sabato 29 dicembre 2007

Meditazioni metafisiche 2.0

Cogito ergo sum
Penso dunque sono
(René Descartes, filosofo francese)




Duro perchè faccio
Tengo duro perchè se mollo faccio...
...un piacere non solo a Dini ma a tutti gli italiani
(Romano Prodi, politico filosofo)

martedì 25 dicembre 2007

Anche a Natale siete voi a scegliere cosa ballare...
da dj Skar auguri mixati con la vostra canzone preferita

domenica 23 dicembre 2007

17^ di campionato: Inter-Milan 2-1 Pirlo, Cruz, Cambiasso

Inter, buon Natale. Firmato Dida
"Nelson Nelson, Dida Dida". Tutto il Meazza in coro per lui, solo per lui. Ma, altro che standing-ovation. Il suo nome scandito a gran voce dai tifosi neroazzurri ha un suono più stridente di una secchiata di fischi. Cambiasso raccoglie la difettosa respinta di Maldini, fa partire un destro così così, Dida fa ancora peggio e si scaraventa esattamente dalla parte opposta, come se lo facesse apposta. Magari lo avesse fatto apposta. Almeno si avrebbe una spiegazione plausibile all'ennesimo imbarazzo che il portiere brasiliano non si è risparmiato di creare alla sua società neppure dal tetto del mondo. Finisce 2-1 per l'Inter. Che ringrazia e si porta sul Monte Bianco con due turni d'anticipo. Tempo di regali? No, per Dida e colleghi rossoneri è già tempo di scendere dall'Everest.

mercoledì 19 dicembre 2007

Coppa Italia, ottavi di andata: Milan-Catania 1-2 Spinesi, Mascara, Paloschi

Baby-Milan, dal Catania niente carezze
La testa non è rimasta in Giappone ma è già a San Siro per il derby sotto l'albero. Solo che stasera non c'è l'Inter ma il Catania. Poi è solo Coppa Italia, mica Intercontinentale. Inoltre gioca Digao, mica suo fratello Kakà. E aldilà del fatto che uno è difensore e l'altro è semplicemente indescrivibile, la differenza si vede dalle movenze e si sente dalle parti di Spinesi e Mascara. Che ringraziano per gli assist ricevuti da questo fratellino d'arte che l'arte del calcio ce l'ha in casa ma che per possederla o sei Kakà o altrimenti inutile perdere tempo. Non perde tempo Alberto Paloschi: primo gol e primi cori dalla Sud. Precoce il 17enne. Per lui questo con i siciliani non era un allenamento. Per il resto della squadra sì o forse nemmeno. Anche perchè la maggior parte dei campioni mondiali se ne stava al calduccio di casa. Con l'albero addobbato e il regalone del derby pronto da metter sotto.

Ercole senza braccia conquista Gibilterra

La storia di Dani Vidal: a 6 anni gli sono stati amputati gli arti superiori, a 31 è il primo disabile ad attraversare a nuoto lo Stretto

E’ l’impresa di una farfalla che vola sulle acque con una sola ala, per di più dimezzata. Quando aveva sei anni, una scarica elettrica lo ha costretto a due drastiche amputazioni agli arti superiori, risparmiandogli l’avambraccio destro. Quell’avambraccio che per Dani Vidal, 31enne spagnolo, ha rappresentato un remo robusto e spedito con cui farsi una vasca dalla Punta de Oliveros, estremo lembo iberico, alla Punta Cires, sulle coste marocchine: lo Stretto di Gibilterra è stata la sua gigantesca piscina per 6 ore e 22 minuti. 15 chilometri fra onde alte e vento contrario, molta più fatica del previsto, ma Dani ce l’ha fatta. Una traversata che nemmeno la più fantastica fiaba di pirati in cerca dell’isola del tesoro potrà mai raccontare.

Il tesoro conquistato da Dani Vidal, non è un nuovo record del nuoto ma è la certezza di poter arrivare ovunque, anche senza l’ausilio delle braccia. Al collo Dani sente il piacevole peso di 139 medaglie d’oro in competizioni ufficiali (Paraolimpiadi di Sidney 2000 incluse), ma per un eroe sportivo come lui non bastano. Dani lo sapeva, il suo orgoglio agonistico continuamente lo spingeva. Un tuffo, e giù con la testa in acque europee. Poi, miglia dopo miglia, ecco che Dani solca quelle africane. Infine il traguardo, sulla sponda del Marocco. Così Dani Vidal è diventato il primo uomo senza braccia ad aver attraversato a nuoto lo Stretto di Gibilterra. Da oggi le colonne d’Ercole hanno un nuovo eroe.

(articolo pubblicato su Teatri delle diversità - settembre 07)

domenica 16 dicembre 2007

Tanti cari saluti dall'Everest


Milan Campione del mondo 2007. Dedicato a chi non soffre di vertigini

Finale del Mondiale per club: Boca Juniors-Milan 2-4 Inzaghi, Palacio, Nesta, Kakà, Ambrosini (aut)

Milan, il mondo è tuo
I ragazzi dell’era Ancelotti hanno vinto tutto, ma proprio tutto quello che c’era da mettere in bacheca. Ah già, manca la Coppa Uefa. Ma se per sei anni consecutivi finisci minimo al quarto posto in campionato, come fai a portarti a casa il trofeo-portaombrelli? No, ai ragazzi dell’era Ancelotti, che fanno piovere applausi da tutti i campi d’Europa, piace di più la coppa con le orecchie a sventola, piace di più il pallone stellato, piace di più la sigletta lirica della Champions. Manchester, Atene. E sono 7 le coppe continentali. Ma quella lì, quella che inizia fastidiosamente per Inter e che ora si chiama Mondiale per club, a capitan cuore di drago Maldini stava ancora sul groppone: due ne aveva già vinte ai tempi di Sacchi, ma la beffa del 2003 col Boca era un torto da raddrizzare solo tornando là dove sorge il sole. Detto quattro anni fa, fatto quattro anni dopo. E Paolino accontentato: argentini travolti e Milan campione del mondo nell’anno delle rivincite. Dicono che con questo successo, che porta i rossoneri sull’Everest (se l’Inter si trova sul Monte Bianco), sia la chiusura di un cerchio, la fine in bellezza di un’era gloriosa. Ma poi prendi uno dei ragazzi dell’era Ancelotti, l’eterno Filippo Inzaghi che oblitera il biglietto pure in Giappone, e ti viene il sospetto che per i titoli di coda bisogna ancora attendere. Domenica c’è il derby. Abbiate un po’ di pazienza. Il film, rigorosamente in rossonero, mica è finito.

venerdì 14 dicembre 2007

Baseball americano: segno positivo

Prima o doping, è sempre la solita storia. La solita brutta storia. "Positivi", "non negativi". Chiamateli come volete questi atleti che hanno più confidenza coi farmaci che con le attrezzature sportive. Ma la sostanza, le sostanze, quelle proibite, rimangono le stesse: steroidi, ormoni, anabolizzanti. Insomma, sangue che si sporca e che sporca lo sport. Ciclismo, atletica leggera, calcio. Adesso non si salva neppure il baseball americano. Un'inchiestona senza freni inibitori ha scaraventato tutti gli scheletri fuori da un armadio che nessuno prima d'ora ha avuto il coraggio di spalancare: sono usciti 89 tra i campioni più conclamati che da anni fanno uso di sostanze vietate e hanno ottenuto così record fasulli, tutt'ora registrati negli annali. Un dossier di 409 pagine e 20 mesi di indagini riassunte dal rapporto del senatore George Mitchell, voluto dal commissario della Mlb Bud Selig. Tutti sapevano, ma tutti tacevano.

