giovedì 31 gennaio 2008

Testimoni e testimonial: Gennaro Gattuso

La Calabria nel cuore

Ci perdoni Ligabue se per una volta non prendiamo spunto dalla sua famosa canzone Una vita da mediano: per raccontare la carriera di questo giocatore non ci sarebbe titolo più azzeccato. Ma siccome in molti, troppi, citano questo brano per parlare di qualunque centrocampista, che si mette umilmente al servizio della squadra, che morde le caviglie agli avversari, che cattura palloni mettendoci la gamba, insomma che si fa un mazzo così ad ogni partita senza magari ricevere gli applausi che merita (perché il suo è lavoro cosiddetto “oscuro”), stavolta noi ci staccheremo dal coro. Perché Gennaro Gattuso non è un centrocampista qualunque. Perché le sue giocate, seppur lontane da quelle talentuose di Kakà, strappano gli stessi applausi che piovono dagli spalti sul compagno brasiliano. Perché anche dopo il novantesimo minuto una standing-ovation se la meriterebbe ancora. Battono le mani i ragazzi della Calabria...
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(articolo pubblicato su Teatri delle Diversità - gennaio 08)

Cifre da ricordare



Ottobre - I bamboccioni sono più di 5 milioni
Novembre - Violenza sulle donne: 3 su 10
Dicembre - 200 miliardi spesi in Africa per le guerre


(articolo pubblicato su Teatri delle diversità - gennaio 08)

mercoledì 30 gennaio 2008

Recupero della 15^ di campionato: Reggina-Milan 0-1 Gilardino

Il Milan sale con Gila re di Reggio
Tra gli sbadigli di metà settimana ci sono i tre acuti di Gattuso travestito alla Kakà. Ma soprattutto c'è la capoccia di Gilardino che risponde presente alla chiamata di Pirlo: la Reggina si fa fuori così. Poi poco altro, se non la traversa timbrata dallo stesso Pirlo che chiude di fatto una gara senza sussulti. Ma il Milan stavolta non spreca il bonus dei match di recupero (manca il Livorno). Così il posticipo contro la Fiorentina, ora distante 7 punti, diventa lo spartiacque per indirizzare o meno i rossoneri verso la Champions. Domenica sera non sono ammessi sbadigli o addirittura colpi di sonno. Per non uscire fuori strada.

martedì 29 gennaio 2008

Testimoni e testimonial: Gerry Scotti

Accendiamo un sorriso

“Sorriso”. E’ la tua risposta definitiva? La accendiamo? Accendiamola. Risposta esatta. Suvvia, la sapeva anche un bambino. Sì, perché bambino è sinonimo di sorriso. Perché un bambino dovrebbe solo sorridere, giocare. Vivere la sua infanzia ingenua e genuina. Invece no. Tanti, troppi bambini darebbero una risposta errata, diversa da “sorriso”. Perché non sanno cosa significa questa parola semplice semplice. Molti bambini in Italia però sorridono a vedere il suo pancione di cui va autoironicamente fiero. Lui piace ai bambini. Simpatico, buffo, con quel vocione da Babbo Natale: Gerry Scotti non è solo il papà di Chi vuol essere milionario o di Passaparola. Gerry Scotti è un po’ il papà di tutti i bambini, che s’incollano davanti alla tv ed esclamano indicando con il dito verso lo schermo: “guarda mamma, quello è il grande Gerry!”. In effetti, a guardarlo, il Gerry nazionale assomiglia un po’ ad un personaggio di un cartone animato. E al mondo fanciullesco, fatto di fantasia ma purtroppo anche di speranze negate, Scotti è molto vicino. Lui un figlio ce l’ha, Edoardo. Ed è un figlio fortunato. Partendo proprio dal suo Edoardo, Gerry ha capito che tutti i figli del mondo dovrebbero avere la possibilità di essere felici...
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(articolo pubblicato su Teatri delle Diversità - gennaio 08)

