lunedì 12 maggio 2008

Gatti neri e cani martiri per chi non crede alla sfiga

Se potesse, Moratti lo resusciterebbe con le sue mani, gli chiederebbe scusa stringendogli la zampa e gli prometterebbe che all'ingresso di Appiano Gentile farà installare il segnale stradale di "pericolo per improvvisa presenza o attraversamento di animali domestici". Ma ormai quel gatto nero finito a polpetta sotto le gomme di un Suv nel parcheggio del campo d'allenamenti dell'Inter non tornerà mai più. E non tornerebbe di certo per riprendersi quell'alone di sfiga che dal giorno dell'incidente sta avvolgendo e stritolando i neroazzurri come un lenzuolo bagnato che ti strangola fino a soffocarti. Insomma, se Figo, o Jimenez, o Pelé, o Balotelli (anche lui fra gli imputati nonostante non abbia ancora la patente) o pincopallino non avesse commesso il felinicidio, forse Materazzi avrebbe realizzato il rigore-scudetto. E invece. E invece, cari Moratti Mancini e intersti tutti, sulla strada verso Parma occhio ai gatti neri.

Ma la jella non ha solo baffi lunghi e orecchie a punta. A Istanbul, durante il Gp2 della iSport International, due cagnolini in gita domenicale sbucano all'improvviso sul rettilineo dove sta sfrecciando Bruno Senna e uno di questi fa bersaglio nella ruota anteriore destra: vettura schiantata, cane steso senza vita sull'asfalto, e safety car in pista. Per il fratello dell'indimenticabile Ayrton solo (fortunatamente) una strizza così e il ritiro dalla gara. Giorgio Pantano balza in testa alla classifica e ringrazia il cagnolino martire. La Roma balza quasi in testa alla classifica e ringrazia il gatto nero.


(pubblicato su www.lab.iulm.it)

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