Crolla un mito. Crolla il muro di omertà che finora ha occultato le indecenze dello sport che più incarna lo spirito a stelle e strisce e che ha ispirato film, libri e canzoni. Tanti nomi illustri, giocatori Mvp e All star, che si leggono fra le pagine del dossier: Barry Bonds, battitore detentore del record di fuoricampo e già indagato per la questione del laboratorio Balco; Miguel Tejada, interbase degli Houston Astros; Gary Sheffield temutissimo battitore dei Detroit Tiger. Eccetera eccetera. Tuttavia, Mitchell avrebbe chiesto a Selig una sorta di amnistia "eccetto i casi in cui la condotta del singolo è stata determinante per l'esito delle partite". Per i "meno cattivi" la pena potrebbe essere l'esclusione da Cooperstown, la sede della Hall of Fame. Per i "cattivi" non ci saranno sconti. Altrimenti la solita brutta storia continuerà all'infinito.

(articolo pubblicato su http://www.lab.iulm.it/)

giovedì 13 dicembre 2007

Semifinale del Mondiale per club: Urawa Red Diamonds-Milan 0-1 Seedorf

E ora in Boca al lupo, Milan!
E' bianco, ma non è il kimono. E' l'abito che i giocatori del Milan indossano nelle serate di gala. E' la divisa bianca. La seconda, per arrivare primi: il suo effetto vincente non tradisce quasi mai. Non tradisce nemmeno Kakà, che anche nella tana dei samurai dispensa delizie: l'assist per Seedorf sfonda la barricata dell'Urawa che ha tenuto per un'ora e apre la strada verso la seconda rivincita attesa da quattro anni. Dopo il Liverpool, sotto col Boca Juniors. Che non stanno vivendo la loro miglior annata. Come del resto i rossoneri, pallidi e squallidi in campionato. Ma in Giappone è tutta un'altra storia, tutto un altro mondo. Il mondo a cui Kakà e il suo seguito domenica andranno all'assalto. Gli argentini sono avvisati: il Milan di questi tempi non è bellissimo, ma con l'abito da sera diventa improvvisamente affascinante.

mercoledì 12 dicembre 2007

La pena di morte sta lentamente morendo

Stop ai boia. Che cambino mestiere. Così New York ha dato i numeri. Perché la pazzia dell’uomo sembra dirigersi, finalmente, verso il tramonto. 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astensioni. Il 15 novembre scorso la terza commissione delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione sulla moratoria della pena di morte. Per una volta, dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi e della nostra tenacia (mica siamo solo bamboccioni!): chi ha voluto fortemente il passaggio del testo è stata l'Italia, che da ben 13 anni conduce la battaglia per la moratoria. I tre precedenti tentativi, nel 1994, nel 1999 e nel 2003, erano falliti. Ma chi la dura la vince. Così la risoluzione L29, presentata da Nuova Zelanda e Brasile, è stata depositata presso la Terza Commissione con l’inizio delle procedure di voto e con l'esame degli emendamenti...
(clicca qui per leggere l'intero articolo)

sabato 8 dicembre 2007

Blardone e Moelgg, lo sci azzurro s'infiamma

Bad Kleinkirchheim, Austria. Aria pungente, -5 gradi. Ma verso le vertiginose altitudini del podio la temperatura sale. Ci sono due fiamme che emanano un dolce tepore. Due fiamme gialle, come due candele poste sopra i gradini più alti del palco. La Guardia di Finanza ce li ha prestati per un inverno. Buon per l’Italia dello sci taglia XXL, anzi gigante. Grazie a Massimiliano Blardone e a Manfred Moelgg, che oltre alla divisa verde indossano la tuta azzurra. E non c’è imprevisto che tenga (vedi la disgraziata seconda manche a Beaver Creek una settimana fa): la squadra italiana di gigante non ha rivali. Primo Blardone, secondo Moelgg.
E poteva essere trionfo a valanga, se nella prima discesa a Davide Simoncelli e Peter Fill non si fosse annebbiata la vista e nella seconda Alberto Schieppati non si fosse coricato supino in pista per ansia di prestazione. Così il bronzo va allo statunitense Ted Ligety. Poker in Coppa del Mondo per Max Blardone: prima di questo trionfo, aveva vinto nel 2006 a Beaver Creek e nel 2005 in Alta Badia e ad Adelboden. Con quello di Blardone l’Italia agguanta il 46° successo in gigante su 320 gare (il record è di Tomba con 15 ori davanti a Thoeni con 11). Sabato prossimo in Badia, rivincita fatta in casa: Manfred sfida Max, scontro fra titani. Potete star certi che la gara s’infiammerà ancora.
(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

giovedì 6 dicembre 2007

Diamo i numeri / DICEMBRE 07

Oltre 5 milioni i bamboccioni

Li vorrebbe buttare tutti fuori di casa, con il fagotto in spalla, quegli eterni peter-pan che restano aggrappati alla sottana della mamma fino ad età inverosimili e a cui l’idea di metter su famiglia fa lo stesso terribile effetto che un gatto prova quando viene messo nell’acqua. Autonomia portami via, quindi. Ma quanti sono in Italia i “bamboccioni” citati dal ministro dell’Economia Padoa-Schioppa il 3 ottobre in commissione Bilancio?

Secondo l’Istat, sono circa 5 milioni e mezzo (nonché il 69,7% del totale dei giovani tra i 20 e i 30 anni), contro i 2 milioni e 432mila che invece dal nido hanno spiccato il volo. Luigi Biggeri, numero uno dell'istituto di statistica, sottolinea come siano spesso le difficoltà economiche a impedire la piena indipendenza dei giovani, anche se questi sono riusciti a ottenere un'occupazione. Quelli che abitano con mamma e papà, nonostante abbiano un lavoro, sono 2 milioni e 900mila: in oltre i due terzi dei casi, però, lo stipendio non raggiunge i 1.000 euro mensili e quasi un terzo non arriva a 500 euro. L'Istat rileva anche che ben il 32,4% delle famiglie con persona di riferimento sotto i 30 anni vive in affitto, contro un valore medio nazionale del 18,4%. E l'abitazione incide per quasi un terzo sulla spesa mensile di queste famiglie, con valori particolarmente elevati nelle aree metropolitane.

