martedì 19 agosto 2008

In attesa di altre chiamate

6 6 6. Non è il numero del diavolo, ma sono i 6 ori, i 6 argenti e i 6 bronzi fin ora conquistati dall'Italia al secondo e ultimo giro di boa dell'Olimpiade di Pechino. E se 18 medaglie non sono un numero da paradiso (visto che le 65 vinte dagli Stati Uniti e le 61 dalla Cina sembrano roba dell'altro mondo) rappresentano comunque un motivo per gioire e andare fieri dei nostri campioni saliti sul podio. Un podio che fin ora si sta tingendo di rosa: è Tatiana Guderzo (bronzo nel ciclismo su strada) ad aprire la marcia trionfale tutta al femminile proseguita con Giulia Quintavalle (oro nel judo). Poi toccava alla leggenda vivente della scherma Valentina Vezzali (terzo oro olimpico nel fioretto individuale) che poi darà una mano alla Granbassi, alla Trillini e alla Salvatori per la conquista del bronzo a squadre. Chiara Cainero (oro nel tiro a volo) è impeccabile quanto Federica Pellegrini (oro nei 200 stile libero), la prima donna italiana a vincere il metallo più prezioso nelle vasche olimpiche. Non da meno gli uomini: ecco allora il bronzo di Salvatore Sanzo nel fioretto, quello di Montano, Tarantino, Pastore e Occhiuzzi nella sciabola a squadre e soprattutto l'oro di Matteo Tagliariol nella spada, che fa vedere ai francesi di essere lui il vero D'Artagnan: la scherma, si sa, è sempre stato il principale serbatoio di medaglie per l'Italia. Un'Italia trascinata dalle palate di Agamennoni, Galtarossa, Raineri e Venier (argento nel canottaggio) e sedotta dalla forza erculea di Andrea Minguzzi (oro nella lotta grecoromana) che solleva come un quaderno l'ungherese Fodor. 6 6 6: 18, fin ora, le medaglie azzurre, sperando che domenica diventino molte di più. Chissà che anche il diavolo non tifi per noi.

(srv TG4 del 18 agosto 08)

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