giovedì 31 luglio 2008

Messi benissimo

E' talmente minuscolo e modesto che gli applausi sinceri dei 40mila presenti al Franchi sembravano soffocarlo ed intimidirlo. Ma a standing-ovation come quella ricevuta a Firenze, in realtà, Leo Messi ci è abituato, coccolato com'è dal suo amato Camp Nou che non dimentica mai di deliziare con le sue giocate. Giocate identiche a quelle sfoderate con mostruosa disinvoltura contro la Fiorentina, con i difensori viola che rimanevano come incantati dai movimenti sinuosi della Pulce, che faceva un po' ciò che voleva: dribbling che più stretti non si può, passaggi geometrici da teorema di Euclide, tiri imprevedibili che nemmeno il coltello scagliato da Diabolik nell'oscurità della notte. Insomma, roba che si vede solo alla Playstation. Roba che tutti vogliono vedere anche in Cina. E così sia. Liberato finalmente dalla Fifa, il genietto argentino sta per raggiungere la sua Nazionale alle Olimpiadi, alla faccia del suo presidente Laporta, il cui ricorso al Tribunale Arbitrale Sportivo di Losanna (grazie all'intervento del giudice Fifa Slim Aloulou incaricato di risolvere la grana tra Barcellona e Argentina) dovrebbe perdere d'efficacia visti i precedenti con il Werder per Diego e lo Schalke per Rafinha. Prima di salpare per Pechino scortato da Pepe Costa, uno degli aiutanti del tecnico del Barsa, Guardiola, che lo controllerà da vicino in Cina, la Pulce ci teneva a dire a Firenze e al mondo intero che uno come lui, a far faville solo in delle innocue amichevoli estive, è sprecato. E che roba come questa merita il palcoscenico olimpico. Magari da dividere con l'amico ed ex compagno Ronaldinho, che con la Seleson sta tornando quello vero, quello che vinse nel 2005 il Pallone d'oro e che sogna di regalare magie in rossonero. Il Brasile di Dunga giocherà tra poche ore contro il Vietnam, ultimo test prima dei Giochi pechinesi.

(srv Studiosport - edizione notte e All Sport News del 31 luglio 08)

Ferrari, si riparte

Matteo Ferrari ha i colori neroazzurri nel destino. Una dozzina di anni fa fu proprio l'Inter a rapirlo da Ferrara, dove Matteo a soli 16 anni pilotava con destrezza la difesa della Spal in serie B. Dopo un anno di svezzamento nel settore giovanile, l'Inter lo gira in prestito al Genoa, al Lecce e infine, qualche chilometro più a nord, al Bari. Nel capoluogo pugliese, questo fustacchione alla Carlton Mayers (italiano di madre guineana ma nato in Algeria) sfoggia tutto il suo repertorio di fantastico baluardo difensivo tanto da meritarsi un posto fisso nella Nazionale Under 21 con cui vince l'Europeo 2000 sotto la guida di Marco Tardelli, che in quell'estate, diventato allenatore dell'Inter, convince il presidente Moratti a puntare su di lui. Ma a San Siro la musica non è la stessa del San Nicola di Bari o dei campi europei solcati coi compagni azzurrini: Ferrari racimola sì o no una ventina di presenze dimostrando di non essere all'altezza e, insieme al suo mentore Tardelli, viene travolto 6-0 dal Milan nel clamoroso derby del 11 maggio 2001. Da lì, l'addio all'Inter e il trasferimento a Parma, dove rinasce: nell'estate 2004 Trapattoni, ct della Nazionale Maggiore, se lo porta con sè agli Europei 2004 in Portogallo, mentre i Sensi lo conducono a Roma. Ma coi giallorossi ricomincia l'incubo: errori imbarazzanti, scarsa sicurezza e la curva che gli ulula ai timpani. Così viene mandato in prestito un anno all'Everton. Finita l'esperienza non esaltante in Inghilterra, torna alla Roma, ma Matteo fa più clamore per la sua relazione con la bella Aida Yespica piuttosto che con le sue prestazioni in campo. Ora però basta coi gossip: Ferrari ha voglia di dare (ottime) notizie dal campo.

(srv Calciomercato del 31 luglio 08)

Croce rossa

Josè Mourinho, in gioventù modesto difensore centrale, si è proposto e soprattutto ha proposto di rilanciare il suo vice, Beppe Baresi, un pezzo grosso della retroguardia interista anni 80, nonostante abbia 50 primavere sulle spalle. Un po' troppe per essere schierato al centro di una difesa corrosa dagli infortuni e ricca di punti interrogativi a meno di un mese dalla Supercoppa. E allora, bando alla battuta post-Trofeo Tim) dello Special One che citava Baresi come ultimo baluardo da mettere laddietro insieme a Burdisso (che la società mette al riparo dagli assalti della Fiorentina), l'Inter conta col dito indice gli unici due superstiti - su sei teoricamente a disposizione - del settore centrale della difesa, ovvero Rivas (tra l'altro affaticato) e lo stesso Burdisso, l'unico veramente sano, che però - causa squalifica - salterà la prima di Champions. Ed è emergenza. Dopo un contatto involontario con Viera su azione di corner in Inter-Juve del Tim, la diagnosi dell'infortunio di Marco Materazzi suona esattamente così: stiramento di primo grado del muscolo semimimembranoso della coscia sinistra. Per farla breve: minimo un mese di stop. Pronto (se i miracoli esistono) per la prima di campionato Ivan Ramiro Cordoba, operato al crociato anteriore del ginocchio sinistro andato in tilt a Liverpool nell'andata degli ottavi di Champions League a febbraio. Arruolabili non prima dell'inizio della stagione che conta pure Walter Samuel (che sta recuperando dopo l'intervento al ginocchio ma alle prese ora con una simpatica tendinopatia che ne rallenta il recupero) e Christian Chivu (che comincia a lavorare domani dopo aver saltato tutto il ritiro di Riscone per l'operazione alla spalla). A estremi rimedi Mourinho pensa all'arretramento in poppa di Cambiasso, l'unico centrocampista in grado di prestarsi alla difesa, che però, tanto per cambiare, al Tim è uscito anzitempo per qualche fastidio alla coscia. Note stonate dall'infermeria, quindi. E certi dischi amarcord sono troppo impolverati per poter essere riproposti.

(srv Seria A News del 31 luglio 08)

mercoledì 30 luglio 2008

Non fare lo snob

Se l'andazzo è questo, va a finire che sulla corsia mancina ci si piazza direttamente Spalletti: dopo i "grazie ma non m'interessa" da parte di Julio Baptista, di Malouda, ma soprattutto dopo il tiraemolla-Mutu che alla fine ha mollato la presa giallorosa ed è rimasto a Firenze, la Roma è alla disperata ricerca di un attaccante in grado di farsi largo sulla sinistra. Da qualche giorno il ds Pradè fa la corte a Ibrahim Afellay, centrocampista offensivo del Psv Eindhoven. Valutazione: 15 milioni di euro. Un po' troppi per i Sensi, che sperano in uno sconto. Aspettando un segnale dall'Olanda, a Trigoria c'è un attaccante che non fa lo snob: è Stefano Okaka, 19enne di origine nigeriana e nazionale Italia Under 19, che non andrà a Bologna ma rinnoverà il suo legame con la Roma fino al 2012. Per lui garantisce Francesco Rocca, ct dei baby azzurri. Alla Roma non dispiacciono neanche Cissè dell'Olimpique Marsiglia, Menez del Monaco e David Silva del Valencia. Aquilani invece è lusingato dai complimenti di Mourinho che lo definisce fortissimo e il pensierino neroazzurro (lo aspetterebbero 3,7 milioni all'anno) ce lo fa eccome. C'è anche la Juve alla finestra e si parla di un pesante disagio del centrocampista nella capitale.
L'appetito vien mangiando. Così la Reggina, preso Bernardo Corradi dal Manchester City, punta su Papa Waigo della Fiorentina (considerato la spalla ideale del centravanti senese) e tratta col Parma uno scambio Vigiani-Parravicini più l'acquisto di Marco Rossi.
Il presidente del Torino Urbano Cairo dopo aver perso Paloschi, ha deciso di puntare su un giovane che segue da tempo, Pozzi dell'Empoli. Che però non lo sgancia a meno di 7 milioni di euro.


(srv Studiosport e All Sport News del 30 luglio 08)

martedì 29 luglio 2008

Non muoverti

David Trezeguet resta alla Juve. Figuriamoci dopo il suo ritorno al gol ieri al Trofeo Tim. Il presidente della Juventus Cobolli Gigli mette la riparo l'attaccante francese dagli assalti del Barcellona, in visita stasera a Firenze non tanto per giocarsi l'amichevole con i viola quanto per proseguire ancor più da vicino il corteggiamento alla punta bianconera, con 30 milioni di euro cash pronti per essere estratti dal taschino. Una cifra che in realtà ai bianconeri farebbe comodo per pigliarsi in un sol colpo il degno sostituto di un Trezeguet col muso lungo dopo l'arrivo prepotente di Amauri e un centrocampista di qualità da affiancare a Poulsen.
Dopo l'infortunio di Materazzi, l'Inter si tiene stretto Burdisso, autore del primo gol dell'era Mourinho. Ma per il difensore argentino fa pressione la Fiorentina: l'offerta si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Va bene Muntari, ma i neroazzurri sperano ancora in Quaresma: 17 milioni più Pelè è quanto messo sul piatto da Branca, ma il Porto fa orecchie da mercante.
In casa Milan, dopo Ronaldihno, potrebbe arrivare un altro sudamericano: è l'uruguayano Tabarè Viudez, talentuoso centrocampista del Defensor Sporting di Montevideo e Nazionale Under 20, che secodno il presidente del Defensor Fernando Sobral sarà in Italia nelle prossime ore per sostenere le visite mediche con il club di via Turati.
Bernardo Corradi è un giocatore della Reggina. L'accordo è stato raggiunto con il Manchester City: l'attaccante ha risolto il contratto con gli inglesi e ha firmato per una stagione con gli amaranto a titolo definitivo.