Anche Bankitalia sta dalla parte dei bamboccioni per necessità e non per scelta: secondo uno studio di Palazzo Koch, i giovani oggi hanno una busta paga più leggera del 35% rispetto a quella dei genitori e difficoltà crescenti nel farsi una carriera. A causare il divario nei guadagni sono state le riforme del sistema previdenziale. Tuttavia, si legge in una nota del Comitato legge Biagi, i ragazzi tendono a rifiutare lavori stabili e ben retribuiti. Vi sono settori come infermieri, addetti alle pulizie e badanti, dove la manodopera è quasi esclusivamente straniera. Ma anche nel caso di professioni qualificate a volte la domanda di lavoro è soddisfatta solo in parte dall'offerta. I bamboccioni fanno pure gli schizzinosi.

(articolo pubblicato su Teatri delle diversità - dicembre 07)

martedì 4 dicembre 2007

Superpippo, come te nessuno mai


Di te si dice tutto e di più. Che sei brutto da vedere (nel modo di giocare, s'intende), ma che sei bello sotto porta. Che non sei tu che cerchi il gol, ma è il gol che cerca te. Che talvolta, anzi spesso, anzi sempre, sei egoista, ma che le tue reti fanno il bene della squadra. Che sei come il governo Prodi, basta uno starnuto e cadi. Con tanto di rigore.
Di te si dice questo e molto altro ancora.
Io non ti dirò la solita manfrina per cui a tuo favore parlano i gol, che tu ricordi uno per uno (dicono che li racconti alle donne che porti fuori a cena, ma allora quante cene pesano sulla tua carta di credito!). Io ti voglio dire che in area sei così zanzara che mi viene da amare quell’insetto fastidioso. Perché sei proprio un gran rompiscatole per difensori e portieri avversari. Perché sembra che hai il pepe nel sai dove.
Perché sei infinito, nei gol che fai e negli obiettivi che ti poni.
Un po’ mi assomigli: smilzo, isterico, ambizioso, vanitoso, egocentrico. Segno leone come me. E innamorato della rete che si gonfia. Ogni tanto dai persino l'impressione che ti importi più metterla dentro che il successo della squadra. Su, ammettilo. Ma non lo ammetterai mai (io sì, ammetto che m'interessa solo segnare, se poi si vince ben venga). Superato Muller, ora cerchi il gol a Tokyo. E poi cercherai ancora, ancora e ancora. Sei l'uomo de "e la storia continua...".
Tu che sei entrato nella storia, continua. Continua con le tue esultanze elettriche.
Io continuerò ad esultare insieme a te. Con te è bello prendere la scossa.

6° turno di Champions: Milan-Celtic 1-0 Inzaghi

Inzaghi e Milan primi della classe
Mentre le buone (per il Celtic) notizie provenienti dall’Ucraina (Benfica fa fuori dall’Europa Shaktar Donetks 2-1) anestetizzavano una gara il cui esito alla classifica del girone non faceva nemmeno un timido prurito, lui si agitava come un criceto in gabbia. E siccome l’occasione era ghiotta (la Uefa non riconosce a Gerd Muller le 7 reti in Coppa delle Fiere), perché lasciarsela sfuggire prima di salpare per il Giappone dove lo attende un altro record, cioè quello di firmare l’unica manifestazione che non compare nel suo diario? Calma, un guinnes alla volta. Cross di Cafu dal fondo, Inzaghi l’esagitato raccoglie e agita la rete per la 63esima volta e Gerd Muller scavalcato. Il re dell’Europa è Superpippo. Lo accusino pure di non saper dribblare neanche uno sgabello. Ma i limiti, che mai si pone, li lascia sul posto. E da domani va alla conquista del Sol levante e del mondo. Con l'obbiettivo di concedere ancora una volta il proprio autografo. Del resto, Inzaghi non ha mai firmato in giapponese.

lunedì 3 dicembre 2007

Kakà vincitore del Pallone d'oro 2007


Il più forte del mondo sei tu.
Dopo Rivera, Gullit, Van Basten, Weah e Shevchenko non potevi che andarci tu a Parigi. Perchè non potevi che ritirarlo tu il Pallone d'oro 07. Ronaldo (Cristiano, ovviamente) e Messi possono attendere. Ricardinho, tu no. Tu non potevi attendere. E' da ormai 4 anni che fai cose pazzesche. Peccato solo che il tuo trionfo venga un po' oscurato dalle prestazioni mediocri dei tuoi compagni in campionato. Domani però torna la Champions. E sai perfettamente come qui la musica cambi (sarà l'inno, sarà il pallone a stelle, un giorno me lo spiegherai). C'è la pratica-primo posto da sbrigare contro quel Celtic che la scorsa stagione hai silurato agli ottavi con un coast to coast dei tuoi. E poi via in Giappone, per quello che hai definito l'obiettivo che ti manca per coronare un anno da favola: la Coppa Intercontinentale (o Mondiale per club, come la chiamano i moderni). Allora, forza ragazzi. Aggiungiamo l'oro all'oro.
Così che tu, Bambino d'oro-Kakà, possa splendere come meriti.

sabato 1 dicembre 2007

14^ di campionato: Milan-Juventus 0-0

Buffon a porte chiuse, il Milan non passa
Che le porte di casa si aprissero proprio contro Signora Juventus era davvero troppo, visto che non si erano aperte nemmeno contro, facendo nomi a caso, Parma, Empoli, Torino (con tutto rispetto per queste squadre, ovviamente). Bene, il Milan trotterella in campo a porte chiuse perché Buffon ci mette il lucchetto a vita. Però c’è un però, a scagionare in parte Ancelotti e uomini. Quando Legrottaglie se ne va a caccia di pannoloni dentro l'area, trasformando in bermuda i calzoncini di Gilardino, verrebbe da dire e da dare rigore. Non lo dice né tanto meno lo dà Morganti, l’arbitro del sorriso, che ci ride sopra. Un modo alternativo e simpatico per continuare a tenere il Milan fuori dalla porta di casa.

venerdì 30 novembre 2007

"Across the universe": più che un film, un musical

Gli anni '60 in America sopra le note dei Beatles

Iniziamo dalla fine. Jude dal tetto di un edificio di New York City afferra il microfono. Canta All I need is love. In cima al palazzo di fronte c'è la sua Lucy. L'amore ritrovato. La pace riconquistata. E il vuoto tra i due edifici non c'è più. I Beatles come colonna sonora costante del film. Così costante che ti verrebbe da dire più musical che film. E dici giusto. Perchè le canzoni dei ragazzi di Liverpool accompagnano per tre quarti della pellicola le voci di Jude, Lucy e di tutti gli altri personaggi. Hai davvero l'impressione di non essere al cinema ma a teatro. La storia è frastagliata dalle parti musicate. Alcune, anzi molte di queste, durano minuti eterni. Una videoclip dagli elevati contorni estetici. Un quadro simbolista tutto da interpretare col ciglio da critico d'arte.

