mercoledì 31 ottobre 2007

10^ di campionato: Sampdoria-Milan 0-5 Kakà, Gilardino, Gilardino, Gourcuff, Seedorf

Gila è risorto, il Milan pure
In fin dei conti era solo una questione visiva. Ma vedere il Milan vegetare sulla colonna destra della classifica faceva un po' impressione. Da destra a sinistra. La politica non c'entra. O forse sì, perchè la politica estera dei rossoneri è efficace: non solo dalle gare di Champions, ma anche da quelle di campionato fuori dimora arrivano i risultati promessi in campagna elettorale, scusate, acquisti. Marassi pare porti bene: 3-0 contro il Genoa alla prima giornata, 5-0 contro la Sampdoria stasera grazie ad un Gilardino (doppietta e assist per Kakà) tornato quello per cui è valsa la pena sganciare 24 milioni di euro tre anni fa. Così sono 10 i punti ottenuti in 5 partite lontane da San Siro, la casa maledetta. Ora Ancelotti si dedichi seriamente alla politica interna.

lunedì 29 ottobre 2007

domenica 28 ottobre 2007

9^ di campionato: Milan-Roma 0-1 Vucinic

Vucinic sogna nell'incubo Milan
Eppure non è stato malaccio questo Milan visto contro la Roma. Le gambe non erano molli, i cross dalla fasce ogni tanto partivano, Gilardino mostrava più sicurezza (effetto doppietta anti-Shakhtar), a centrocampo non c'era quel buco dell'ozono dove domenica scorsa scorribandavano gli empolesi. Ma poi accade che su cross di Cicinho la marcatura di Nesta su Vucinic è un adesivo senza colla. Così il montenegrino di testa segna e continua a sognare dopo il gol contro lo Sporting. Poi accade che c’è cucchiaio e cucchiaino e De Rossi risparmia ai rossoneri un ko ancora più pesante facendo il cucchiaione: rigore alto sulla traversa. Magra consolazione. Il Milan, al 13° posto in classifica con 10 punti miseri e 3 sconfitte sul groppone, è liquefatto. Difficile da raccogliere anche con il cucchiaio.

mercoledì 24 ottobre 2007

3° turno di Champions: Milan-Shakhtar Donetsk 4-1 Gilardino, Gilardino, Lucarelli, Seedorf, Seedorf

Gila-Seedorf al quadrato, Shakhtar ko
“Pronto Oliver, ciao sono Alberto. Ma lo sai che a Milanello hanno nostalgia di te? Prima Pippo, adesso tu: persino fra i ricordi devo sgomitare per un posto da titolare. E meno male che mi definiscono il futuro del Milan…”. “Non ti preoccupare, Alberto. Hai la testa dura, no? Bene, usala. Non come Zidane però. Guardati la videocassetta dei miei gol stagione '98/'99 e capirai cosa devi fare”. Alberto Gilardino ieri sera se lo sarà guardato attentamente quel nastro. E ha capito. Aggiungiamoci finalmente. Così dal Meazza lo Shakhtar Donetsk esce fracassato a colpi di testate. Quanto assomiglia al tedesco il Gila che fa il toro fra gli ucraini! Dottor Galliani, un suggerimento. Stop con l’ei fu, e schiacci play sul videoregistratore: ma le cassette di Bierhoff le faccia vedere ad Alberto prima di ogni partita. Pare che funzioni.

domenica 21 ottobre 2007

8^ di campionato: Milan-Empoli 0-1 Saudati

Saudati manda il Milan all'inferno
Ambrosini sale in cielo per capocciare un pallone (uno dei pochi) giunto a campanile in area contrastando Balli in uscita. Ambrosini sale in cielo per appoggiare un pallone vagante (uno dei tanti) a centrocampo vincendo il duello aereo con Marchisio. Ambrosini ha sui piedi il pallone (l'unico) del pareggio recapitatogli da Brocchi ma non approfitta e l'ex Saudati ringrazia. Insomma, fa tutto Ambrosini. Che sale in cielo, in piena solitudine. Nesta, Dida e compagnia bella stanno invece coi piedi per terra. E ci sprofondano, a -10 di altitudine dai cugini, che salgono in cielo sempre più in alto grazie alla pelata di Adriano. C'è chi sale, c'è chi scende. Sua santità Ambrosini scenda dal cielo: lassù da solo, con i compagni tutti giù per terra, è fatica sprecata.

