domenica 3 gennaio 1999

Re Magno

Filippo Magnini (1,88 cm per 79 kg) nasce a Pesaro il 2 febbraio 1982. La sua specialità è lo stile libero. Il primo oro iridato nei 100 sl nella storia del nuoto italiano porta la sua firma: lo conquista a Montreal 2005 con un formidabile 48”12, seconda miglior perfomance di tutti i tempi, a soli 0”28 dal record di Pieter van den Hoogenband. Nel 2007 a Melbourne centra un altro oro, vincendo ex-aequo con Brent Hayden. E’ attualmente in forza alla Larus Nuoto, allenato da Claudio Rossetto. Nel suo ricco palmares, ecco i titoli più importanti: bronzo olimpico nella staffetta 4x200 sl ad Atene 2004, oro mondiale nei 100 sl a Montreal 2005, oro mondiale nei 100 sl a Melbourne 2007, argento mondiale nella staffetta 4x100 sl a Melbourne 2007.

sabato 2 gennaio 1999

Testimoni e testimonial: Filippo Magnini

Il 26enne campione mondiale di nuoto, prossimo alle Olimpiadi di Pechino,
parla del suo costante apporto all’Associazione Italiana contro le leucemie
Un tuffo nella solidarietà

“Una cosa è prestare il proprio volto, un’altra è partecipare attivamente”

I pesciolini lenti lui se li mangia cospargendoli di maionese, il suo cibo numero uno a pari merito con gli avversari. Peccati di gola del campione mondiale nei 100 stile libero. Classe ’82 e, manco a dirlo, segno Acquario. Filippo Magnini, detto “lo Squalo”, punta la pinna verso la Cina, dove ad agosto vuole centrare il suo primo oro olimpico (dopo i trionfi iridati di Montreal 2005 e Melbourne 2007) e diventare l’uomo anfibio più titolato nella storia del nuoto. Faccia da discolo, sorriso contagioso e soprattutto due spalle così. E pensare che da piccolo sua mamma lo buttò in piscina proprio perché era mingherlino e doveva mettere su massa. Prima stile rana, poi, a sedici anni, stile libero. Come una fiaba: il ranocchio si trasforma in uno squalo-principe. Anzi, re. Ha così inizio la leggenda del Re Magno, primo nuotatore italiano a portare a casa un oro mondiale.


Uno squalo feroce nella vasca, ma che fuori mostra tutto il suo cuore tenero e sensibile ai problemi sociali. Filippo Magnini condivide numerose iniziative di solidarietà, tra cui Gabnichi, una Onlus che porta il suo aiuto concreto nei Paesi del Terzo Mondo dove c’è ancora bisogno di infrastrutture come pozzi, asili e ospedali. Ma lo Squalo buono è soprattutto testimonial dell’A.I.L., associazione italiana contro le leucemie linfomi e mielosa, sezione di Pesaro, la sua città natale. “Di una cosa sono convinto, al di là della retorica: che qualunque gesto di beneficenza – sostiene Filippo - deve venire dal cuore. Ci sono tante associazioni che fanno del bene, persone che mettono la loro vita al servizio di altre. Credo che sia anche brutto pensare che persone più fortunate degli altri come gli sportivi possano esimersi dal dare una mano. Come me che sono un atleta, so che tutte le persone, magari non famose, che decidono di dedicare un po’ della loro vita alla solidarietà, lo fanno perché ci credono”.

Il Magno ci crede. Perché sa che le difficoltà della vita si trovano tutte fuori dalla piscina: “Gli sportivi sono persone fortunate, fanno quello che hanno sempre desiderato fare e devono quindi essere esempi di vita sana, di sacrifici e gioie; per questo credo che sia un ottimo accostamento quello tra campioni dello sport e iniziative a scopo benefico. Spero che si continui sempre per questa strada, perché gli sportivi sono o dovrebbero essere davvero un bell’esempio per tutti”. Già con la testa sott’acqua va più veloce di tutti, figuriamoci se Super Pippo riesce a stare lì, a bordo vasca, a guardare e basta: “A me fa molto piacere dare una mano come posso e capisco, per averne esperienza diretta come testimonial dell’A.I.C., quanto sia importante, troppo importante, anche il nostro coinvolgimento”.

Sì, perché una cosa è metterci la faccia, un’altra è a partecipare attivamente: “Certo, l’immagine e la fama di campione può contribuire ad avvicinare le persone in all’azione di solidarietà, ma non ritengo molto positivo prestare la propria faccia a mille associazioni, altrimenti sembra che il tuo unico e vero interesse sia quello di apparire ovunque. Meglio allora scegliere poche iniziative benefiche ma in queste dare il massimo del proprio apporto”. La Cina è vicina. Filippo Magnini va alla caccia del souvenir più prestigioso: la sua prima medaglia d’oro olimpica. Al suo ricco palmares manca solo quella. Intanto, mentre si rimpinza divorandosi pesciolini con maionese, gli assegniamo noi una bella medaglia. Per tutte le volte che si tuffa nel sociale.

(articolo pubblicato su Teatri delle Diversità - aprile 08)