Si scrive e si balla: la vita, per dj Skar, è come una canzone... basta darle ritmo! E tingerla di rossonero...
lunedì 10 marzo 2008
Lys Gomis in "Fuga per la sconfitta"
Non c'è Sylvester Stallone nei panni di Robert Hatch e nemmeno Pelè in quelli di Luis Fernandez. Eppure in Lys Gomis, portiere della Primavera del Torino, John Huston non avrebbe trovato protagonista più azzeccato per il suo celebre film Fuga per la vittoria. Ma con una notevole modifica del titolo. Perché se gli Alleati, acciuffato un epico 4-4 contro la Germania, approfittano dell'invasione di campo degli spettatori per dileguarsi dagli ingressi dello stadio e dar così vita alla loro "fuga per la vittoria", il portierino granata classe '89 non ha avuto bisogno dell'incursione dei tifosi per darsela alle gambe. Fuga sì, ma per la sconfitta. Può darsi che la sua mamma non glieli abbia lavati bene lasciando qua e là tracce di sapone. Certo che a Vinovo, nel derby Primavera Juventus-Torino, i guanti di Lys Gomis sembrano inzuppati d'olio. E il pallone scivola via che è un piacere per gli avversari e un dispiacere per i compagni. Succede al 10' quando, su cross di Rossi, Gomis in volo d'angelo non trattiene ed Essabr insacca in spaccata. Succede al quarto minuto di recupero quando, su cross dello stesso Essabr, Gomis in uscita bassa buca e Bottone deposita a occhi chiusi. 2-1 per la Juve. Manca ancora un giro di lancette al fischio finale, ma il suo orologio si è già fermato: in preda allo sconforto per aver comesso due errori tanto fantozziani quanto determinanti, il numero uno del Toro si leva la maglia e lascia anzitempo il campo (ma il risultato non cambierà). Una fuga per la sconfitta, quella di Gomis. Almeno gli Alleati, fuori dai cancelli, avevano trovato la loro vittoria.
Stefano Joni Scarpolini. O solo Stefano, o solo Joni. O SJS, o Dj Skar. O come volete voi. Classe '82, quella dei Kakà, degli Adriano, dei Cassano... Nasce a Jakarta, vive a Milano, sogna Madrid. Fa il dj perchè si diverte a mixare la commerciale e il giornalista perchè si diverte a scrivere di sport. E di cose poco serie...
Questo blog risale ai tempi sbarazzini e tamarri del master in giornalismo. Cosa ci troverete dentro? D'intellettualmente intrigante ben poco. Avrete invece a che fare con un putpurrì delle mie passioni e delle mie speranze. E soprattutto potrete analizzare a fondo la mia malattia per il calcio. Ma non esiste nessuna cura. Insomma, sono rimasto sempre lo stesso. Recidivo.
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