domenica 14 ottobre 2007

Qualificazioni Euro 2008, 9° turno girone B: Italia-Georgia 2-0 Pirlo, Grosso

L'Italia dorme, Pirlo e Grosso no
Il tandem è quello mondiale: Pirlo-Grosso. 2-0, Georgia ko. Per il resto, il sabato sera genovese è da sbadigli. Sempre meglio che spaventi. Quindi non ci lamentiamo e teniamoci stretti questi tre punti che non solo solidificano il nostro secondo posto nel girone ma ci danno anche maggiore serenità (non tranquillità) di fronte all'imperativo categorico di vincere a Glasgow. Là ci si giocherà tutto, compresa la faccia. Sì, perchè dagli scozzesi non vogliamo altre carezze... Ma fortunatamente Buffon di mestiere fa il portiere (e lo fa meglio di tutti), non l'attore.

mercoledì 10 ottobre 2007

Mario Renato Capecchi: se il topino porta Nobel e salute

L'Italia apra sulle staminali embrionali: sono la via per combattere il cancro

Quando il dente da latte cade, sul letto spunta all’improvviso un topolino con in bocca una moneta che lascerà sotto il cuscino: il bimbo ha un molare o un incisivo in meno (che comunque rispunterà presto) ma un regalo in più. Lunedì 8 ottobre 2007 nel letto di Mario Renato Capecchi si è intrufolato un topo svedese con in bocca però non un soldino bensì il Premio Nobel per la medicina: capita che ci si scambi onorificenze fra colleghi. Sì, perché con i topi l’italo-americano Capecchi nel suo laboratorio ci lavora ogni giorno, come uno stilista con le top model. Ma in nome della ricerca scientifica. Così topi transgenici diventano modelli su cui studiare le malattie umane.
Una vita interamente dedicata a tagliare i geni di cellule staminali embrionali, a usarle per creare topi geneticamente modificati e a studiare l’origine di malattie come l’Alzheimer e il cancro: l’Accademia svedese delle scienze di Stoccolma ha premiato la sua dedizione alla causa dell’ingegneria genetica con il più alto riconoscimento, condiviso con l’inglese Martin Evans e l’americano Oliver Smithies.

Il Nobel per la medicina assegnato al settantenne Capecchi (il sesto italiano a riceverlo dopo Golgi, Bovet, Luri, Dulbecco e la Montalcini) è un elogio a chi è finalmente riuscito a scoperchiare quello che per molti è un vaso di Pandora. Niente demoni invece. Perché le cellule staminali animali rappresentano la via maestra per combattere il cancro. Negli Stati Uniti, dove Capecchi lavora, queste ricerche (per le quali viene investito il 90% dei fondi) sono consentite nonostante Bush tenti invano di vietarle. In Italia guai a te: no secco. Con annessa classica strumentalizzazione politica da sinistra a destra. Se poi si parla di staminali umane, ecco che la fiamma divampa.

Tuttavia dal dibattito sull’impiego embrionale emerge che non vi è divisione solo fra sì e no: anche il sì ha le sue sfumature. Tra chi infatti ritiene siano sufficienti le sole staminali adulte per curare malattie gravi come tumori, l’Alzhaimer o il diabete, e chi sia necessario scommettere anche su quelle embrionali, s’interpongono i “mediani” secondo cui la ricerca sulle staminali embrionali sarebbe legittimata dall’utilizzo esclusivo degli gli embrioni in sovrannumero. Quelli destinati impietosamente alla spazzatura. Umberto Veronesi, oncologo ed ex-ministro, da anni sostiene che nei centri italiani esistono embrioni sovrannumerari prenotati alla morte e che invece sarebbero estremamente utili alla ricerca scientifica. La bioetica italiana si ravveda e pensi nelle singole situazioni concrete, aggiornandosi costantemente: i tempi cambiano. E forse è cambiata anche la favoletta del topino con il soldino in bocca. Oggi i topini portano il premio Nobel. E soprattutto la salute.
(articolo pubblicato su All'ombra del Rodes - ottobre 07)

domenica 7 ottobre 2007

7^ di campionato: Lazio-Milan 1-5 Ambrosini, Mauri, Kakà (r), Kakà, Gilardino, Gilardino

In un Milan a forza 5 riemerge Gilardino
Toh, chi si rivede. Non segnava dalla magica notte di semifinale di Champions in cui la stella del Manchester veniva spenta definitivamente da quella sua fuga solitaria fra le braccia di Van der Sar: destro in corsa, 3-0 ed esultanza con gli indici rivolti verso il cielo, come fa Kakà. Copyright violato (c'è una vera e propria cultura sulla maniera di festeggiare un gol e i giocatori sono gelosissimi della propria), ma chi se ne frega: ben venga che Gila fotocopi il brasiliano, se non nei gol, almeno nel modo di gioire. Tradotto: l'importante è che la metta dentro. Traduzione sospesa per sei mesi. Poi, dall'onda rossonera a forza 5 che ha travolto l'Olimpico biancoceleste, ecco Gila riemergere ed imitare Kakà: doppietta per entrambi, giorno della liberazione per Alberto. Che però non ha esultato alla Kakà. Ma chi se ne frega.