(srv All Sport News del 30 luglio 08)

Trofeo Tim Story

C'è chi in spiaggia si porta il romanzo-mattone da cinquecento pagine, c'è chi vuole fare prima e dello stesso romanzo si legge il bigino. Ecco, i calciofili che non hanno la pazienza di aspettare fino all'ultima settimana di agosto si godono puntualmente ogni estate il Trofeo Tim, che riassume in una sola notte il meglio del calcio italiano. Inter, Juventus, Milan: sempre e solo loro, le bellocce della serie A, che da ormai otto anni sfoggiano l'esagerazione di una sessantina di scudetti in questo triangolare diventato una classica fra le amichevoli di precampionato.

Amichevole sì, ma non troppo. Perché poi in realtà ce se le dà di santa ragione. Osservate cosa accadeva nell'agosto 2002: Davids e Contra se ne fregano della censura e in Milan-Juve del Trofeo Tim-seconda edizione (vinta dall'Inter di Cuper, reduce dal fatale 5 maggio) scambiano lo stadio Nereo Rocco di Trieste per un ring che nemmeno il Tyson sceso dal letto col piede sbagliato. Questo è un esempio, il più eclatante e il più deplorevole, ma quando hai di fronte le tue eterne rivali non c'è amichevole che tenga. Ed è pure l'occasione per convincere l'allenatore a puntare su di te non appena si farà sul serio. Peccato che certe promesse se ne vadano in letargo a settembre.

Vedi un certo Christian Vieri che, appena passato dall'Inter al Milan, nel Tim 2005 (disputato ancora a Trieste) mette a segno ben due rigori (il primo annullato) contro la Juve di Capello, l'esatta metà delle reti che collezionerà in rossonero. Come dire, le amichevoli servono anche per rimpilzare il bottino. Oppure, sempre in casa rossonera, vedi un certo Fatih Therim che, arrivato da Istanbul con la fama di Imperatore, vince la prima edizione del Tim ma a gennaio, dopo una serie di prestazioni deludenti in campionato, viene rispedito con le orecchie basse in Turchia. O ancora (stavolta Inter parlando) Oba Oba Martins, che nel 2003 a suon di capriole regala il trofeo ma non altrettante gioie a Cuper durante la stagione che conta.

Il Tim mantiene fin ora il prefisso di Milano: 5 edizioni (4 consecutive) ai nerazzurri, 2 ai rossoneri. La Juve è ancora all'asciutto, battuta lo scorso 14 agosto a San Siro dall'Inter di Mancini ai rigori e dal Milan di Ancelotti con il gol di Gilardino. Uno che quella sera sembrava divorare l'erba. Uno che poi, nonostante una decina di gol messi in fienile, nell'erba gelida dell'inverno milanese si è smarrito ed è andato a cercare fortuna da Prandelli a Firenze. Insomma, se aprite il bigino "Trofeo Tim" ci troverete il meglio del calcio italiano. Per le previsioni sul campionato che verrà, invece, leggetevi un manuale di chiromanzia.


(srv All Sport News del 29 luglio 08)

Prefisso 02

Squillino le trombe: stasera al Trofeo Tim, sfilano come accade da ormai otto estati le bellocce del calcio italiano. Quelle che, accompagnate in passerella dai vari Mancini, Amauri e Kakà, di tirarsela ne hanno ben donde. Ma c'è poco da vantarsi se del campionato fin ora è stato decretato solo il calendario e in estate, si sa, tutti vanno in spiaggia sfoggiando la spilla-scudetto attaccata al costume. Intanto, la bomboniera dell'Olimpico di Torino (che ospita il Tim per la prima volta) conterrà qualcosa di esagerato come una sessantina di titoli nazionali: Inter, Juventus e Milan: il meglio della serie A con un mese d'anticipo. Con quattro anni di ritardo avverrà stasera la stretta di mano tra Ranieri e Mourinho: l'allenatore bianconero faceva in tempo a portare il Chelsea in Champions League che Abramovich, nell'estate 2004, gli diceva grazie tante rimpiazzandolo con lo Special One: al cambio della guardia i due nemmeno si videro. Capita. Non è mai è capitato invece che la Juve uscisse trionfante dal Tim, che mantiene il prefisso di Milano: 2 edizioni al Milan, 5 all'Inter, che il 14 agosto scorso, con Mancini (quello che si pronuncia con la C) in panca, si accaparrava in un sol colpo derby d'Italia e derby della Madonnina. Ancelotti il Tim lo vuole. Perchè sotto sotto si farà sul serio. Chiedete a Contra e a Davids, che nel 2002 scambiarono lo stadio di Trieste per un ring che nemmeno il Tyson sceso dal letto col piede sbagliato. Ma stasera si esige solo sano spettacolo. Quello garantito da Mancini, Amauri e Kakà.

(srv Studiosport - edizione 13 del 29 luglio o8)

lunedì 28 luglio 2008

La leggenda continua

Ci manca solo che tra i requisiti minimi per fare due palleggi in croce sia prevista la laurea in lingue. Ma, in effetti, gli stranieri che militano nelle squadre italiane sono così tanti che per farsi capire in mezzo a questa babele bisognerebbe sapere bene l’inglese come minimo e un paio di idiomi a piacere. La Giba (il sindacato dei giocatori) minaccia uno sciopero dalle convocazioni in Nazionale l’attuale convenzione del 6+6, ovvero il tesseramento di 6 stranieri (4 extracomunitari, 2 comunitari) e 6 italiani. Giba, Federazione Italiana Pallacanestro e Lega di Serie A ne discuteranno il 27 agosto. Preoccupato il presidente del Coni Petrucci, che teme di assistere al primo sciopero azzurro. Preoccuapto il ct Recalcati, che non sa più dove pescare giocatori nostrani. Giocatori sottopagati, che si vedono i colleghi forestieri arrivare in massa, magari pure brocchi, ma ricoperti d'oro dai club. Come sono lontani i tempi in cui quei pochi stranieri ingaggiati (al massimo 2 per squadra) erano dei campioni. Noi un campione, una leggenda del nostro basket anni Settanta, lo abbiamo ritrovato. Disoccupato, si trova nella stessa situazione di molti cestisti italiani. E che se non fosse per un club fondato apposta per lui, col basket non avrebbe più nulla a che fare. Stiamo parlando dell'americano John Fultz, allora detto Cocìs per la capigliatura e la fascia in testa da indiano, che arrivò in Italia nel 1971. Oltre ai tantissimi successi collezionati a Bolognacon la Virtus, ci racconta l'episodio più importante della sua carriera: "Durante le Olimpiadi del '72 noi disputammo la prima partita contro la Russia. Tutti erano convinti che perdessimo, che contro di loro non avessimo scampo, e invece vincemmo con 15 punti di distacco: è stata la più bella partita che feci in vita mia". C'è chi lo vorrebbe clonare, ma lui ha trasmesso il suo DNA al figlio Robert che, dopo aver giocato a Pesaro, il prossimo campionato andrà a Reggio Emilia: "Lui è nel giro della Nazionale, ha partecipato agli Europei. Sta facendo un'ottima carriera: è un grandissimo playmaker, è un genio nel passare la palla".

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(srv Studiosport - edizione notte del 28 luglio 08)

domenica 27 luglio 2008

Eurostar

Somiglierà pure a un portaombrelli come dicono gli snob, ma per la gioia dei 55mila presenti al San Paolo il Napoli, dopo 14 anni, tornano con orgoglio e tenacia a lottare per la Coppa Uefa: i Partenopei riabbracciano l'Europa che conta battendo nel terzo turno di Intertoto i greci del Panionios con lo stesso risultato dell'andata, 1-0. La firma, stavolta, è di un super Marek Hamsik. Pronti via e si capisce che sarà la sua serata: il gioiellino ceco all'11' invita Denis e Maggio a bussare alla porta dei Greci (il primo è in ritardo, il secondo c'è ma chiude Krezic in uscita), al quarto d'ora scocca la freccia dalla distanza: fuori di poco. Sul versante opposto Maggio fa primavera saltando in scioletezza gli avversari: al 26' l'ex doriano trova uno spiraglio in area ma sul traguardo Tzavellas gli taglia la strada . Il Napoli è padrone della gara senza però affondare il colpo. Per poco non ci riescono gli ospiti al 28', quando l'ex di Roma e Inter Choutos raccoglie una palla vagante e stampa il palo. Nella ripresa i ritmi calano ma al 19' ecco il sussulto: cross di Pià, sponda aerea di Denis, inserimento di Hamsik. Ed esplode il San Paolo. Superato l'esame di greco, il Napoli torna all'epoca di Maradona. Cioè in Europa.