Dove sta il film allora? Contenuti banali, storie scontate. Ma il difficile è proprio raccontare il semplice. Come una classica storia d'amore, quella tra Jude e Lucy, che rischiava di spezzarsi per il solito immancabile motivo della gelosia. Ma l'amore sta sullo sfondo delle tematiche a stelle e striscie anni '60: la guerra in Vietnam da una parte, la rivoluzione radical-pacifista dall'altra. Tutto visto con un occhio pop. E non politico. Aggiungiamoci meno male, per una volta.

Finiamo con l'inzio. Con le case della Liverpool popolare e i loro mattoni color porpora. E' un rosso più tenue rispetto a quello folgorante che scorrerà laggiù in Vietnam e dal pannello di fragole realizzato da Jude. E' il rosso vivo della morte. E' il rosso mortale del sangue bellico. Ma anche il rosso passionale dell'amore. Tutto ciò di cui Jude ha bisogno.

da Palazzo dei Cigni se ne vanno gli anatroccoli

4 - 30 novembre 07: il mese di tirocinio full-immersion a Mediaset è terminato...
lacrimuccia...
con Paolo Liguori, direttore del Tgcom (il primo a sinistra)


con Stefano Pancera, giornalista di StudioAperto (al centro)

giovedì 29 novembre 2007

Diamo i numeri / NOVEMBRE 07

3 donne su 10 vittime di violenza sessuale

Gridano “siamo più di centomila”. Centomila forse no, ma giù di lì. Un fiume rosa, che scorre da piazza Esedra ai Fori Imperiali. Domenica 16 novembre: Roma, per un giorno, è tutta loro. Loro, le donne. Che non sfilavano lontane dagli uomini da dodici anni. Contestano il pacchetto sicurezza, “poco sicuro”, messo a punto dal Governo. Quella sicurezza che non hanno nemmeno tra le mura di casa. Perché la violenza sulle donne è più che mai domestica: il 70% degli abusi provengono dall'ambito familiare.

Violenza fisica, sessuale, psicologica: oltre 14 milioni di italiane, cioè 3 donne su 10, ne sono state oggetto nella propria vita. Ma solo il 10% denuncia l’aggressione. Il restante 90, sotto il ricatto di uomini indegni di esserlo, tace. E’ quanto emerge da un’indagine Istat su un campione di donne di età compresa fra i 16 e i 70 anni. Un milione e centomila di esse sono vittime di stalking, ovvero di comportamenti persecutori da parte di partner o ex. E il 69,7% di questi è autore di stupri veri e propri. “I dati - commenta il ministro dei diritti e delle pari opportunità Barbara Pollastrini - confermano che le donne muoiono più per violenza che per malattia o incidenti stradali”. Tra tutte le violenze fisiche rilevate, frequente l'essere spinta, strattonata, aver avuto i capelli tirati (56,7%), l'essere minacciata di essere colpita (85,2%), schiaffeggiata, presa a pugni, a calci o a morsi (36,1%). La violenza psicologica (isolamento, controllo, violenza economica, intimidazioni) è stata subita da 7.134.000 donne, il 43,2% con partner attuale.

Diverse le iniziative rosa: il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza verso le donne, nel carcere di San Vittore di Milano è stata proiettato per tutti i detenuti il film Bordertown: protagonista è Lauren Adrian (interpretata da Jennifer Lopez), una giornalista di Chicago che indaga su una serie di omicidi e si imbatte in una ragazza sopravvissuta miracolosamente ad orribili violenze sessuali al confine del Messico. Il film ha ricevuto importanti riconoscimenti da Amnesty International.

(articolo pubblicato su Teatri delle diversità - dicembre 07)

mercoledì 28 novembre 2007

5° turno di Champions: Benfica-Milan 1-1 Pirlo, Maxi Pereira

Il Milan si accontenta e gode sei volte
Per andare agli ottavi bastava un pareggio. E pareggio è stato. Il Milan supera il girone eliminatorio, cosa che accade regolarmente da 6 anni. Non siamo in campionato. Perciò qui, in Champions, i complimenti ci stanno. Non ci stavano (ma poi ci staranno, per forza della vittoria del Celtic sullo Shaktar) a lasciare ogni speranza di qualificazione i lusitani: all’acuto di Pirlo fa eco, cinque minuti dopo, l’acuto di Pereira, che i generosi difensori rossoneri propongono in formato Maxi. Mini, invece, diventa Kakà inghiottendosi due occasionissime nel finale. 1-1 e buon appetito: ancora non sono arrivati i primi, ma intanto gli ottavi sono serviti.

domenica 25 novembre 2007

13^ di campionato: Cagliari-Milan 1-2 Acquafresca, Gilardino, Pirlo

Gila-Pirlo, Cagliari ribaltato
Perchè se dopo 3 minuti è già doccia di Acquafresca, dopo 90 i rossoneri vanno sotto la doccia sorridenti grazie a Bonera che salva sulla linea e rimette sull'acqua calda. Perchè se Kakà per la prima volta inciampa su rigore, Pirlo per l'ennesima non inciampa su punizione. Perchè se Ronaldo finalmente c'è e (ogni tanto) si vede, Gilardino c'è ma si vede (al momento giusto) solo quando è chiamato a correggere l'erroraccio di Lopez. C'è sempre un perchè. Anzi no. 4 vittorie in trasferta, 0 a San Siro: perchè se fuori c'è il sole, in casa continua a piovere?

sabato 24 novembre 2007

Diamo i numeri / OTTOBRE 07

In 15 anni l'Africa ha speso 200 miliardi in guerre

Coinvolti 23 paesi africani. Spesi 284 miliardi di dollari (199,8 miliardi di euro). Dal 1990 al 2005: ecco quanto sono costati 15 anni di conflitti nel continente nero. È una cifra mastodontica. Ma, secondo gli autori della ricerca Africa's missing billions, persino sottostimata. «Si tratta del totale dei costi legati in modo diretto ai conflitti - spiegano gli autori della ricerca firmata dalle tre associazioni Oxfam, Saferworld e International Action Network on Small Arms - . Nei 284 miliardi si conteggiano soltanto le strutture distrutte, i costi medici e quelli legati agli sfollati». Poi ci sono gli altri, non conteggiati, a cominciare da quelli sostenuti dai paesi confinanti: gestione della popolazione in fuga, difficoltà o paralisi degli scambi commerciali, instabilità politica.

