venerdì 14 dicembre 2007

Baseball americano: segno positivo

Prima o doping, è sempre la solita storia. La solita brutta storia. "Positivi", "non negativi". Chiamateli come volete questi atleti che hanno più confidenza coi farmaci che con le attrezzature sportive. Ma la sostanza, le sostanze, quelle proibite, rimangono le stesse: steroidi, ormoni, anabolizzanti. Insomma, sangue che si sporca e che sporca lo sport. Ciclismo, atletica leggera, calcio. Adesso non si salva neppure il baseball americano. Un'inchiestona senza freni inibitori ha scaraventato tutti gli scheletri fuori da un armadio che nessuno prima d'ora ha avuto il coraggio di spalancare: sono usciti 89 tra i campioni più conclamati che da anni fanno uso di sostanze vietate e hanno ottenuto così record fasulli, tutt'ora registrati negli annali. Un dossier di 409 pagine e 20 mesi di indagini riassunte dal rapporto del senatore George Mitchell, voluto dal commissario della Mlb Bud Selig. Tutti sapevano, ma tutti tacevano.

Crolla un mito. Crolla il muro di omertà che finora ha occultato le indecenze dello sport che più incarna lo spirito a stelle e strisce e che ha ispirato film, libri e canzoni. Tanti nomi illustri, giocatori Mvp e All star, che si leggono fra le pagine del dossier: Barry Bonds, battitore detentore del record di fuoricampo e già indagato per la questione del laboratorio Balco; Miguel Tejada, interbase degli Houston Astros; Gary Sheffield temutissimo battitore dei Detroit Tiger. Eccetera eccetera. Tuttavia, Mitchell avrebbe chiesto a Selig una sorta di amnistia "eccetto i casi in cui la condotta del singolo è stata determinante per l'esito delle partite". Per i "meno cattivi" la pena potrebbe essere l'esclusione da Cooperstown, la sede della Hall of Fame. Per i "cattivi" non ci saranno sconti. Altrimenti la solita brutta storia continuerà all'infinito.

(articolo pubblicato su http://www.lab.iulm.it/)

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