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sabato 26 luglio 2008

Rey Carlos

Il giallo c'è già: è il colore della maglia che ha difeso dagli assalti di Evans lungo i 53 km che collegano Cerilly con Saint-Amand Mondrond. Il rosso pure: lo trova a doppia striscia sulla bandiera del suo Paese, la Spagna, che dopo gli Europei di calcio conquista anche la 95esima edizione del Tour de France con lui, Carlos Sastre, eletto Le Roy con una tappa di anticipo. Quindi staccategli di dosso l'etichetta di eterno secondo: ora lo aspettano i Campi Elisi di Parigi, perchè la ventunesima e ultima frazione sarà solo una formalità per il capitano della Csc e per chi gli farà compagnia sul podio, l'australiano Evans (secondo) e l'austriaco Kohl. E' il terzo anno consecutivo che un iberico sta davanti a tutti: lo scorso anno toccava ad Alberto Contador (vincitore del Giro d'Italia), nel 2006 a Oscar Pereiro. Sastre sorprende tutti nella crono (che va al tedesco Schumacher), a cominciare dallo stesso specialista Evans, nei confronti del quale conserva un minuto di vantaggio. Carlos Sastre è diventato Re Carlos, il conquistatore di Francia.

(srv Studiosport - edizione notte e All Sport News del 26 luglio 06)

venerdì 25 luglio 2008

Cheese...

Guardate questo Ronaldinho. Poi guardate questo. Infine quest'altro e capite che la differenza sta tutta nei suoi dentoni. Che a Barcellona rimanevano nascosti sotto le labbra, che a Milano sono tornati in bella vista, che a Singapore, sulla strada per Pechino, brillano ancora di più, manco posassero per lo spot di un dentifricio. Il ct del Brasile Dunga non si stupisca quindi se il suo fantasista ha ritrovato il sorriso: nel giro di una settimana si è accasato al Milan e ha riabbracciato da fuoriquota la Nazionale, quella Nazionale che i blaugrana volevano fargliela vedere in tv e di cui, invece, grazie al via libera di Galliani, sarà sicuro protagonista ai Giochi di Pechino. Luccica anche l'apparecchio di Pato perché molto probabilmente nel 4-4-2 di Dunga affiancherà Dinho in attacco. Un corpo verdeoro con la testa rossonera, a cui hanno preso parte anche Diego del Werder Brema e Rafinha dello Shalke 04, fuggiti dai rispettivi club (pronti a denunciarli al Tribunale sportivo di Losanna) e volati in Oriente con l'intenzione di rientrare in Europa solo a rassegna conclusa, come dichiara il fantasista del Werder: "Non ho assolutamente intenzione di tornare sui miei passi. Ho preso questa decisione perché il mio sogno è di vincere la medaglia d'oro. La Fifa sta dalla mia parte, quindi so che sto agendo correttamente". C'è da dire però che le società non rispondono alla Fifa, quanto al Comitato olimpico. E quindi possono bloccare i loro tesserati tramite cavilli burocratici. Ma tant'è. Dunga, che non può contare su Robinho blindato dal Real Madrid, lancia una frecciata ai blancos: "L'anno scorso quando loro avevano bisogno di Robinho ho rinunciato a lui pur di accontentare le loro richieste, ora spero che avvenga la stessa cosa". L'Argentina deve invece rinunciare a Messi, tirato per le orecchie da Maradona sulle pagine del quotidiano Olé: secondo el Pibe de Oro, Messi dovrebbe avere più carattere e decidere per sè stesso, sennò non sarà mai un leader.

(srv All Sport News del 25 luglio 08)

Sogni e incubi

Può anche andare a letto presto, con la mammina che gli raccomanda di fare tanta nanna per svegliarsi ben riposato in vista della gara del giorno seguente, ma ormai Roger Federer i riposi non è più capace di gestirli. Figuriamoci ora che non ha più nemmeno la sua adorata suite dove poter dormire, sfrattato al suo arrivo all'Hilton Hotel di Toronto perché due star del cinema indiano l'avevano già prenotata. Fuori dall'albergo, fuori dal torneo di Toronto al primo turno per mano del francese Gilles Simon, numero 22 al mondo. Una disfatta figlia anche della finale di Wimbledon persa contro Nadal (una sorta di cambio di guardia sulla vetta del mondo), rappresenta l'alba del tramonto del numero 1 del tennis che, eccetto le vittorie nei due tornei minori di Estoril e Halle, non sa più vincere, neppure nello Slam, la sua specialità. I Giochi e l'Open Usa sono le uniche opportunità per raddrizzare un'annata storta, ma Roger è crollato psicologicamente e la sua leadership è ora messa a repentaglio dal sopraggiungere di Rafa Nadal che, umiliato l'americano Jesse Levine 6-4 6-2, è sicuro di sè e punta dritto alla finale: se la vince, dopo 157 settimane passata ad osservare lo svizzero col naso all'insù, diventa il nuovo numero uno. Poi tutti a nanna: per Federer saranno incubi, per Nadal sogni d'oro.

(srv Studiosport - edizione 13 e TG4 del 25 luglio 07)

giovedì 24 luglio 2008

Non copiare

Ci piace pensare che Mourinho a scuola fosse il tipico secchioncello che mentre fa il compito in classe nasconde il foglio con entrambe le braccia per impedire al compagno di banco di scopiazzare. Ma sulle tribune di Riscone di Brunico non c'è traccia delle spie da lui sempre tanto temute, ci sono solo tanti tifosi nerazzurri accorsi per il debutto stagionale: quindi contro l'Al Hilal campione di Arabia Saudita l'allenatore portoghese può debuttare e vincere 1-0 alla luce del sole altoatesino: l'avventura interista dello Special One inizia benone, a partire da un Adriano voglioso di fare, un Balotelli che oltre per la patente scalpita per un posto da titolare in attacco, e un Mancini già col dribbling spontaneo. Mourinho alterna titolari e riserve nei 2 tempi. Non cambia il modulo, l'annunciato 4-3-3. Davide Santon, tornante classe '91 (il più giovane del ritiro nerazzurro) ci tiene a sottolineare che l'età del biberon è finita da un pezzo e che sulla corsia destra non solo di Maicon si vive: il biondino si beve in più occasioni gli arabi e si propone come alternativa al brasiliano. Se al 40' il portiere arabo Alotaibi fa il gabbiano su Adriano (anticipandolo col guantone) 5 minuti dopo (proprio in chiusura di tempo) deve tornare sulla terra per raccogliere la palla in rete: a spingerla dentro è Burdisso che, appostato sul secondo palo, trasforma di testa un cross dalla destra per l'1-0 definitivo. Nella ripresa infatti, il risultato non cambia. Cambia solo l'Inter per 11/11: si vede in campo per la prima apparizione con la nuova maglia l'ex romanista Mancini che in più occasioni ripropone lo show di Lione. Con lui in campo anche Crespo che pur di raddoppiare fa il Maradona deviando di mano un cross di un Maicon già formato campionato. Buona la prima. Mourinho può sorridere. Gli altri, se ci riescono, copino pure.

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mercoledì 23 luglio 2008

Metti su un altro canale

A Roma è già quasi festa ma non solo di Mutu si vive. C'è la Bestia del Real Madrid, Julio Baptista. L'attaccante brasiliano che Spalletti vuole a tutti i costi, pure in prestito. Sicuro del suo trasferimento alla Roma il procuratore di Reyes, un altro giocatore che piacerebbe all'allenatore giallorosso.
Il tormentone Lampard comincia ad annoiare persino gli appassionati delle telenovelas più lacrimose. Ecco allora che l'Inter cambia canale e mette su Muntari: il Portsmouth non lo molla tanto facilmente, ma i nerazzurri hanno un accordo di massima col centrocampista ex Udinese: quadriennale di 1,8 milioni di euro. Si può fare. E' ormai quasi fatta invece per Quaresma: al Porto pronti 17 milioni cash più Pelè.
Il Milan, che ha ceduto in comproprietà Abate al Torino, non si fida della schiena malandata di Nesta e guarda al difensore centrale Alex Silva del San Paolo, 23 anni. Costa 4 milioni, recuperabili con la cessione di Simic e Paloschi, sempre più in orbita Reggina.
Dopo 3 anni, Behrami saluta la Lazio e va al West Ham: per il nazionale svizzero contratto di 5 anni fino al 2013.
In Inghilterra lo raggiungerà prestissimo Mark Bresciano: il presidente del Palermo Zamparini ha dato il nulla osta per il suo passaggio al Blackburn Rovers. Chi non si muove invece è Cavani, nonostante la sua voglia di giocare con continuità lontano dalla Sicilia.


