giovedì 28 agosto 2008

Strane voglie

A Milanello non pretendono di certo che scatti come Usain Bolt. Ma quei chiletti di troppo messi su da Pato durante il soggiorno olimpico preoccupano non poco Ancelotti. Se il problema fosse solo il pancione, Milan Lab avrebbe già trovato la soluzione, come con Ronaldo e Ronaldinho. Ma il problema del 18enne brasiliano è anche e soprattutto nella testa: il suo apparecchio non luccica più come al suo arrivo in rossonero un anno esatto fa. Il Papero è triste, psicologicamente con le ali a terra perché quella medaglietta di bronzo conquistata a Pechino gli sta così stretta quasi da strozzarlo. E gli girano pure i cosiddetti ripensando al ct Dunga che, durante la rassegna, prima lo ha schierato titolare poi lo ha spedito in panca senza troppi convenevoli. Con Kakà pronto non prima di metà settembre, Emerson che lavora a testa china, Dida abbacchiato perchè Abbiati ormai i pali glieli ha scippati definitivamente, di musi lunghi brasiliani a Milanello ce ne sono fin troppi. E allora l'entusiasmo arriva tutto da Ronaldinho, tornato da Pechino con un pizzico di delusione per l'oro mancato, certo, ma con una voglia matta di riscatto. Una voglia matta a cui la nostra redazione ha dedicato uno speciale (disponibile da domani) che ripercorre la carriera del fenomeno gaùcho fin dai suoi inizi. Dihno sta bene, segna in partitella, scalpita per un posto da titolare domenica contro il Bologna a San Siro. Ci spera pure Shevchenko, voglioso di smentire chi lo dà per finito. Guardate un po'. Seedorf sembra dirgli scherzosamente "Ma te la senti di giocare ancora?" E Sheva: "Scherzi? Guarda come sono in forma!" Sia lui che Pato non scatteranno come Usain Bolt. Ma chissenefrega: per Ancelotti l'importante è che scattino e basta.

(srv Studiosport - edizione 13 e All Sport News del 28 agosto 08)

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