sabato 13 gennaio 2001

Davide Follini vs Golia Berlusconi

Il Cavaliere scende dalla sella. E Marco attraversa il Rubicone

E’ il 22 settembre 2005 quando Berlusconi annuncia il ritorno di Tremonti all’Economia dopo le dimissioni di Siniscalco. D’un tratto Follini chiede il microfono: “C’è chi pensa che il miglior leader del centrodestra sia Berlusconi e chi come me pensa di no. Bisogna che queste due opinioni si esprimano democraticamente
[1]. Che nella Cdl ci sia o no democrazia è il forte dubbio di Marco. Perché il Cavaliere, Golia, dovrebbe mai temere Follini, un Davide rompiscatole ma niente di più? Il premier gli risponde: “E’ stato posto oggi per la prima volta il tema della leadership, troveremo il modo democratico per affrontarlo[2]. Quel modo non viene trovato. Anche perché a Casini preme il varo della legge elettorale come moneta di scambio. E scambio fu: il Cavaliere, sventata l’inutile incombenza delle primarie, fa un altro giro di giostra e Calderoli, ministro per le Riforme, appronta il porcellum. Follini non è d’accordo né su leadership né sulla legge elettorale. E messo da solo in un angolino, si dimette.

Tutto per colpa, sempre e comunque, di ‘sta benedetta legge elettorale. Ma cosa ci trova di tanto affascinante Casini nel sistema proporzionale? Quale vantaggio può trarre un partito territoriale come l’Udc? “Con la vecchia legge elettorale – spiega Follini - rischiavi che i tuoi deputati venissero impallinati. Esempio: tu candidavi un democristiano in Padania, e un po’ di mondo berlusconiano e un po’ di popolo leghista avrebbero potuto farlo saltare. Con la nuova legge elettorale tu ti porti i tuoi. Punto. Ma noi abbiamo dato in cambio a Berlusconi la possibilità di fare un’altra corsa, e siamo stati proprio noi, il partito che alla forzatura delle riforme istituzionali aggiungeva la forzatura sulla legge elettorale
[3]. E non si sarebbe dovuto parlare solo di legge elettorale, “ma anche di sistema tedesco, di cancellariato, di sfida costruttiva, di Bundersrat[4]. Vabbè, chiedeva la luna. Così Follini, il panzer mancato, lascia. Sognando un nuovo centro. Il centro che Berlusconi dice di avere già tra le mani: il centro è Forza Italia, erede naturale della Dc.

Marco non la pensa così. Tra Berlusconi e la Dc ce ne passa: “Berlusconi è capo di un partito monocratico ed esprime un’idea monarchica. La Dc invece aveva una vocazione repubblicana e si dilettava a decapitare i propri leader, perché li considerava intercambiabili. Impedì a Fanfani e a De Mita di fare il presidente del Consiglio e il segretario del partito nello stesso tempo. Non ebbe pietà per nessuno, nemmeno per il fondatore De Gasperi. La Dc privilegiava la leadership a più mani ed era insofferente verso qualsiasi primato personale. Mentre Berlusconi fonda sul primato personale e sui propri interessi la sua politica
[5]. Però anche la Dc di cultori dei propri interessi ne aveva a iosa. “Allora c’era un argine che ora non c’è più. Ma non è tutta colpa di Berlusconi. E’ colpa della trasformazione della nostra etica pubblica: Berlusconi è la punta di questo iceberg[6].

Quando l’11 aprile 2006 Prodi sale al governo per un pugno di voti, a Marco viene da dire a tutti: visto? Ma la frittata è fatta. Ora c’è da capire quale sarà il suo futuro politico. In solitudine o in compagnia? Se Giovanardi e Buttiglione si sentono più forzisti che udiccini, c’è chi come Tabacci si sente meno udiccino e più folliniano. Il buon Bruno, compagno di avventure e sventure, ci rimane malissimo quando l’amico Marco abbandona da segretario di partito. Lo rimprovera di aver commesso un gesto avventato. Avrebbe dovuto resistere, resistere e resistere. Ma l’esclusione dalla Commissione parlamentare di vigilanza Rai per Folllini è una ferita ancora aperta. Una sera a Palazzo Chigi Berlusconi lo incrocia e lo accusa di aver innescato la sconfitta per non aver accettato la modifica della par condicio: “Se continui così ti scateno contro le mie tv”. Solo Gianni Letta e Gianni De Michelis spendono qualche parola gentile per lui. Gli altri si rintanano in un silenzio imbarazzante. Compagni Udc compresi. Che sull’altra sponda del Rubicone l’aria sia più respirabile?


[1] Ibidem, p. 34.
[2] Ibidem, p. 34.
[3] Ibidem, pp. 37-38.
[4] Intervista di Mario Lavia, Europa, 8 novembre 2007.
[5] Marco Follini, Uno contro tutti, Marsilio, 2007, pp. 14-15.
[6] Ibidem, pp. 15-16.

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