lunedì 28 gennaio 2008

I panzer azzurri kaputt nello slittino

Se dici “bravi lo stesso”, è più probabile che ti rispondano “danke” piuttosto che con un grazie musicato da un pesante accento altoatesino. Leggi i loro nomi e se non sai il tedesco inizi a balbettare, contorcerti la lingua ed emettere suoni onomatopeici incomprensibili e un po’ ridicoli. Già, il tedesco. A Oberhof, in Germania, Gerhard Plankensteiner e Oswald Haselrieder si sentono un po' come a casa propria. E se non indossassero la tuta azzurra, a questi due armadi sdraiati sullo slittino daresti dei crucchi. Invece Gerardo e Osvaldo (chiamamoli così per orgoglio patriottico) parlano bene l’italiano. E, ovviamente, benissimo il tedesco. La stessa lingua degli avversari che li hanno scalzati dal podio mondiale e scaraventati a un deludente quarto posto: Florschuetz e Wustlich primi, Wendl e Arlt secondi, i fratelli austriaci Schiegl terzi. Nessuna medaglia quindi per l’Italia nella prova del doppio. Aggiungiamoci che l’altra coppia azzurra Fischnaller-Kofler finisce dodicesima e un errore grossolano alla partenza fa fuori nella prima manche i nostri campioni europei Oberstolz-Gruber, ed ecco che lo scivolone azzurro diventa ancora più doloroso. Un dolore comunque affievolito. Perché se dai un’occhiata alla lista dei partecipanti ti sembra che il doppio sia un duello esclusivamente fra panzer.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 27 gennaio 2008

20^ di campionato: Milan-Genoa 2-0 Pato, Pato

Doppio Pato e il Milan va
Kakà dimentica di avere il freno a mano tirato e le sue discese si spengono sul nascere. Seedorf si perde nel labirinto dei suoi dribbling contro dribbling e annaspa sulla trequarti. Pirlo lascia a casa il joystick che solitamente usa per battere le punizioni e impegna solo i raccattapalle. Se il Milan è pallido e ingiallito, gialle ma non ingiallite sono le scarpette di Pato. Che nel secondo tempo lasciano una scia bruciante sulla metà campo rossoblu: il Papero seda il Genoa con la testa e con la buona sorte (vedi il rimpallo fortunoso contro Scarpi). Il gioiellino carioca è volenteroso e pure sprecone. Diamogli tempo, è ancora un bambino. Ma oggi si è dimostrato più adulto dei suoi compagni un po' invecchiati.

venerdì 25 gennaio 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 3

SEVEN DAYS AND ONE WEEK (B.B.E.)
Settembre 1996. Si può considerare il brano capostipite della progressive, quel genere di dance che ha avuto vita breve, circa un annetto e poco più. I B.B.E. stravendono il loro disco in tutta Europa, ma non replicano il successone qualche mese dopo con Flash, un flop. Tutti quindi li ricordano solo per Seven days and one week. Basta e avanza: il gruppo tedesco rimane inchiodato al numero uno delle classifiche continentali per tutto l'inverno '96.

Basso ignorante, ritmo molleggiante. Il giro di piano ti rimane incastrato nel'orecchio. Voto 8

mercoledì 23 gennaio 2008

Recupero della 12^ di campionato: Atalanta-Milan 2-1 Gattuso, Langella, Tissone

Corsa Champions: l'Atalanta chiude le porte al Milan
Vabbè che questa partita l’avrebbe vinta volentieri a tavolino, ma la figura del tavolino messo a gambe insù il Milan poteva anche risparmiarsela: se si deve giocare, si giochi. Punto. Ma nemmeno quello, il misero punticino, è stato portato via come contentino da Bergamo. Per come si era messa, si pensava a ben altro. Gattuso azzecca la testa di Doni, poi però sono Langella e Tissone ad azzeccare l’impresa del ribaltone. Pato non azzecca un bel niente e, affamato, si divora due palloni da accomodare senza patemi alle spalle di Coppola. Si giocava a porte chiuse. E la fessura della porta che dà alla zona dei campioni si fa sempre più stretta. Rossoneri, attenti alle dita. E a Dida. Quando tornerà fra i pali.