Se sono quindi quasi 300 miliardi i costi "vivi" dei conflitti africani molti altri si perdono negli effetti collaterali. Come i mancati introiti: secondo il ministro del turismo sudafricano, citato nel rapporto, sono circa 22 milioni i turisti che hanno rinunciato a visitare il paese per paura delle violenza in soli cinque anni. Il 95% delle armi proviene dall’estero:i combattimenti esaminati nei 15 anni, salvo qualche rarissima eccezione, sono sempre avvenuti con scontri a fuoco tradizionali, dove le armi leggere erano le uniche in dotazione ai belligeranti. Una in particolare: il Kalashnikov Ak-47. E questo fucile automatico, per il 95% dei casi, viene prodotto in fabbriche dell’Europa, dell’Asia e del Sud America.

Le dimensioni dei guadagni nel mercato delle armi rappresenta un grosso ostacolo alla reale attuazione dell'Arms Trade Treaty ( Trattato sul controllo del commercio delle armi) al quale sta da tempo lavorando l'Onu. Ad esempio, nel solo Mozambico, su 15 milioni di abitanti, si stima siano disponibili circa 10 milioni tra fucili, mitragliatrici e pistole. L'Africa resta il continente nero. Un continente che diventa sempre più buio. Un continente su cui molti, troppi, non hanno il coraggio di far luce.

(articolo pubblicato su Teatri delle diversità - dicembre 07)

mercoledì 21 novembre 2007

Chinatown Today: il matrimonio cinese a Milano

in collaborazione con Eleonora Della Ratta, Francesca Gallacci, Simone Savoia e Xi Xue




oppure guardalo sul sito di TGCOM

Qualificazioni Euro 2008, 11° turno girone B: Italia-Far Eor 3-1 Benjaminsen (aut), Toni, Chiellini, Jacobsen

Toni sfila in casa e regala il primo posto
Bravo Toni a fare gli onori di casa sua. Bravo Chiellini per quella sassata dalla distanza che vale il suo gol primo in azzurro. E bravo pure Jacobsen, il carpentiere che ha preso il vizio di segnare all'Italia. Insomma, bravi tutti. Perchè mentre a Modena noi sfilavamo in passerella, a Wembley l'Inghilterra si è vista tragicamente sfilare dalla tasca il biglietto per gli Europei. Ma la Croazia fa sul serio, sempre. E non regala sorrisi nemmeno a promozione acquisita: 3-2 e McLaren a casa. Gode la Russia di Hiddink. E godiamo anche noi. Non delle disgrazie altrui, ma delle grazie nostre: primi nel girone, con il sogno del double mondiale-europeo. Ogni tanto, a dormire sonni tranquilli, tocca a noi.

Due mesi di maremoto per la bella Laure

Bella e dannata.
Brava, la più brava del mondo. Ma assolutamente ingestibile.
Perchè al mondo, nel suo mondo, c'è solo lei:
Laure Manaudou


servizio per il TG5 del 6 agosto 07: la campionessa di nuoto francese Laure Manaudou licenziata per scarso impegno, dopo soli due mesi, dall'allenatore di LaPresse Paolo Penso


PER VEDERE IL VIDEO CLICCA QUI E, UNA VOLTA ENTRATI IN WWW.TG5.IT, DIGITARE "LAURE"




sabato 17 novembre 2007

Qualificazioni Euro 2008, 10° turno girone B: Scozia-Italia 1-2 Toni, Ferguson, Panucci

Volo Glasgow-Zurigo, offre Panucci
Ci voleva proprio, dopo una domenica da incubo che nulla aveva a che vedere con il calcio. La gloria e anche un po' di pace ce le andremo a prendere la prossima estate fra le montagne svizzero-austriache. Grazie a Panucci, l'odiato di Lippi e il cocco di Donadoni, che paga il biglietto per Zurigo di tasca e di testa propria. A Glasgow fino allora immacolata vincere facile era un pensierino ventilato solo quando Toni fa il gesto dell'orecchio a muscoli ancora freddi. Poi Ferguson giocatore, complice la miopia del guardalinee, acciuffa l'1-1 (con tanto di invasione di tifoso, ormai è un vizio scozzese) e semina panico tra i campioni del mondo. Il pareggio sarebbe bastato, ma perchè rischiare? Tutto bene quel che finisce meglio: al 91' Pirlo pesca Panucci e Donadoni il visto europeo. Ci voleva proprio un sabato così. Un sabato di calcio vero. Non nero ma finalmente azzurro.

lunedì 12 novembre 2007

12^ di campionato: Atalanta-Milan sospesa

Ultras, fermatevi. Tutto ciò non ha senso
Langella rientra a centrocampo. E con la mano verso la tribuna, dove siedono i suoi famigliari, fa segno loro di abbandonare lo stadio. Subito. Perché se il gioco riprende, succederà qualcosa di grave. Perché con le buone o, soprattutto, con le cattive, quel vetro verrà fatto a pezzettini. Parola degli ultras bergamaschi. E anche degli ultras rossoneri. Da decenni nemici giurati, ieri uniti in un solo coro: sospendete la partita. E così sia: Atalanta-Milan dura solo 7 minuti. L’eco dell’omicidio Gabriele Sandri passa da Milano, dove Lazio-Inter viene rinviata ancor prima del fischio d'inizio e dove nel tardo pomeriggio sfilano cortei di tifosi per il centro, e giunge allo stadio Bortolotti, fuori dal quale cariche e lacrimogeni fanno da preambolo ad una giornata maledetta che degenera in serata nella Capitale. Roma-Cagliari viene rinviata. Non la furia dei tifosi romani. Incappucciati, armati di mazze e pietre. Assaltate due caserme, bruciata una camionetta, quaranta i feriti. Tre teppisti arrestati, anche una ragazza. Danni alle strutture incalcolabili. Il Coni per una notte è la Bastiglia: presa d’assalto, saccheggiata, devastata. Sono i segni della vendetta ultrà. La fine di una tregua che durava dal 2 febbraio, l'altra notte di sangue in cui morì Filippo Raciti.

venerdì 9 novembre 2007

giovedì 8 novembre 2007

Chinatown Today: Come viaggiano i cinesi di Milano

in collaborazione con Eleonora Della Ratta, Marco Fallisi, Francesca Gallacci e Xi Xue



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martedì 6 novembre 2007

4° turno di Champions: Shaktar Donetks-Milan 0-3 Inzaghi, Kakà, Inzaghi

Inzaghi mette il Milan al calduccio
Scommettiamo che Nils Liedohlm, durante il primo tempo, se ne sia andato a fare un giretto per i campi del paradiso del calcio, talmente era annoiato? Sì, perché la partita contro lo Shakthar fino al quarantacinquesimo minuto sembrava un inferno senza fiamme: spettacolo fatti vedere, gioco senza brividi (anzi no, a Donetks si tremava dal freddo). Tutto l'opposto del calcio baroniano. Poi, dopo la pausa tisana, Ancelotti butta dentro un diavoletto immortale e il Milan torna paradisiaco come gli si addice in Champions. Vabbè, domanda stupida, vi diciamo subito di chi si tratta: quel diavolo di un attaccante è Filippo Inzaghi, tanto per cambiare. E lui cambia la partita con due timbri e un assist per Kakà. 62 volte Superpippo europeo. Da lassù Liedohlm, rientrato dalla passeggiata, non si sarà certamente perso la sua doppietta: tra uomini record (quello di Gerd Muller è a 7 lunghezze) ci si intende.

