Si scrive e si balla: la vita, per dj Skar, è come una canzone... basta darle ritmo! E tingerla di rossonero...
martedì 24 giugno 2008
Bandiera bianco Rossi verde
E' un po' come quando ti presenti alla discussione di laurea partendo dal punteggio di 110. Ovvio che poi ci scappa anche la lode. Bronzo a Barcellona 92, due ori ad Atlanta 96, oro a Sydney 2000, argento ad Atene 2004: Antonio Rossi insieme a Giovanna Trillini, è l'atleta italiano che ha raccolto il maggior numero di medaglie durante le quattro edizioni a cui ha partecipato. E come la schermitrice, non manca dal podio dal 92. Mettici anche tre ori mondiali, un oro e due bronzi europei e allora capisci perché con un libretto così, pieno zeppo di trenta, la lode non può non arrivare puntuale alla sua quinta Olimpiade: il canoista Antonio Rossi è stato scelto dal Coni come portabandiera dell'Italia a Pechino. Una lode, un premio ad una carriera magnifica, fatta di umiltà, lealtà e sacrifici. A dicembre Rossi compirà 40 anni, ma non dategli del vecchietto, anche perché l'alfiere olimpico più anziano fu Raimondo D'Inzeo (classe 1925) a Messico 68. Il signor Commendatore (titolo conferitogli da Ciampi nel 2000), riassume in sé tutto l'orgoglio di una nazione e raccoglie l'eredità del suo amico Jury Chechi, portabandiera quattro anni fa ad Atene. Rossi ha vinto la concorrenza della Vezzali e la Idem (plurimedagliate ma forse penalizzate dal fatto che alle ultime Olimpiadi, quelle invernali di Torino, il portabandiera era una donna, Carolina Kostner). Ma, soprattutto, ha avuto la meglio su Max Rosolino (alla sua quarta Olimpiade), che comincia la sua avventura il giorno successivo alla cerimonia inaugurale. "Vorrà dire che partirò in pole position la prossima volta" dice con un pizzico di delusione il campione di nuoto. Del resto gli esami non finiscono mai.
Stefano Joni Scarpolini. O solo Stefano, o solo Joni. O SJS, o Dj Skar. O come volete voi. Classe '82, quella dei Kakà, degli Adriano, dei Cassano... Nasce a Jakarta, vive a Milano, sogna Madrid. Fa il dj perchè si diverte a mixare la commerciale e il giornalista perchè si diverte a scrivere di sport. E di cose poco serie...
Questo blog risale ai tempi sbarazzini e tamarri del master in giornalismo. Cosa ci troverete dentro? D'intellettualmente intrigante ben poco. Avrete invece a che fare con un putpurrì delle mie passioni e delle mie speranze. E soprattutto potrete analizzare a fondo la mia malattia per il calcio. Ma non esiste nessuna cura. Insomma, sono rimasto sempre lo stesso. Recidivo.
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"Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione" G.W.F. Hegel
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