(srv All Sport News del 23 luglio 08)

No tu no

Se non fosse stato per un Rocchi ancora estraneo alle trame azzurre, là davanti il triangolo sì, lo avremmo considerato: i fenomeni tascabili Rossi e Giovinco scoiattolano nella difesa rumena dimostrando di essere già in forma olimpica, mentre il fuoriquota laziale fa il gatto di marmo e in pagella si becca un laconico non pervenuto. Così, ieri sera a Pistoia contro la Romania, nell'ultimo test in vista dei Giochi, Casiraghi si deve accontentare di un trio offensivo che funziona per due terzi (con Rossi che al 39' sugli sviluppi di un corner fa tutto da solo e infilza Tatarusanu) e una retroguardia che perde i sensi solo a 4 minuti dal tutti sotto la doccia, quando Stancu approfitta del lapsus di Coda e Criscito per pareggiare i conti. Nessun campanello d'allarme però: l'Italia Olimpica è in forma (il 7 agosto si fa sul serio contro l'Honduras) e con quei due pargoli laggiù, che uno sopra l'altro non fanno neppure 3 metri e mezzo ma che sommati sono più devastanti di un tir, c'è da stare tranquilli. Molto meno tranquilli sono i club che non sanno a che santo votarsi pur di trattenere i propri campioni scalpitanti per Pechino. Dopo Eto'o e Kakà (che sorride a denti stretti a Milanello) ecco i casi eclatanti di Drogba (che il Chelsea dichiara infortunato), di Robinho (che non è riuscito a piegare il Real nemmeno a lacrime) e soprattutto di Diego, che il Werder Brema vuole addirittura denunciare al Tribunale Arbitrale dello Sport, a cui spetta l'ultima parola su ogni tipo di vertenza. Diego però è un Under ed è libero di raggiungere la nazionale verdeoro: il Tas potrebbe stravolgere le regole. In dubbio olimpico anche Leo Messi: il Barca sta patteggiando con la federazione argentina. Pechino senza le stelle del calcio? Noi ci mandiamo Giovinco e Rossi: sono piccoli come lucciole ma illuminano uno stadio intero.

(srv Studiosport - edizione 13 del 23 luglio 08)

martedì 22 luglio 2008

Colpi in tasca

A 4 minuti dal 90', questa Italia Gigi Casiraghi se la poteva mettere in tasca e portarsela venerdì in Cina con una buona dose di ottimismo grazie alle prodezze dei fenomeni tascabili Giovinco e Rossi, che uno sopra l'altro non fanno neppure 3 metri e mezzo. Ma a Pistoia, nell'ultimo test in vista dei Giochi, contro la Romania è 1-1: in vantaggio con Rossi al 39', gli azzurrini subiscono l'inaspettato pari all'86'.
Dieci minuti dal fischio e Giovinco e Rossi iniziano a dare i numeri: lo juventino svolazza sulla destra in area, peccato che al suo assist risponda Signor Nessuno; il fantasista del Villareal saluta tutti sulla trequarti accaparrandosi una punizione interessante, che però Giovinco consegna alla barriera rumena. Al 16' gli ospiti bussano alla porta di Viviano, che suda freddo quando da 25 metri Torje azzarda il tiro della vita. Al 39' il vantaggio azzurro: sugli sviluppi di un corner, Rossi sradica un pallone al limite e fa partire un gran sinistro che, complice una deviazione, batte Tatarusanu. La ripresa sembra non offrire granchè (ritmi bassi e via col walzer delle sostituzioni a cui partecipa anche un Rocchi ancora estraneo alla manovra azzurra). All'86' però ecco il tap-in di Stancu che fa 1-1. Era solo una prova. Ma contro l'Honduras in Cina il 7 agosto si farà sul serio.


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(srv Studiosport - edizione notte, All Sport News e TG5 notte/mattina del 22 luglio 08)

domenica 20 luglio 2008

Cosa vuoi di più dalla vita

Sarà che un ritorno dev'esser sempre fatto in grande stile, ma più di così il figliol prodigo Fabio Liverani non poteva desiderare. Palermo, ancora grata per i suoi trascorsi nelle giovanili rosanero, gli ha spedito in Austria un pacco regalo con dentro la maglia numero 11 (che fino a giugno apparteneva al mostrosacro Amauri), la gloriosa fascia di capitano (battuta ormai la concorrenza di Balzaretti, Migliaccio e Miccoli) e un posto dorato da titolare in cabina di regia. Colantuono, infatti, sta architettando la squadra partendo proprio dal play ex-viola, l'architrave del nuovo Palermo: "Sì, adesso abbiamo Liverani che è un organizzatore di gioco e, avendo un buon piede, può sviluppare varie tipologie d'attacco, anche in verticale. Il modulo sarà il 4-3-3''. Se Miccoli saprà resistere alla tentazione Benfica (i portoghesi continuano a bussare alla porta di Zamparini con 4 milioni e mezzo di euro in tasca), il salentino sarà uno dei protagonisti di questo tridente griffato Colantuono insieme a Budan (in arrivo stasera a Bad Kleinkirchheim insieme ad Amelia e Bresciano) e a Cavani che, nonostante la sua voglia di andare in prestito altrove, viene dichiarato incedibile dal ds Sabatini. Avanti tutta col 4-3-3, dunque, senza paura. Anche perchè dietro garantisce il gigante Carrozzieri, acquistato dall'Atalanta. Un difensore alla Materazzi, per intenderci. Con qualche cartellino di troppo. "Quest'anno spero di migliorare, perchè nello scorso campionato il bugdet è stato un po' alto: 11 gialli e 3 espulsioni... Ma non pensate sia solo un rude". E stasera alle 18 si fa sul serio: prima amichevole contro la rappresentativa del Nockberge. Colantuono manderà in campo tutta la rosa, smistandola fra primo e secondo tempo: i provini generali, con Liverani in regia, sono inziati.

(srv All Sport News del 20 luglio 08)

Staffettao

A Milanello si sono dati il cinque, si sono abbracciati e si sono detti due o tre paroline dolci in brasiliano. Ronaldinho e Kakà, nella sala biliardo del ritiro rossonero, hanno cominciato la loro avventura alla corte di Ancelotti. Il Pallone d'oro è tornato in anticipo, bella sorpresa per tutto il Milan. Ed è stata una bella festa, fenomeni a confronto con Pato, il trio delle meraviglie. Per due giorni sarà così. Poi si daranno ancora il cinque, si saluteranno e si diranno "imbocallupo e arrivederci a fine agosto" sempre e rigorosamente nella lingua madre. Kakà a Dinho dirà pure "beato te che vai a Pechino". Già, perché se il Pallone d'oro in carica le Olimpiadi se le guarderà da casa, dopo l'operazione di maggio al ginocchio sinistro, Ronaldinho (insieme a Pato) la rassegna a cinque cerchi se la vivrà sul campo. Insomma, per un brasiliano che arriva ce ne è uno che se ne va. Ma la staffetta tutta carioca non è quella abbozzata dal Guardian, che oggi ha lanciato la superbomba di un Chelsea pronto a versare nelle casse rossonere 79.3 milioni di sterline (tradotto: 100 milioni di euro) per pigliarsi Kakà. Addirittura, secondo il quotidiano britannico, la trattativa sarebbe già avviata. Vittorio Mentana, team manager del Milan, ha prontamente smentito a nome dei vertici societari il tam-tam di voci e vocizzuole, ribadendo l'incedibilità del giocatore sul sito web ufficiale. Tutto secondo copione: anche il Chelsea, dopo il Real Madrid, deve rassegnarsi. C'è da dire però che gli assalti al 26enne brasiliano da parte dei club in grado di permettersi souvenir a 5 o 6 zeri sono ormai all'ordine del giorno e non fanno quasi più notizia. Di certo, il Milan ha provveduto a blindare il suo fuoriclasse garantendogli un ingaggio da superstar. Per respingere ogni tentazione. E l'arrivo anticipato di Kakà in ritiro dice abbastanza. Fin troppo.

(srv All Sport News del 19 luglio 08)

sabato 19 luglio 2008

Vendesi

Vabbè che è come se fosse la sua nuova casa e a Milanello lo ospiterebbero tutte le notti per coccolarselo fino all'ultimissimo briciolo di giornata. Ma è giusto che abbia una casetta tutta sua e quindi, trovato il Milan dopo tanto sospirare, da ieri Ronaldinho sta cercando anche un appartamento. Meglio se in zona San Siro, meglio ancora se vicino agli altri brasiliani. A questo ci penserà la sorella Dayse. Così il Gaucho può andare alla ricerca del numero di maglia: Seedorf il 10 non lo molla tanto facilmente, al più rimangono la 11 e la 20. Dinho e l'olandese facciano bim bum bam entro mercoledì prossimo, quando il brasiliano salperà per Pechino con la Nazionale Olimpica verdeoro mentre i suoi nuovi compagni debutteranno in amichevole contro la Cremonese. Dopo il sì di Milan Lab, ieri Dihno ha dato qualche assaggio della sua classe in campo: classico torello (senza mai andare in mezzo), prove generali di sintonia con Inzaghi in partitella e un palo colpito. Per un brasiliano che arriva ce ne è uno che se ne va? Secondo il Guardian, quello con la valige in mano destinazione Londra sarebbe Kakà: il Chelsea avrebbe già avviato una clamorosa trattativa top secret col Milan offrendogli 100 milioni di euro. Il quotidiano britannico cita il consigliere personale del giocatore, Diogo Kotscho, secondo il quale la situazione è diversa da quella dello scorso anno, quando Galliani aveva respinto i 90 milioni proposti dal Real Madrid. All'ad rossonero tocca per l'ennesima volta smentire tutto. A meno che Kakà non abbia già consultato Sheva per trovare un bell'appartamentino a Londra.