lunedì 21 gennaio 2008

Alessandra Sensini, via col vento

Italia campione del mondo. Ma stavolta Cannavaro e company non c’entrano. Italia sulla cresta dell’onda. Perché per trovare surfisti intrepidi non serve andare fino in Australia. A Grosseto, ad esempio, trovi Alessandra Sensini, che la tavola l’apparecchia non in cucina ma sulle spiagge della Maremma, dove ha imparato a diventare la regina dei mari. Basta un soffio di maestrale, poi al resto ci pensa la 38enne grossetana che va più veloce del vento e di tutte le sue sfidanti. Succede anche sulle acque neozelandesi di Auckland: Alessandra, davanti alla padrona di casa Barbara Kendall e la spagnola Marina Alabau, conquista il suo undicesimo titolo mondiale di windsurf. In vent’anni anni di carriera ha cambiato tavola tre volte (classe RS-X, Funboard, Mistral) ma la portata è sempre una: Alessandra mangia solo il primo. E sotto la medaglia d’oro di Takapuna spunta il visto per Pechino: si tratta della sua quinta partecipazione alle Olimpiadi. Con tre medaglie (oro a Sydney 2000, bronzo ad Atlanta 1996 e Atene 2004) è la donna più vincente ai Giochi. A Qingdao la Sensini ci andrà da campionessa del mondo. Come Cannavaro e company. Del resto, anche il mare è azzurro.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 20 gennaio 2008

19^ di campionato: Udinese-Milan 0-1 Gilardino

Il tridentao non va, ci pensa Gilardinho
In fin dei conti basta aggiungere una H e diventa brasiliano pure lui: Gilardinho a dieci minuti dalla fine subentra a Ronaldo e fa il fenomeno ammazzando l’Udinese in pieno recupero. Alberto è tornato prepotentemente di moda in un periodo in cui di moda va il tridente scioglilingua e sciogli-Napoli che per tutta la settimana scorsa lo aveva relegato nell’ufficio oggetti smarriti. Certo, non è che con questa rete ossigenante il Gila si sia assicurato un seggio da senatore a vita all’interno dell’attacco rossonero. Ma non si può vivere di solo Ka-Pa-Ro. Udine dimostra che in questo acronimo si può inserire anche la GI di Gilardino. Pardon, Gilardinho.

venerdì 18 gennaio 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 2

IN THE MUSIC (DEEPSWING)
Marzo 2001. In realtà è ancora lui, Eddie Amador. Ma in tanti si erano già dimenticati di House music, che nella primavera del '98 veniva puntualmente inserito nelle sequenze commerciali. Eddie Amador rispunta tre anni con un nuovo nick, Deepswing, e con una nuova hit, In the music. Un doppione? No, in questo pezzo c'è un plus: il giro di sax, che fa impazzire le piste d'Italia.


Molto estivo. Ritmo incalzante. Poco basso, tanta cassa. E il sax in dissolvenza. Voto 8.5

mercoledì 16 gennaio 2008

Coppa Italia, ottavi di ritorno: Catania-Milan 1-1 Vargas, Paloschi

Ancora Paloschi, ma passa il Catania
Perchè della Coppa Italia ad Ancelotti e sudditi, senza troppi giri di parole, non frega proprio un bel niente, sennò avremmo potuto assaporarci ancora per qualche partitella il talento del baby Paloschi, che dal cognome credi sia ceco, ucraino, russo o giù di lì. Invece è italianissimo e per il fiuto del gol ricorda Inzaghi. Buon per il Milan, che nell'ultimo decennio dalla primavera non ha mai estrapolato nulla di sfizioso. La vetrinetta sbiadita della coppa nazionale serviva solo a testare giovani interessanti. Ora che dalla vetrina i rossoneri sono usciti, a Paloschi non rimane che fare shopping con il coscritto Pato. E aspettarlo fuori dal negozio. Ah, Paloschi di nome fa Alberto, come Gilardino, suo assist-man stasera. Da Alberto ad Alberto. Le cose sotto porta cambieranno in un futuro lontano?