...e un grazie rossonero va a lui...
Gimme five, Muslera!
La coppia Stendardo-Cribari non è certo l’invalicabile limes dell’impero romano: per mettere il naso oltre il confine prima e il sedere sul trono poi, i barbari ci misero due secoli. Per resuscitare Gilardino ed incoronarlo re per una notte (non per una notte soltanto, si augurano i tifosi milanisti), Fernando Muslera ci ha messo una mezz’ora e tutto il suo imbarazzante repertorio: tre interventi suicida e l’Olimpico biancoceleste si sgretola dal di dentro. Al 13’ rovina sulle ginocchia di Gilardino ma viene graziato dal duetto arbitro-guardalinee. E’ il presagio del suicidio. Tre minuti dopo dall’out di sinistra Ambrosini si domanda: crosso o tiro? Muslera gli toglie ogni dubbio: prego, tira pure. Perché lui intanto esce dall’area piccola e se ne va a caccia di vampiri in questa sua notte horror: la cometa tracciata dal centrocampista rossonero lo scavalca e dagli spalti grandinano fischi. Al 32’ Gilardino si rifà vivo dalle sue parti, Muslera lo butta giù: stavolta niente sconti, è rigore, Kakà trasforma. Non solo gite fuori porta per l’estremo difensore di Montevideo, ma anche tunnel che nemmeno i più appassionati sostenitori della Tav sognano: Kakà ci passa dentro come un espresso e siamo 3-1. Poi Gila, il re barbaro, cammina sopra le macerie dell’area laziale e la doppietta della resurrezione è servita.
Il Milan bussa, Muslera spalanca. Povero Fernando Muslera, il portiere con il biberon (ha da poco compiuto 21 anni). E’ giunto ad agosto a Roma in fretta e furia dal Nacional Montevideo per sostituire Carrizo (mancato per colpa del sangue svizzero che scorre nelle sue vene) e per non far rimpiangere il dinosauro Peruzzi (in profumo Milan). Lotito lo ha strappato alla concorrenza di Inter, Juventus, Arsenal e Benfica sborsando 3 milioni di euro. Per lui aveva garantito Daniel Fonseca, affascinato dalle sue imprese in Coppa Libertadores. Forse quelle imprese le ha lasciate in Sudamerica. Ieri sera il giovanissimo numero uno laziale non avrà vissuto un’esperienza inedita (“mi è già successo di prendere molti gol in una sola partita, devo solo adattarmi alla A il più presto possibile), ma di certo nei panni di un naufrago travolto da un’onda forza 5 non ci era mai stato. Gimme five, Muslera.

giovedì 4 ottobre 2007

La mia Dottoressa...


...ora prendi la mia mano

e spicchiamo il volo!


L'uomo era una sfera che rotolava appoggiandosi sui quattro arti.
Un giorno volle sfidare Zeus e scalò l'Olimpo.
Il dio punì la sua superbia e lo divise in due parti.
L'amore è nostalgia dell'unità perduta,
la ricerca della propria metà.
Platone (Simposio)


mercoledì 3 ottobre 2007

2° turno di Champions League: Celtic-Milan 2-1 McManus, Kakà (r), McDonald

Da McDonald boccone amaro per il Milan
Il petardo, quello dell’Euroderby 2005, non fu una carezza. Ma la carezza scozzese no, non è un petardo. Lui respinge (male) il tiro di Brown e fa recapitare sul destro di McDonald il pallone letale del 2-1. Lui simula (male) di essere sul punto dell’estrema unzione quando un tifoso festante entra in campo e alla Pierino gli rifila un buffetto alla mascella. Che fa male, tanto male. O almeno così lui fa sembrare. Lui, Nelson Dida, ha fatto bene una sola cosa: con la sceneggiata da moribondo è riuscito a far dimenticare che il Milan di questi tempi è più nero che rosso. Una dimenticanza che però dura pochi minuti. Perché poi, svanito il dolore (per la sberla, meglio, per la sberla della sconfitta), tutti si ricordano che c’è qualcosa che proprio non va in questa squadra, in campionato e ora anche in Champions. Il mal di stomaco continua. Non solo da McDonald.