(srv Studiosport - edizione 13 e All Sport News del 19 luglio 08)

venerdì 18 luglio 2008

Italiana e toscana

Martina Guiggi
Sotto la rete
Vuole la consacrazione e insieme alle Azzurre sa di poter arrivare in vetta. Dalla sua: riti scaramantici, hip hop e discoteca

Metti una mattina come tante altre: la solita coda per attraversare il centro di Milano unita al grigiume del cielo. L’appuntamento con Martina Guiggi, centrale della Nazionale e della Scavolini Pesaro, è alle 11.30. Arrivi puntale, immagini di dovere attendere, ma lei è già lì. Ti aspetti una con un’aria da star, invece Martina, in jeans e canotta bianca, attende appoggiata all’ingresso, semplice e assorta. Sorride, si racconta e racconta per noi di Maxim - per cui si è fatta fotografare in esclusiva - tutto quello che le frulla per la testa alla vigilia della spedizione cinese. Martina, insieme alle compagne della Nazionale, sarà tra le più azzurre speranze per l’oro Olimpico. Anche se lei, la spilungona di Pisa, mette le mani avanti: “sicuramente ci sono buone probabilità. Siamo il gruppo vincente del 2007 ma sappiamo che sarà dura; le nostre avversarie sono agguerrite”...

Per leggere l'intero articolo vai sul sito di Maxim

(pubblicato su Maxim - luglio/agosto 08)

Contagio carioca

Persino sulle alte quote di Bad Kleinkirchheim si respira aria brasileira: l'effetto Ronaldinho si è sparso fra le valli austriache e ha raggiunto il raduno del Palermo, dove da qualche ora circola un nome di mercato che non finisce in "inho" ma che con la samba ha comunque a che fare. Si tratta di Thiago Neves Augusto, 23 anni, trequartista mancino del Fluminense. Un tipo alla Nedved, un'idea del nuovo ds Sabatini. Colantuono preferirebbe un attaccante italiano e, poichè i rapporti col Milan sono buoni, ecco spuntare il sogno Marco Borriello (che con l'arrivo di Ronaldinho potrebbe chiedere di andare via anche se il Milan è contrario), per un tridente offensivo composto da Augusto a sinistra, l'ex genonano al centro, e Jankovic a destra. E a proposito del serbo, tutta Palermo si aspetta molto da lui, dopo un incipit di campionato un po' stentato: "Ancora non capisco perchè Guidolin non mi facesse giocare. Io mi allenavo, mi impegnavo, ma sono sceso in campo pochissime volte. E' stato il momento più brutto della mia carriera. Adesso ho tanta voglia di ricominciare e la concorrenza non mi spaventa". Il mercato rosanero è sempre in progress, anche in uscita: Bresciano è in orbita Newcastle, Miccoli è sempre più vicino a riabbracciare il Benfica, Cavani vuole essere ceduto in prestito per giocare con continuità (anche se il suo procuratore Triulzi smentisce una sua eventuale cessione). Chi non si muove nemmeno con le bombe - per dirla alla Zamparini - è Balzaretti, che non vede l'ora di far sul serio: "Se lo dice lui che è il mio presidente mi fido. Sono davvero onorato delle sue parole. Io sono contento di essere rimasto e di poter vivere questa nuova avventura: faremo bene".

(srv All Sport News del 18 luglio 08)

Mi sembra il minimo

A Catania pensavano si trattasse del solito pesce che riemerge puntuale il 1 di aprile: Walter Zenga che subentra a Silvio Baldini a sette giornate dal tutti al mare con il mandato di portare a galla gli etnei inabissati nella zona retrocessione sembrava uno scherzo che nemmeno Pierino. Walterone, invece, non aveva assolutamente voglia di scherzare. E si è visto. Tanto che, al suo insediamento in panca, il Catania rifila tre pappine al Napoli, si salva all'ultimo round sgambettando la Roma in piena corsa scudetto, e oggi l'ex portierone ricomincia coi rossoblù, ma stavolta fin dall'inizio. E non pensate che sia lì ad ingarbugliarsi fra schemi e schemini: la strategia di Mister Zenga è spudoratamente semplice. "Per me gioca chi sta meglio. Se stanno bene gli attaccanti, mando in campo tutti gli attaccanti. Se stanno benne i difensori, mando in campo i difensori. E poi senza palla sono tutti attacanti e tutti difensori". Dalla disinvoltura ricorda un suo collega, appena sbarcato in Italia: anche il Catania ha il suo Special One. "In Romania, quando ero allo Steaua, una volta mi presentai ad un'intervista con un cappotto grigio simile a quello di Mourinho...". Certo è che all'allenatore portoghese, quanto a filosofia di gioco, Zenga ci assomiglia parecchio. Non sarà lo scudetto, non sarà la Champions, ma... sentite un po' cosa pretende dai suoi ragazzi: "Se i miei giocatori pensano al minimo che è la salvezza, rischiano di ottenere ancora di meno. Devono invece puntare a qualcosa di più e dare il massimo. Non è presunzione, ma è la consapevolezza di poter dare il massimo. Perchè l'obiettivo di ognuno di noi è arrivare il più in alto possibile".

(srv Studiosport - edizione 13 del luglio 08)

giovedì 17 luglio 2008

No parti

"Ronaldinho adesso andrà alle Olimpiadi e sarà l'occasione per trovare la condizione giusta". Giusto in tempo per fargli gli onori di casa e già se lo vede sfilare dalle braccia. Eppure Ancelotti vede il bicchiere mezzo pieno: Ronaldinho nel grigiore di Pechino tornerà in forma splendente, perché un'esperienza con la Nazionale Olimpica da vivere fino in fondo vale più di venti amichevoli estive giochicchiate all'acqua di rose. Dinho partirà come fuoriquota insieme a Pato, arruolato in quanto Under 21. Ecco perchè al Papero il Milan non può dire "no tu no". Veto applicato invece su Kakà, che in Cina ci andrebbe a piedi. Sta di fatto che in Brasile il "mi dispiace ma non posso" da parte del 26nne Pallone d'oro viene visto come un tradimento nei confronti dei colori verdeoro. Ma forse non è questione di tradire o meno la madrepatria. Il problema (che riguarda alcuni club di serie A) è la tutela di ginocchia, polpacci, caviglie e quant'altro dei propri tesserati di spicco: il rischio di vedersi tornare un Kakà azzoppato dalla rassegna a cinque cerchi è sempre dietro l'angolo.
Se si tratta di fuoriquota, il club se le inventa tutte pur di trattenerlo. Fanno eccezione la Lazio, che ha concesso a Casiraghi le prestazioni di Rocchi, e l'Inter, che lascia Burdisso nelle mani del ct dell'Argentina Olimpica Sergio Baptista. Se si tratta invece di un Under, pazienza, imboccallupo e arrivederci a fine agosto: è il caso del Napoli, in ritiro a Burgenland senza gli argentini Lavezzi e Navarro, da lunedì scorso entrambi a Pechino. Dove c'è anche il nigeriano Obinna, classe '87, tesserato Chievo ma cartellino Inter.

Venendo agli azzurrini, la Juventus (con Giovinco e Marchisio) e il Palermo (con Nocerino preso proprio dai bianconeri e il portiere Sirigu) sono i club più rappresentati nell'Olimpica di Gigi Casiraghi. Che ringrazia per la disponibilità.

(srv All Sport News del 17 luglio 08)

mercoledì 16 luglio 2008

Elezioni del capoclasse

Il prof Colantuono non si preoccupi: a Bad Kleinkirchheim i suoi allievi sono tutti presenti, pure il brasiliano De Melo, che ha recuperato dalla distorsione alla caviglia. Il Palermo è solo al terzo giorno di scuola tra i monti austriaci, ma già si pensa a chi sarà il capoclasse per la nuova stagione: assegnati i numeri di maglia, è il momento (tanto atteso in spogliatoio) della fascia di capitano. Ma per Colantuono le urgenze sono ben altre.
"Mi sembra prematuro pensarci. Ovvio che ci sarà un capitano, anche se tutti i miei giocatori si devono sentire capitani e protagonisti di questa squadra"
Amelia, De Melo, Carrozzieri, Lanzafame, Bovo, Noverino, Raggi, Kjaer, Della fiore, Ciaramitaro, Budan e Liverani. Ecco i nuovi allievi dell'anno accademico 2008/2009. Un Palermo rivoluzionato che punta alla Champions.
"Penso che questo sia l'anno di partenza per arrivare a qualcosa d'importante. Anche le formazioni degli anni precedenti hanno dato un contributo importante per proseguire sulla strada verso il quarto posto".
Tra Balzaretti, Migliaccio e Miccoli, spunta Liverani come papabile capitano: per l'ex regista viola si tratta di un ritorno, dato che iniziò proprio nelle giovanili del Palermo. I tifosi lo considerano l'acquisto più prestigioso della campagna firmata Zamparini-Foschi.
"Questo mi dà una responsabilità in più e io sono felice di essere tornato: dimostrerò coi fatti che la società ha fatto bene a puntare ancora su di me".
Potrebbe partire Mark Bresciano (che Zamparini vedrebbe bene alla Roma), rimane Fabrizio Miccoli, per il quale si sta scatenando una sfida tutta portoghese tra Benfica (suo ex club) e Porto. Ma i tifosi stiano tranquilli: l'attaccante salentino ama il mare di Sicilia.
"Io qui sto bene, sta bene la mia famiglia, perchè dovrei muovermi da Palermo? Certo, fa piacere che il Benfica sia ancora interessato a me, significa che ho lasciato un bel ricordo, ma ripeto: a Palermo sto bene e voglio dare il massimo".