lunedì 14 gennaio 2008

Patologico

Baciato dal destino

Cagliari, una stagione buttata via

A Cagliari si sente puzza di bruciato. Se al Porto Canale il bastimento carico di immondizia campana è arrivato da alcuni giorni, allo Stadio Sant'Elia il bastimento carico di allenatori arriva puntuale ogni tre mesi da quando Cellino (foto) più che il presidente fa il personaggio cattivo delle fiabe, come il mangiafuoco di Pinocchio. Ma dalla bocca di Massimo l'americano non escono bugie. Semmai illusioni. Giampaolo, Sonetti, Ballardini (ieri al debutto) sono l'ultima parte della vorticosa girandola sopra la panca. Ma la capra non canta: continua a piangere in fondo alla classifica. L'Udinese passa 1-0 (addirittura con un uomo in meno ma con un Quagliarella da 7+), quarto capitombolo consecutivo (12 in totale) e 10 punti elemosinati. Per carità, sono arrivati a dar man forte gli umili Storari dal Levante e Jeda dal Rimini. Ma la salvezza rossoblù pretende ben altri e ben altro, cioè un miracolo. Perchè finestrare i tecnici uno dopo l'altro, senza nemmeno dar loro il tempo di imparare la strada per arrivare al campo di allenamento, serve solo a scavarsi la fossa della B con le proprie mani (vedi anche la difettosa gestione del caso Foggia-Marchini). Da venerdì sette ultrà cagliaritani hanno le manette ai polsi. Ma le loro scorribande notturne, tra lanci di pietre, fuomogeni, bottiglie e bombe carta, non miravano Cellino, bensì il governatore della Sardegna Soru, reo di non aver rifiutato i rifiuti di Napoli. Ai tempi di Moggiopoli si parlva di calcio-spazzatura. Stavolta non ci sono analogie tra il calcio e la spazzatura. Se non che il Cagliari sta buttando la sua stagione nel cassonetto.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

domenica 13 gennaio 2008

18^ di campionato: Milan-Napoli 5-2 Ronaldo, Sosa, Seedorf, Domizzi (r), Ronaldo, Kakà, Pato

Il Milan guarisce dalla Patologia
Comincia il 2008. Da dove ri-cominciamo? Dai 18 trofei internazionali sfoggiati nel pre-partita? Da Lazzaro-Ronaldo che si alza, cammina e infila una doppietta? Dal Papero precoce che seduce San Siro e ci mette la firma come di consuetudine ad ogni primo appuntamento? O dal Milan-samba che dopo 8 mesi torna ad essere padrone di casa sua? Ricominciamo da tutto questo. Perché stasera gli ingredienti per ricominciare a vincere c’erano tutti. E sono stati usati tutti. Segna Seedorf sacrificato col broncio a centrocampo, segna Kakà ma i suoi gol-fantascienza non fanno più notizia. E il Napoli si sgretola dopo il doppio momentaneo pareggio. A scorgere il quarto piano viene ancora il torcicollo. Ma gli scarpini che indossa Pato, gialli come le zampe di Paperino, sembrano quelli giusti per salire la scalinata.

venerdì 11 gennaio 2008

Dance commerciale, nostalgia da 90 - track 1

Ogni settimana un brano dance commerciale anni '90, di quelli che facevano ballare. Dj Skar li sceglie per voi, nostalgici della musica tutto basso, cassa e sonorità psichedeliche.

STAY (SASH feat. LA TREC)
Novembre 1997. Dopo Encore Une Fois, il dj londinese torna a scatenare le piste di tutta Europa (600mila copie vendute) con un brano commerciale dall'atmosfera trance. In Italia rimane al numero uno delle charts per più di un mese. E' il periodo più prolifico della carriera di Sash, che replica durante la primavera successiva con La Primavera, appunto. Ma nulla in confronto a Stay, che diventa la colonna sonora del Natale dance '97.

