca non è quella abbozzata dal Guardian, che oggi ha lanciato la superbomba di un Chelsea pronto a versare nelle casse rossonere 79.3 milioni di sterline (tradotto: 100 milioni di euro) per pigliarsi Kakà. Addirittura, secondo il quotidiano britannico, la trattativa sarebbe già avviata. Vittorio Mentana, team manager del Milan, ha prontamente smentito a nome dei vertici societari il tam-tam di voci e vocizzuole, ribadendo l'incedibilità del giocatore sul sito web ufficiale. Tutto secondo copione: anche il Chelsea, dopo il Real Madrid, deve rassegnarsi. C'è da dire però che gli assalti al 26enne brasiliano da parte dei club in grado di permettersi souvenir a 5 o 6 zeri sono ormai all'ordine del giorno e non fanno quasi più notizia. Di certo, il Milan ha provveduto a blindare il suo fuoriclasse garantendogli un ingaggio da superstar. Per respingere ogni tentazione. E l'arrivo anticipato di Kakà in ritiro dice abbastanza. Fin troppo.
Stefano Joni Scarpolini. O solo Stefano, o solo Joni. O SJS, o Dj Skar. O come volete voi. Classe '82, quella dei Kakà, degli Adriano, dei Cassano... Nasce a Jakarta, vive a Milano, sogna Madrid. Fa il dj perchè si diverte a mixare la commerciale e il giornalista perchè si diverte a scrivere di sport. E di cose poco serie...
Questo blog risale ai tempi sbarazzini e tamarri del master in giornalismo. Cosa ci troverete dentro? D'intellettualmente intrigante ben poco. Avrete invece a che fare con un putpurrì delle mie passioni e delle mie speranze. E soprattutto potrete analizzare a fondo la mia malattia per il calcio. Ma non esiste nessuna cura. Insomma, sono rimasto sempre lo stesso. Recidivo.
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