(srv All Sport News del 16 luglio 08)

martedì 15 luglio 2008

Olimpo di primati

Se oltre al tuo Paese tiferà per te anche Zeus, sta’ sicuro che sarai “citius, altius et fortius”. Cioè, come dicevano i latini, il più veloce, il più alto e il più forte. Perché se per Pierre de Coubertin (colui che nel 1892 resuscitò con le sue stesse mani e con il suo stesso portafoglio le Olimpiadi greche) l’importante è partecipare, per quei partecipanti con in mente solo oro e alloro l’importante è vincere, poche storie. Poi va a finire che, con questo chiodo fisso del “ciao mamma sono arrivato uno”, al numero uno ci rimani per sempre: gli antichi greci dicevano addirittura che il vero vincitore non vince una sola volta nella vita ma difende la sua vittoria ogni giorno sfidando la morte. Vabbè, senza esagerare, i record-men che hanno fatto la (ultra-centenaria) storia olimpica sono atleti così cocciuti che prima di buttarli giù dalla torre devi armarti di santa pazienza (quattro anni in sala d’attesa) e di sconfinato zelo (istruzioni per l’uso contenute nella serie Rocky). Un intero numero di Maxim non basterebbe a raccontarne le gesta. Eccovi allora le più curiose...

Per leggere l'intero articolo vai sul sito di Maxim

(pubblicato su Maxim.it - luglio 08)

lunedì 14 luglio 2008

Cinema a sette stelle

Auguri Kenshiro
L’eroe del fumetto giapponese compie 25 anni e sbarca su grande schermo


Con un po’ di fantasia, Grande Puffo potrebbe essere suo padre. Perché se l’omino blu in calzamaglia nato dalla matita di Peyo compirà cinquant’anni il 23 ottobre, l’invincibile giovanotto svezzato a cazzotti in faccia e cicatrici sul petto, che risponde al nome di Ken e al soprannome di Guerriero, ne festeggia la metà esatta il 4 luglio. E’ dal 1983 che il maestro della Divina Scuola di Hokuto difende gli innocenti sotto il segno dell’Orsa Maggiore e vaga nel deserto alla ricerca della sua amata Julia. Una storia di duelli all’ultimo sangue e destini decretati dagli astri, racchiusa tra le storiche pagine del manga giapponese (Hokuto No Ken è il titolo originale) e le appassionanti puntate della serie tv (giunta in Italia a metà degli anni Ottanta).

In occasione del venticinquesimo compleanno dell’eroe (molto apprezzato anche dalle femminucce per quel fascino da macho), gli autori Buronson e Tetsuo Hara si sono fatti un regalone: il 4 luglio Ken il Guerriero sbarca nei cinema italiani con il primo dei cinque lungometraggi della saga intitolata La leggenda del vero salvatore. Il film è diretto da Takahiro Imamura, che ha affidato la lapis a Tsukasa Hojo, il fumettista di City Hunter e Occhi di Gatto. Dopo il primo capitolo - che vede i tre fratelli Ken, Raul e Toki alle prese con il cattivissimo Sauzer - seguiranno La leggenda di Julia, La leggenda di Raoul, La leggenda di Toki e La leggenda di Kenshiro. E peccato si tratti solo di una leggenda, perché vorremmo vederlo l’impassibile Ken preso d’assalto dai suoi fan: forse contro questo esercito di manganomani (la generazione ‘80- ‘90) persino la sua arte marziale perderebbe d’efficacia.

Il grande schermo, la purezza del digitale, l’effetto nostalgia. Tre ottimi motivi per godersi al cinema La leggenda del vero salvatore

(pubblicato su Maxim - luglio 08)

sabato 12 luglio 2008

Frankie, deciditi!

Può darsi che fra i ragazzi dell'Inter Campus, riuniti oggi a Marina di Pietrasanta in provincia di Lucca, ci sia il nuovo Lampard. Intanto il Lampard del presente, il Frankie Lampard che Moratti vede come assoluto protagonista del presente e del futuro nerazzurro, si fa attendere. Contratto quinquennale da 7 milioni e mezzo di euro a stagione: per Lampard questo ma non altro. Più di così, dice Moratti dalla Toscana felice di stare assieme e tanti giovanissimi nerazzurri, non può fare. Ora tocca a Frankie a decidere del suo destino, tutto è nelle sue mani. Ma l'attesa potrebbe essere agli sgoccioli. Il nuovo allenatore del Chelsea Felipe Scolari, infatti, nel giro di cinque giorni si è rimangiato le parole spese sul centrocampista: martedì lo aveva dichiarato inamovibile ("Lampard vuole restare qui per molti anni"); oggi invece (forse galvanizzato dal possibile arrivo di Robihno dal Real Madrid) apre sulla partenza dell'inglese. Addirittura, secondo il Sun edizione on-line, Felipao gli darebbe una mano a fare la valige, come si fa con un canarino che vuole uscire dalla gabbia: "Se non sei felice vai pure, io ti aiuterò ad andare all'Inter". La verità è che con Deco e Ballack (magari anche con Robinho) Lampard sarebbe di troppo. Meglio sloggiare dunque, e andare laddove c'è Mourinho, col quale Frankie si trova a occhi bendati. Moratti spera che Abramovich se ne faccia una ragione, perché il numero 8 del Chelsea non avrebbe nulla contro la società, che fin ora lo ha ricoperto d'oro. Semplicemente vuole seguire the Special One, il suo mentore.

(srv Studiosport - edizione notte e All Sport News del 12 luglio 08)

Oltre se stessa

Yelena Isinbayeva batte Yelena Isinbayeva. Per la ventesima volta. Ieri sera al Golden Sala di Roma, il mondo se ne è fatto una ragione: l'unica avversaria in grado di battere la bella 26enne russa è lei stessa. Già prima a 4 metri e 95, la campionessa olimpica e mondiale nel salto con l'asta, che ha migliorato il proprio record in ben diciannove occasioni, alla ventesima ha alzato notevolmente le pretese chiedendo di portare l'asticella a 5.03, due centimetri in più rispetto al suo primato del 2005. Dopo un primo tentativo fallito di un alito, ecco che al secondo fra la russa volante e l'asticella si vede la luce: il nuovo record mondiale è ancora suo. Dagli occhi lucidi per la gioia della Isimbayeva a quelli spenti per la delusione di Oscar Pistorius, che nei 400 m chiude al settimo posto con 46"62, migliorando rispetto al crono della Notturna di Milano (47"78) ma ancora distante dal minimo Iaaf per i Giochi (45"55). Lo sprinter sudafricano, che corre con le protesi in fibra di carbonio, ci riproverà tra cinque giorni a Lucerna, ultima spiaggia per salpare verso Pechino.

Guarda il servizio sul sito del TG5

(srv Studiosport - edizione 13, All Sport News e TG5 del 12 luglio 08)

venerdì 11 luglio 2008

Ave Cesare

"Non è un allenatore: è un guru, un maestro spirituale". Beh, Piero Pelù non ha mica tutti i torti: condurre la propria squadra fra i primi quattro posti per tre anni consecutivi, se non è un fenomeno paranormale, poco ci manca. Sboccia così (tra 10mila tifosi in delirio e palloncini viola sparsi per il cielo di Firenze) la Fiorentina 2008/2009, presentata dal cantante rock in un stadio Artemio Franchi tutto per Cesare Prandelli, che coi suoi poteri esoterici guiderà i viola per i campi stellati della Champions League, preliminari permettendo. Un obiettivo raggiunto partendo da lontano, dalla serie C2. Un'impresa firmata dalla famiglia Della Valle.
"Ci siamo. Il progetto è ben avviato, lo dicevano anche sei anni fa. Molti erano scettici, non ci credevano. Abbiamo anche dimostrato con i fatti cosa la nostra famiglia è riuscita a fare. Comunque il percorso è ancora lungo".
Gilardino, Vargas, Jovetic, Comotto, Storari: l'abile ds Corvino ha fatto le le cose in grande per pensare in grande. Altri pensieri in testa in chiave mercato?
"Ringrazio la Federazione e l'allenatore per avermi dato il permesso. E credo che potremmo toglierci grandi soddisfazioni: la società ha operato bene sul mercato e il nostro gruppo è competitivo".
Tra i nuovi spicca il solista Alberto Gilardino, che non vede l'ora di ripetere il gesto del violino, lasciato in custodia durante i recenti trascorsi al Milan.
"Ho tanta voglia, grandissimo entusiasmo che trasmetterò ai miei nuovi compagni. Cercherò di dare il massimo, come ho sempre fatto, e di fare gol".
Alla presentazione mancavano solo Vargas (appena preso dal Catania) e i reduci dagli Europei: Frey, Gamberini e, soprattutto Mutu, in vacanza a Miami. Al rientro si discuterà del suo rinnovo contrattuale: se, come sembra, società e giocatore troveranno un accordo economico (il rumeno chiede un cospicuo adeguamento di stipendio) potrebbe essere lui l'affare più importante dei Della Valle per la nuova stagione.