lunedì 5 novembre 2007

Mettete sul lato B

Calendario di Max, sfogliare dal retro

Musica per le orecchie, o meglio per gli occhi. Girate la cassetta, mettete sul lato B e scoprirete che per diventare famose non basta metterci la faccia. Le bellezze italiane sono tali sia davanti che didietro. Del resto un nastro lo si ascolta su entrambi i lati. Le polemiche di Miss Italia sembrano aver scatenato le fantasie degli appassionati di calendari, i cui occhi sono tutti puntati sul fondoschiena delle celebrità femminili. Tanto che il settimanale Max, che da 20 anni sforna lunari super-sexy, ha scoperto che la musica più gradita dai suoi lettori è proprio sul lato B e ha così deciso di pubblicare una carrellata di fotografie di sederi famosi. Perché a volte le cose le si fanno col… sedere.

E non è detto che le si facciano male. Ad esempio Michelle Hunziker è diventata famosa proprio dopo esser stata eletta Miss Fondoschiena grazie a una pubblicità in slip. Ma i sederi più belli di Max appartengono tutti a bellissime che hanno fatto successo nel piccolo e grande schermo: ci sono i retro di Elena Santarelli e Sara Tommasi. Sfilano i popò perfetti di Alena Seredova e Nina Moric. Non possono mancare due rappresentanti del partito delle veline, come quelli di Elisabetta Canalis e Giorgia Palmas. E poi ci sono quelli ormai celebri di Michelle Hunziker e di Alessia Marcuzzi. Insomma, uomini, abbassate lo sguardo.

domenica 4 novembre 2007

11^ di campionato: Milan-Torino 0-0

Gilardino non infilza il Toro
Adesso pure il Gila in fase di resurrezione è tornato a sbattere il muso contro la porta di casa. Due volte. Alla sagra dello spreco partecipa anche Inzaghi. Alla sagra del vittimismo c'è Galliani, a cui è rimasto qui il rigore su Ambrosini negato da Tagliavento. Il Toro ringrazia e si accaparra un punto prezioso. Il Milan invece, aspettando Ronaldo (convocato martedì per Donetsk), esce da San Siro con altri punti di sutura: la porta di casa continua a chiudersi in faccia ai padroni sfrattati.


Adriano, l’onore lasciato in tribuna
Se i record sono fatti per essere battuti, non tutti i record sono difficili da battere. Perciò Adriano non si abbatta e non si sbatta più di tanto: star seduto nella dorata zona vip a godersi partite come “La Partita” Juventus-Inter non è comodo? Comodissimo. Ma per chi è stato spedito lassù perché i propri comodi se li è fatti troppo a lungo, conseguire un record del genere è uno scherzo. Anche se Adriano di voglia di scherzare ne ha poca: in 8 giorni 3 biglietti in tribuna d’onore. L’onore che sembrava aver riacciuffato a Reggio Calabria, sfiorando di pelata la punizione di Figo quel che basta per tradurla in rete. L’onore che sembra aver abbandonato per sempre dentro la bomboniera dell’Olimpico di Torino, dove i suoi compagni si erano illusi con Cruz di essersi divorati la Juve. Mastica amaro l’Imperatore deposto. Domenica scorsa a Palermo, mercoledì in casa contro il Genoa, ieri sera a Torino contro i bianconeri: i settori vip se li è girati proprio tutti. Moratti è silente. Segno che gennaio è vicino. Segno che Fenerbahce, West-Ham e Manchester City, da tempo sulle tracce del brasiliano, non vengono affatto snobbati da vertici neroazzurri come destinazioni-liberazione per l’attaccante ormai “troppo” di troppo. Segno insomma che trattenerlo fino a luglio sarebbe un errore per giocatore e società. E siccome i record sono fatti per essere battuti, c’è bisogno di qualcuno che batta questo malinconico primato di posti riservati in tribuna. Qualcuno che non sia lo stesso Adriano.

mercoledì 31 ottobre 2007

10^ di campionato: Sampdoria-Milan 0-5 Kakà, Gilardino, Gilardino, Gourcuff, Seedorf

Gila è risorto, il Milan pure
In fin dei conti era solo una questione visiva. Ma vedere il Milan vegetare sulla colonna destra della classifica faceva un po' impressione. Da destra a sinistra. La politica non c'entra. O forse sì, perchè la politica estera dei rossoneri è efficace: non solo dalle gare di Champions, ma anche da quelle di campionato fuori dimora arrivano i risultati promessi in campagna elettorale, scusate, acquisti. Marassi pare porti bene: 3-0 contro il Genoa alla prima giornata, 5-0 contro la Sampdoria stasera grazie ad un Gilardino (doppietta e assist per Kakà) tornato quello per cui è valsa la pena sganciare 24 milioni di euro tre anni fa. Così sono 10 i punti ottenuti in 5 partite lontane da San Siro, la casa maledetta. Ora Ancelotti si dedichi seriamente alla politica interna.

lunedì 29 ottobre 2007

domenica 28 ottobre 2007

9^ di campionato: Milan-Roma 0-1 Vucinic

Vucinic sogna nell'incubo Milan
Eppure non è stato malaccio questo Milan visto contro la Roma. Le gambe non erano molli, i cross dalla fasce ogni tanto partivano, Gilardino mostrava più sicurezza (effetto doppietta anti-Shakhtar), a centrocampo non c'era quel buco dell'ozono dove domenica scorsa scorribandavano gli empolesi. Ma poi accade che su cross di Cicinho la marcatura di Nesta su Vucinic è un adesivo senza colla. Così il montenegrino di testa segna e continua a sognare dopo il gol contro lo Sporting. Poi accade che c’è cucchiaio e cucchiaino e De Rossi risparmia ai rossoneri un ko ancora più pesante facendo il cucchiaione: rigore alto sulla traversa. Magra consolazione. Il Milan, al 13° posto in classifica con 10 punti miseri e 3 sconfitte sul groppone, è liquefatto. Difficile da raccogliere anche con il cucchiaio.

mercoledì 24 ottobre 2007

3° turno di Champions: Milan-Shakhtar Donetsk 4-1 Gilardino, Gilardino, Lucarelli, Seedorf, Seedorf

