lunedì 17 marzo 2008

Yego e Whitehead imperatori di Roma

Domenica 16 marzo 2008: nuova marcia su Roma. Tutto fila liscio, tutti filano contenti. Giovani che zampillano a ritmo di Ipod. Adulti che si affrettano ma non perché sono in ritardo al lavoro. Nonnini che si ricordano che chi va piano va sano e va lontano. Poi c’è chi nelle gambe non ha più benzina e ai Fori Imperiali ci arriva lasciandosi trascinare dal cane al guinzaglio. Forse il regolamento non lo consente, ma alla Maratona di Roma vincere sai che importa. Anzi no. Al keniano Jonathan Kiptoo Yego tagliare il traguardo prima degli altri 14.562 iscritti importa eccome. E in 2h9’58” si aggiudica la quattordicesima 42 km capitolina, scortando verso il podio i connazionali Kimutai Sanga (secondo) e Henry Kapkyai (terzo). Nairobi conquista Roma, bella storia eh?

Bella anche la storia di chi da casa non si è portato il cagnolino ma due ghepardi. Due protesi in fibra di carbonio non vi dicono nulla? Certo che sì, Oscar Pistorius, l’illustre escluso dalle Olimpiadi di Pechino. E invece stavolta non stiamo parlando di lui, bensì di Richard Whitehead, inglese di Nottingham, trent'anni, da diciotto senza gambe. Amputate, come al collega sudafricano. Richard ha scelto di partecipare ad una gara non competitiva per migliorare il suo record personale di 3h52'58" conseguito a Londra lo scorso anno e ce l’ha fatta: 3h39'00" e l’orgoglio di aver emulato l’eroe di Pretoria. Grazie i suoi arti metallici Richard ha corso a New York, Londra, Cape Town. Infine a Roma, dove i suoi ghepardi hanno sfidato le pantere keniane. Domenica 16 marzo 2008: se Nairobi si è presa l’Urbe, Richard Whitehead si è preso la sua rivincita con il destino.


(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

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