Rif trance molto melodico, basso a levare caldo e intrepido. Voto 9

martedì 8 gennaio 2008

Mercatino invernale, vendesi fenomeni

Il mercatone è quello estivo: a stagione finita si pensa a quella nuova e si parte con le spese folli. Il mercatino, invece, è quello invernale: a stagione in corso si pensa a ritoccare le rose con petali che spesso, forse a causa del gelo, non riescono a fiorire. Ma è periodo di saldi. E senza girarsi i pollici fino a giugno, magari l'affare ci scappa adesso. Perchè vorrebbero scappare tutti subito. Da Barcellona vorrebbero scappare Ronaldinho e Zambrotta: il Milan, lo sanno anche i bambini, li accoglierebbe a braccia spalancate. Ma il portafoglio, quello no, quello è già più difficile da spalancare, anche per due campioni così. Da Palermo vorrebbe scappare Amauri, ma il presidente Zamparini scoraggia i pretendenti portando la clausola del brasiliano oltre Marte. Vorrebbe scappare Di Natale, ma che i Pozzo non regalano a dispetto del cognome. E poi scapperebbero volentieri il portoghese Maniche dall'Atletico Madrid, stanco di vivere da separato in casa; la nuova stellina francese Benzema dal Lione, per il quale molti club italiani stanno in coda alla cassa; l'olandese Van der Vaart (foto) dall'Amburgo, che invia sms d'amore alla Juventus.

Insomma, quando il mercatino riapre, giocatori e rispettivi procuratori aprono a nuovi orizzonti milionari. E salgono nel paradiso della notorietà: d'improvviso approdano sulla bocca di tutti i tifosi e nei sogni di tutti i club. Per loro si sprecano chilometri d'inchiostro sui giornali, tra indiscrezioni e leccatine di fondoschiena. Sì perchè prima di essere acquistati vengono dipinti come Maradona, poi chissà perchè alcuni di questi fenomeni si rivelano tutt'altro che salvatori della patria. Ma intanto nel paradiso delle chiacchere loro ci sono.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

mercoledì 2 gennaio 2008

Sarà l'anno del Papero?

























Roba da cartone animato Disney: avete mai sentito la favola di un papero che a soli 17 anni diventa Paperon de’ Paperoni? Nella storia del calcio nessuno ha mai sborsato tanto, 22 milioni di euro, per accaparrarsi le giocate di un minorenne. Nessuno, tranne il Milan. Che lo adocchia fin dai suoi esordi nell’Internacional appena 16enne. E’ amore a prima vista. Un amore messo al riparo dalla corte serrata di Chelsea, Real Madrid e Inter, infatuati anch’essi di questo talentino con l’acne sulle guance e l’apparecchio in bocca. Lui è il brasiliano Alexandre Rodrigues da Silva, meglio conosciuto come Pato, in italiano “papero”, soprannome che deriva dalla sua città natale Pato Branco, che significa “papero bianco”.


Approda in rossonero il 2 agosto scorso, dopo aver partecipato con la nazionale verdeoro al Mondiale Under 20 in Canada, ma fino al 3 gennaio rimane a guardare: solo allenamenti e alcune amichevoli, perché la Fifa impedisce ad un minorenne di essere inserito nelle liste ufficiali delle competizioni europee e mondiali. Finita la penitenza burocratica, ora il papero può finalmente scuotere le ali in campionato e in Champions League. Dribbling secco e tiro imprevedibile: Galliani già se lo immagina in posa col pallone d’oro fra le braccia. Dopo Kakà tocca a Pato ad eccitare il Meazza. Con lui salgono a 8 i giocatori brasiliani nel Milan. Una specie di sambodromo. Il 2008 per il Papero potrebbe rivelarsi più divertente di un cartone animato Disney.

(articolo pubblicato su Maxim - gennaio 08)