Guarda il servizio sul sito di Sport Mediaset

(srv Studiosport - edizione notte e All Sport News dell'11 luglio 08)

giovedì 10 luglio 2008

Giù le armi

Sì, non avete le allucinazioni: quello che state vedendo è proprio il carro dei vincitori che percorre le vie di Roma. Certo, ancora non hanno vinto niente a Pechino. Intanto però gli azzurri (mettendo da parte la scaramanzia) un bel giretto sul bus a cielo aperto per la Capitale se lo sono già fatti. Dall'Arco di Costantino all'Ara Pacis, passando per il Colosseo: il Comitato Olimpico ha organizzato questa gita sotto il sole con l'augurio di vederli tornare così: felici, sorridenti, con tante (almeno trenta come desidera Petrucci) medaglie al collo. Buona fortuna quindi ai nostri eroi. Gli eroi di Germania, invece, non sfilano per Berlino ma s'infilano le nuove divise, preparate con cura dallo sponsor tecnico per la spedizione cinese. Il presidente dell'organizzazione olimpica tedesca Thomas Bach ammette non solo di avere le farfalle nello stomaco per la tensione, ma anche di essere parecchio scaramantico: nei corridoi del quartier generale olimpico di Mainz ha incontrato il sarto che sistemò le sue valige prima di partire per Montreal, Olimpiadi 1976: che gli faccia il fagotto anche per Pechino? Pechino che in queste mese di countdown è alle prese con gli ultimi ritocchi sul sistema sicurezza, priorità assoluta dei Giochi secondo il vice presidente della Cina Xi Jinping, che identifica negli attacchi terroristici la più grande minaccia allo svolgimento delle gare. Si parla di cinque persone uccise dalle forze dell'ordine nello Xin Jiang, regione nordoccidentale della Cina che lotta per l'indipendenza. I vertici della Repubblica Popolare smentiscono categoricamente. Nell'antica Grecia le guerre venivano sospese durante i Giochi. L'augurio è che le armi vengano deposte non solo dall'8 agosto.

(srv All Sport News del 10 luglio 08)

mercoledì 9 luglio 2008

Manu Ciao!

Chi trova un amico trova un tesoro. Chi l'amico non ce l'ha più, trova un tesoro ancora più grande. E' la storia di due amici, Emmanuel Adebayor e Thierry Henry, le cui strade si divisero un anno esatto fa: il primo rimane a Londra col suo stipendietto di 2 milioni di euro, il secondo va a Barcellona per farsi cospargere d'oro (10 milioni) dal presidente blaugrana Laporta. I due amici si dicono addio. Ma le lacrime, curiosamente, sono di gioia. Di gioia per Thierry, e non serve una laurea in psicologia per capirlo. Di gioia per Emmanuel, che vede finalmente liberarsi una casella nell'attacco di Wenger. Da quando infatti Titì è in Spagna, il togolese classe '84 ha iniziato a giocare con continuità ed è esploso tutto il suo arsenale da centravanti-cecchino. I Gunners lo pescano nel 2006 dal Monaco e racimola sì o no 40 presenze, buttandola dentro 12 volte. Dura la vita da comprimario, con Henry a fare molto di più del proprio dovere là davanti. Poi se un bel giorno (quel bel giorno) il francesino salutava tutti, il fato ci mette del suo spedendo Van Persie in infermeria (frattura al metatarso, stagione finita). Con l'attacco spuntato, a Wenger non rimane che Adebayor: posto da titolare fisso e score 2007/2008 che ammonta a 24 gol in Premier e 3 in Champions. Manu, detto il nuovo Kanu per somiglianza nel look, leader della Nazionale togolese e giocatore africano dell'anno davanti a Drogba, potrebbe lasciare Londra come Titì 12 mesi fa: 2 milioni all'anno non gli bastano più, ne vuole minimo altri 5. Partito l'amico, parte la caccia al tesoro.

(srv Serie A News del 9 luglio 08)

martedì 8 luglio 2008

Zar spodestato

A Mosca Grant non avrà vinto la Champions a causa di una sgommata di Terry dagli undici metri (manco fosse scivolato sull'asfalto ancora fresco), però si è intascato non una ma due medaglie (seppur d'argento): la sua se l'è tenuta, l'altra l'ha regalata ai tifosi del Chelsea. L'"altra" spettava a Shevchenko. Che non è salito sul palco a ritirarla ma, in segno di protesta per non aver nemmeno calciato uno dei suoi tanto amati rigori, è rimasto in panchina. Sai che novità, visto che da quando è sbarcato a Londra ha fatto più compagnia a Mourinho prima e a Grant poi in panca, che ai suoi compagni in campo. Addirittura, per dargli il contentino, the special one lo relegava spesso sulle zolle paludose della fascia laterale, come uno zar messo in castigo al confine del suo impero. E la porta era distante anni luce.

Dal 2006 al 2008, mentre la moglie Kristen faceva shopping per le vie di Londra e il figlio Jordan masticava le sue prime parole in inglese, Andriy raccimolava la miseria di 13 gol tra Premier e Champions. Del resto, con lo schema a un'unica punta e con un Drogba da non sfiorare nemmeno con un dito, a Sheva non rimaneva altro che giocare alla playstation. E pensare che al Milan segnava a raffica come nel più facile dei videogiochi: alla prima stagione in rossonero (99-2000), reduce dagli anni duri ma splendidi di Lobanovsky alla Dinamo Kiev, si laurea capocannoniere con 24 gol e continua sulla via maestra fino a conquistare Pallone d'oro (nel 2004) e, con 173 gol, titolo di secondo miglior marcatore nella storia rossonera dietro a Nordahl. Leggendario. Come leggendari i suoi occhi da cerbiatto che ipnotizzano Buffon all'ultimo, decisivo, rigore della finale di Manchester del 2003.

Con Ancelotti, tra screzi e musi più o meno lunghi, vince tutto. Ma la passione si affievolisce lentamente. E' ora di cambiare. Abramovich lo tenta, eccome se lo tenta, con quell'imbarazzante stipendio di 9 milioni di euro. Come dire di no. L'affare si fa, è l'estate del 2006. e nelle casse rossonere arrivano 45 milioni in un'unica dose. Così Sheva va a Stamford Bridge. La curva milanista gli dà del traditore. Lui non fa nulla per smentirla, tanto che al suo primo centro inglese sbaciucchia la sua nuova maglia. Ma da quel giorno niente più baci. Adesso la casacca blu vorrebbe togliersela di dosso il prima possibile.
(srv Calciomercato dell'8 luglio 08)

Non parlo italiano

Al Main Presse Centre di Pechino Leonardo Pieraccioni potrebbe dire ti amo, ma non in tutte le lingue del mondo. Lo potrebbe dire in cinese, inglese, francese, spagnolo, tedesco, addirittura in giapponese, in coreano e in russo. Ma non in italiano. Perché il centro stampa olimpico, inaugurato ad un mese esatto dall'inizio dei Giochi, dispone di una sala da 800 posti a sedere che garantisce la traduzione simultanea in otto lingue, tra cui però non c'è la nostra. Pazienza. L'augurio è che dall'8 agosto a parlare italiano sia il medagliere. Nel frattempo, in uno spazio di 62mila chilometri quadrati, di fronte al Villaggio Olimpico e a due passi dallo Stadio Nazionale (il cosiddetto Nido d'Uccello) e dal Cubo d'Acqua (la piscina olimpica), è sorta quella che tra pochi giorni sarà la nuova babele: il Main Presse Centre ospiterà i 5.600 giornalisti provenienti da tutto il mondo. E per loro, anche per i più esigenti e capricciosi che non vogliono farsi mancare proprio nulla, ci sono (oltre ad un bar e ad un ristorante con cucina cinese e internazionale) un supermercato, una palestra, una sala massaggi e un barbiere. Chiedi e ti sarà dato, dunque. La sala stampa principale ha più di 900 postazioni lavorative per agevolare le operazioni di tutti i mezzi d'informazione. E c'è chi, come l'Ansa, si è accaparrato un vero e proprio ufficio. Durante il periodo dei Giochi, assicura il Comitato organizzatore, il centro stampa dell'Olympic Green funzionerà 24 ore su 24. Insomma, luci sempre accese. E se chiedete cortesemente di spegnerle, potrete chiederlo in tutte le lingue del mondo. Tutte, tranne in italiano.