Gila-Seedorf al quadrato, Shakhtar ko
“Pronto Oliver, ciao sono Alberto. Ma lo sai che a Milanello hanno nostalgia di te? Prima Pippo, adesso tu: persino fra i ricordi devo sgomitare per un posto da titolare. E meno male che mi definiscono il futuro del Milan…”. “Non ti preoccupare, Alberto. Hai la testa dura, no? Bene, usala. Non come Zidane però. Guardati la videocassetta dei miei gol stagione '98/'99 e capirai cosa devi fare”. Alberto Gilardino ieri sera se lo sarà guardato attentamente quel nastro. E ha capito. Aggiungiamoci finalmente. Così dal Meazza lo Shakhtar Donetsk esce fracassato a colpi di testate. Quanto assomiglia al tedesco il Gila che fa il toro fra gli ucraini! Dottor Galliani, un suggerimento. Stop con l’ei fu, e schiacci play sul videoregistratore: ma le cassette di Bierhoff le faccia vedere ad Alberto prima di ogni partita. Pare che funzioni.

domenica 21 ottobre 2007

8^ di campionato: Milan-Empoli 0-1 Saudati

Saudati manda il Milan all'inferno
Ambrosini sale in cielo per capocciare un pallone (uno dei pochi) giunto a campanile in area contrastando Balli in uscita. Ambrosini sale in cielo per appoggiare un pallone vagante (uno dei tanti) a centrocampo vincendo il duello aereo con Marchisio. Ambrosini ha sui piedi il pallone (l'unico) del pareggio recapitatogli da Brocchi ma non approfitta e l'ex Saudati ringrazia. Insomma, fa tutto Ambrosini. Che sale in cielo, in piena solitudine. Nesta, Dida e compagnia bella stanno invece coi piedi per terra. E ci sprofondano, a -10 di altitudine dai cugini, che salgono in cielo sempre più in alto grazie alla pelata di Adriano. C'è chi sale, c'è chi scende. Sua santità Ambrosini scenda dal cielo: lassù da solo, con i compagni tutti giù per terra, è fatica sprecata.

domenica 14 ottobre 2007

Qualificazioni Euro 2008, 9° turno girone B: Italia-Georgia 2-0 Pirlo, Grosso

L'Italia dorme, Pirlo e Grosso no
Il tandem è quello mondiale: Pirlo-Grosso. 2-0, Georgia ko. Per il resto, il sabato sera genovese è da sbadigli. Sempre meglio che spaventi. Quindi non ci lamentiamo e teniamoci stretti questi tre punti che non solo solidificano il nostro secondo posto nel girone ma ci danno anche maggiore serenità (non tranquillità) di fronte all'imperativo categorico di vincere a Glasgow. Là ci si giocherà tutto, compresa la faccia. Sì, perchè dagli scozzesi non vogliamo altre carezze... Ma fortunatamente Buffon di mestiere fa il portiere (e lo fa meglio di tutti), non l'attore.

mercoledì 10 ottobre 2007

Mario Renato Capecchi: se il topino porta Nobel e salute

L'Italia apra sulle staminali embrionali: sono la via per combattere il cancro

Quando il dente da latte cade, sul letto spunta all’improvviso un topolino con in bocca una moneta che lascerà sotto il cuscino: il bimbo ha un molare o un incisivo in meno (che comunque rispunterà presto) ma un regalo in più. Lunedì 8 ottobre 2007 nel letto di Mario Renato Capecchi si è intrufolato un topo svedese con in bocca però non un soldino bensì il Premio Nobel per la medicina: capita che ci si scambi onorificenze fra colleghi. Sì, perché con i topi l’italo-americano Capecchi nel suo laboratorio ci lavora ogni giorno, come uno stilista con le top model. Ma in nome della ricerca scientifica. Così topi transgenici diventano modelli su cui studiare le malattie umane.
Una vita interamente dedicata a tagliare i geni di cellule staminali embrionali, a usarle per creare topi geneticamente modificati e a studiare l’origine di malattie come l’Alzheimer e il cancro: l’Accademia svedese delle scienze di Stoccolma ha premiato la sua dedizione alla causa dell’ingegneria genetica con il più alto riconoscimento, condiviso con l’inglese Martin Evans e l’americano Oliver Smithies.

Il Nobel per la medicina assegnato al settantenne Capecchi (il sesto italiano a riceverlo dopo Golgi, Bovet, Luri, Dulbecco e la Montalcini) è un elogio a chi è finalmente riuscito a scoperchiare quello che per molti è un vaso di Pandora. Niente demoni invece. Perché le cellule staminali animali rappresentano la via maestra per combattere il cancro. Negli Stati Uniti, dove Capecchi lavora, queste ricerche (per le quali viene investito il 90% dei fondi) sono consentite nonostante Bush tenti invano di vietarle. In Italia guai a te: no secco. Con annessa classica strumentalizzazione politica da sinistra a destra. Se poi si parla di staminali umane, ecco che la fiamma divampa.

Tuttavia dal dibattito sull’impiego embrionale emerge che non vi è divisione solo fra sì e no: anche il sì ha le sue sfumature. Tra chi infatti ritiene siano sufficienti le sole staminali adulte per curare malattie gravi come tumori, l’Alzhaimer o il diabete, e chi sia necessario scommettere anche su quelle embrionali, s’interpongono i “mediani” secondo cui la ricerca sulle staminali embrionali sarebbe legittimata dall’utilizzo esclusivo degli gli embrioni in sovrannumero. Quelli destinati impietosamente alla spazzatura. Umberto Veronesi, oncologo ed ex-ministro, da anni sostiene che nei centri italiani esistono embrioni sovrannumerari prenotati alla morte e che invece sarebbero estremamente utili alla ricerca scientifica. La bioetica italiana si ravveda e pensi nelle singole situazioni concrete, aggiornandosi costantemente: i tempi cambiano. E forse è cambiata anche la favoletta del topino con il soldino in bocca. Oggi i topini portano il premio Nobel. E soprattutto la salute.
(articolo pubblicato su All'ombra del Rodes - ottobre 07)

domenica 7 ottobre 2007

7^ di campionato: Lazio-Milan 1-5 Ambrosini, Mauri, Kakà (r), Kakà, Gilardino, Gilardino

In un Milan a forza 5 riemerge Gilardino
Toh, chi si rivede. Non segnava dalla magica notte di semifinale di Champions in cui la stella del Manchester veniva spenta definitivamente da quella sua fuga solitaria fra le braccia di Van der Sar: destro in corsa, 3-0 ed esultanza con gli indici rivolti verso il cielo, come fa Kakà. Copyright violato (c'è una vera e propria cultura sulla maniera di festeggiare un gol e i giocatori sono gelosissimi della propria), ma chi se ne frega: ben venga che Gila fotocopi il brasiliano, se non nei gol, almeno nel modo di gioire. Tradotto: l'importante è che la metta dentro. Traduzione sospesa per sei mesi. Poi, dall'onda rossonera a forza 5 che ha travolto l'Olimpico biancoceleste, ecco Gila riemergere ed imitare Kakà: doppietta per entrambi, giorno della liberazione per Alberto. Che però non ha esultato alla Kakà. Ma chi se ne frega.

...e un grazie rossonero va a lui...
Gimme five, Muslera!
La coppia Stendardo-Cribari non è certo l’invalicabile limes dell’impero romano: per mettere il naso oltre il confine prima e il sedere sul trono poi, i barbari ci misero due secoli. Per resuscitare Gilardino ed incoronarlo re per una notte (non per una notte soltanto, si augurano i tifosi milanisti), Fernando Muslera ci ha messo una mezz’ora e tutto il suo imbarazzante repertorio: tre interventi suicida e l’Olimpico biancoceleste si sgretola dal di dentro. Al 13’ rovina sulle ginocchia di Gilardino ma viene graziato dal duetto arbitro-guardalinee. E’ il presagio del suicidio. Tre minuti dopo dall’out di sinistra Ambrosini si domanda: crosso o tiro? Muslera gli toglie ogni dubbio: prego, tira pure. Perché lui intanto esce dall’area piccola e se ne va a caccia di vampiri in questa sua notte horror: la cometa tracciata dal centrocampista rossonero lo scavalca e dagli spalti grandinano fischi. Al 32’ Gilardino si rifà vivo dalle sue parti, Muslera lo butta giù: stavolta niente sconti, è rigore, Kakà trasforma. Non solo gite fuori porta per l’estremo difensore di Montevideo, ma anche tunnel che nemmeno i più appassionati sostenitori della Tav sognano: Kakà ci passa dentro come un espresso e siamo 3-1. Poi Gila, il re barbaro, cammina sopra le macerie dell’area laziale e la doppietta della resurrezione è servita.
Il Milan bussa, Muslera spalanca. Povero Fernando Muslera, il portiere con il biberon (ha da poco compiuto 21 anni). E’ giunto ad agosto a Roma in fretta e furia dal Nacional Montevideo per sostituire Carrizo (mancato per colpa del sangue svizzero che scorre nelle sue vene) e per non far rimpiangere il dinosauro Peruzzi (in profumo Milan). Lotito lo ha strappato alla concorrenza di Inter, Juventus, Arsenal e Benfica sborsando 3 milioni di euro. Per lui aveva garantito Daniel Fonseca, affascinato dalle sue imprese in Coppa Libertadores. Forse quelle imprese le ha lasciate in Sudamerica. Ieri sera il giovanissimo numero uno laziale non avrà vissuto un’esperienza inedita (“mi è già successo di prendere molti gol in una sola partita, devo solo adattarmi alla A il più presto possibile), ma di certo nei panni di un naufrago travolto da un’onda forza 5 non ci era mai stato. Gimme five, Muslera.

giovedì 4 ottobre 2007

La mia Dottoressa...


...ora prendi la mia mano

e spicchiamo il volo!


L'uomo era una sfera che rotolava appoggiandosi sui quattro arti.
Un giorno volle sfidare Zeus e scalò l'Olimpo.
Il dio punì la sua superbia e lo divise in due parti.
L'amore è nostalgia dell'unità perduta,
la ricerca della propria metà.
Platone (Simposio)


mercoledì 3 ottobre 2007

2° turno di Champions League: Celtic-Milan 2-1 McManus, Kakà (r), McDonald

Da McDonald boccone amaro per il Milan
Il petardo, quello dell’Euroderby 2005, non fu una carezza. Ma la carezza scozzese no, non è un petardo. Lui respinge (male) il tiro di Brown e fa recapitare sul destro di McDonald il pallone letale del 2-1. Lui simula (male) di essere sul punto dell’estrema unzione quando un tifoso festante entra in campo e alla Pierino gli rifila un buffetto alla mascella. Che fa male, tanto male. O almeno così lui fa sembrare. Lui, Nelson Dida, ha fatto bene una sola cosa: con la sceneggiata da moribondo è riuscito a far dimenticare che il Milan di questi tempi è più nero che rosso. Una dimenticanza che però dura pochi minuti. Perché poi, svanito il dolore (per la sberla, meglio, per la sberla della sconfitta), tutti si ricordano che c’è qualcosa che proprio non va in questa squadra, in campionato e ora anche in Champions. Il mal di stomaco continua. Non solo da McDonald.

domenica 30 settembre 2007

6^ di campionato: Milan-Catania 1-1 Martinez, Kakà

Cerchi il Milan trovi Mister X
Non è più solo. Se Gilardino teme i fischi che diluviano puntuali dagli spalti del Meazza, si consoli: la sindrome casalinga affligge anche i suoi compagni. Perché tutto il Milan nel suo salotto ha smarrito la vittoria sotto il divano. Così va sotto con il Catania, che potrebbe persino strizzare l’occhio ai tre punti se non fosse per Kakà che dagli undici metri non inciampa mai. E il Catania diventa un’altra croce (la quarta) da segnare sulla grigia agenda rossonera. Al Milan, evidentemente piace fare un passo, ops, un punto alla volta.

venerdì 28 settembre 2007

Dance commerciale: nostalgia da 90

Orecchiabile. Filastrocheggiante. Scandiva i movimenti delle labbra canterine. Stimolava l'ondeggiamento dei fianchi. Esortava a battere il piedino sul pavimento per tenere il ritmo. Faceva muovere anche i fondoschiena più pigri. In poche parole, faceva ballare.
La dance commerciale anni Novanta era contagiosa: piaceva ai piccini, ai giovani, a coloro che volevano fare i giovani ma non lo erano più ormai da tempo. Piaceva a tutti, anche a chi odiava "quella musica stupida e tutta uguale".
In discoteca, quando il dj la suonava, era puro delirio. E il sabato sera tutti giù in pista, a trascinare l'altro via dalla poltroncina del privè. Poi durante la settimana, schiacciavi on sulla radio per ascoltare i brani più ballati del weekend.

La musica dance commerciale era tutto questo. E non aveva la pretesa di affascinare per le sue parole, così banali e così maccheronicheggianti nel loro pessimo inglese. La dance voleva solo far muovere, sudare, scatenare. Con il suo ritmo incalzante, con le sue melodie elementari ma al tempo stesso così efficaci che ti rimanevano nell'orecchio tutto il giorno ed eri quasi costretto a canticchiarle per rimanere con il pensiero là, alla travolgente serata in discoteca "dove il dj mixava da dio".

Tell me why, Prezioso feat. Marvin. Il tormentone dell'estate '99. La cantavano tutti in spiaggia. La sentivi nel chioschetto. La fischiettava anche il mio vicino di sdraio che era un uomo maturo, 75 anni. Tell me why, il primo vero grande successo dei fratelli Prezioso, che ingaggiarono come vocalist l'allora sconosciuto Marvin: bella voce, inglese da lacrime, esibizionismo da circo. Ma il brano mi faceva impazzire, perchè quando veniva fatto girare in consolle tutti si abbracciavano in cerchio e, saltellando, urlavano a squarciagola: "TELMIIUAAAAAAIUONLOOOV,UAAAAMALOV!!!!!!!"... Felicità psichedelica.