(srv All Sport News dell'8 luglio 08)

domenica 6 luglio 2008

Iena ridens in Puglia

Due settimane fa, all'aeroporto di Brindisi, più che Mario Beretta sembrava fosse atterrato uno delle Iene: giacca nera, occhiali scuri, scortato come un vip fino all'auto che in un'ora e mezza lo avrebbe portato a Lecce. Quel Lecce che sotto la guida di Papadopulo ha riacciuffato la serie A sedando l'Albinoleffe ai play-off. Quel Lecce che in A vuole piantare la tenda per molto tempo. E poichè il Papa, in rotta col ds Angelozzi, ha lasciato il Salento, ecco che tra Ballardini, Di Carlo e l'ex Ventura, il presidente Semeraro sceglie Beretta, 49enne milanese, docente di educazione fisica ed esperto in materia di salvezza: Parma e Siena non smettono mai di ringraziarlo. Beretta inizia la sua quinta stagione nella massima serie. Semeraro, che ha sempre ragionato di anno in anno, per lui fa un'eccezione, offrendogli un contratto biennale: "C'è una nuova avventura da affrontare a Lecce, in un'ottima piazza e in una società molto organizzata. L'idea sia della società sia mia è quella, ovviamente raggiungendo gli obiettivi che di volta in volta ci si pone, di avere un rapporto duraturo, quindi a lungo". Per costruire una salvezza coi fiocchi c'è bisogno di rinforzi. Un nome su tutti: Cacia della Fiorentina. "E' sicuramente un giocatore che c'interessa, io l'ho allenato per pochi mesi perchè s'infortunò alla gamba e poi lo demmo in prestito a giocare". Al Siena ha cresciuto giovani importanti: perchè non suggerire a Semeraro Carja? "Sicuramente, da quando è arrivato a gennaio, ha fatto una seconda parte di campionato molto importante". Se non puoi batterli unisciti a loro, dicevano gli indiani. Paloschi, in Milan-Siena, a quaranta secondi dal suo ingresso annientò i bianconeri: e se dal Milan arrivasse proprio il 18enne? "E' certamente un ottimo giocatore, aldilà del fatto che il primo gol in serie A l'ha fatto proprio contro di noi facendoci perdere la partita...".

Guarda il servizio sul sito di Sport Mediaset
(srv Studiosport - edizione 13 e All Sport News del 5 luglio 08)

venerdì 4 luglio 2008

Se uno più uno fa due

Perrotta più Mancini uguale Mutu. La somma è semplice. Non altrettanto arrivare al fantasista rumeno. Però la Roma, calcolatrice alla mano, ci prova lo stesso. Mutu piace molto a Spalletti, che lo inserirebbe sugli esterni offensivi a supporto di Totti. Perrotta piace molto a Prandelli, che apprezza molto le sue incursioni in zona gol. Mancini piace a Mourinho, che è alla disperata ricerca di un'ala (dato che la trattativa-Quaresma sembra più complicata del previsto). Mancini il muso a Trigoria lo mette da mesi, così come da mesi strizza l'occhiolino ai nerazzurri. La Roma per Amantino vuole 15 milioni di euro, l'Inter ne propone al massimo 10. Ma per arrivare a Mutu, questo (10 milioni cash al ds Pradè potrebbero bastare) ed altro (cioè Perrotta, la monetona di scambio): insomma la Roma, pur di avere il fantasista rumeno, è pronta ad offrire il centrocampista della Nazionale più tutto quello che riuscirà a racimolare dalla cessione di Mancini. Pradè intanto cerca un centravanti e, oltre a Bapitsta del Real, guarda a Bendtner, danese dell'Arsenal, che arriverebbe in prestito. Tornando all'affare Mutu, è partito il walzer delle smentite: da quelle dell'avvocato Bozzo (agente di Perrotta), per il quale la partenza del suo assistito è pura fantasia, a quelle di Corvino, che parla di un Mutu immobile a Firenze. Certo è che il rumeno, ora in vacanza a Miami, ha rinviato l'incontro per il rinnovo al 15 luglio e al rientro capirà se il passaggio di consegne tra lui e Perrotta si potrà fare. Si fa attendere anche Vargas: il terzino acquistato dal Catania per 15 milioni ha già firmato, ma nella sede viola non sono ancora arrivati alcuni documenti dal Perù necessari per la validità del contratto. La presentazione del giocatore slitterà a domani mattina, quando verrà ufficializzato anche l'acquisto di Comotto dal Torino.

(srv All Sport News del 4 luglio 08)

giovedì 3 luglio 2008

Stelle si diventa

In sette anni è passato dai cheesburger con patatine di Mc Donald's ai tramezzini di caviale e vodka di Abramovich. Certo, i gusti sono gusti, ma non è proprio la stessa cosa. E poi, ci sta di pigliare la metro ogni santo giorno per andare ai campetti di allenamento del Levallois. Ma vuoi mettere una porsche dotata di ogni comfort che ti porta in un batter d'occhio a Cobham, quartier generale del Chelsea? Dalla stalla alle stelle. Perché prima di diventare la stella del Chelsea Didier Drogba era un giovanotto qualunque che correva dietro un pallone per le strade dissestate della natìa Abidjan, capitale della Costa d'Avorio.

Il suo idolo non era un calciatore da poster in camera, bensì uno di famiglia: lo zio, che giocava in Francia. Così a soli cinque anni Didier fa baracca e burattini e lo raggiunge. Primi calci come si deve nelle giovanili del Levallois (alle porte di Parigi), primo contratto da professionista nel '99 con il Le Mans dove rimane per tre anni: 11 gol, quel che basta per affascinare il Guingamp e scoprire, a 24 anni, la Ligue1: le 20 reti del 2002-2003 gli valgono l'Olimpique Marsiglia che lo consacra al grande calcio europeo. 18 gol in campionato, 5 in Champions e 8 in Uefa (quella coppa Uefa che il Valencia gli scippa in finale): finsice così l'esperienza francese di Drogba.

Da Oltremanica infatti c'è chi lo vuole spassionatamente: Mourinho, appena sbarcato al Chelsea da campione d'Europa col Porto, convince patron Abramovich a portarlo a Londra. E nel 2005 è subito double campionato-coppa di Lega. L'anno successivo il Chelsea è ancora signore della Premier. Drogba, eletto Calciatore africano 2006, segna a valanga in Inghilterra e in Europa. Ma la Champions, quella no, sembra stregata: due semifinali perse poi, storia di solo un mese fa, la beffa ai rigori nella finale moscovita contro il Manchester. In panca c'era Grant, non più Mourinho, dimessosi l'anno prima. A quei tempi Drogba minacciava persino di fare le valige pur di seguire the special one. Poi la polemica rientrava. E Drogba, per ora, rimane al suo posto, coi suoi 6 milioni e mezzo di euro annui. Lui ne vuole due in più. Ecco perchè potrebbe ancora minacciare di andarsene. E stavolta non c'entra solo Mourinho dipinto di neroazzurro.


(srv Calciomercato del 3 luglio 08)

mercoledì 2 luglio 2008

Saldi e soldi

Sabato a Milano iniziano i saldi, tranne in via Turati. Perché sui sogni Adebayor e Ronaldinho non ci sono sconti. E si sa, i sogni o non hanno prezzo o hanno prezzi impossibili. Impossibili per il Milan, non certo per Chelsea e Barcellona che, pur di avere il bomber togolese, sembrano pronti a fare un bonifico di circa 30 milioni di euro a favore dell'Arsenal. Cifra pazzesca secondo Adriano Galliani, per il quale Adebayor rimane, per ora, un sogno proibito. Proibito come Ronaldinho, il suo girovita sempre più generoso e, soprattutto, i suoi 15 milioni di ingaggio annuo che il Milan non sarebbe mai disposto ad offrire al giocatore. L'asso brasiliano intanto potrebbe aver trovato l'America: dai Los Angeles Galaxy è giunta l'offertissima di un contratto fra i tre e i cinque anni più un compenso da urlo di 18 milioni a stagione. Galliani invece ragiona low cost e l'alternativa ai sogni infranti si chiama Luis Fabiano, che continua a snobbare le offerte di rinnovo proposte dal Valencia. Tramonta anche il sogno rossonero di riportare a casa Shevchenko, che tornerebbe volentieri in Italia ma a Genova, sponda blucerchiata. Il problema è l'ingaggio annuo dell'ucraino, che al Chelsea percepisce 9 milioni di euro. O si riduce notevolmente la busta paga, o Sheva non si godrà il mare ligure. Tra sogni e speranze ecco gli affari fatti: il Bologna abbraccia Cristian Zenoni dalla Samp, l'Atalanta fa suo Valdes dal Lecce. Primo giorno di scuola rosanera per Davide Lanzafame, approdato al Palermo proprio mentre il ds Foschi passa il testimone a Walter Sabatini, ex Lazio. Lazio che, secondo il quotidiano argentino Ole', avrebbe acquistato il 23enne Mauro Boselli dal Boca Juniors per 3 milioni di euro. Il Manchester City ha preso Jò dal Cska Mosca: il 21enne attaccante brasiliano libera così Rolando Bianchi, erede designato di Borriello nei piani di Enrico Preziosi che lo rivorrebbe a tutti i costi al Genoa. Notte viola per Vargas: il terzino peruviano passa dal Catania alla Fiorentina (contratto di cinque anni). Stasera dormirà a Firenze, domani si sveglierà alla corte di Prandelli. Sogni che si avverano.

(srv Studiosport - edizione notte e All Sport News del 2 luglio 08)