giovedì 4 gennaio 2007

Testimoni e testimonial: Gerry Scotti

Accendiamo un sorriso

“Sorriso”. E’ la tua risposta definitiva? La accendiamo? Accendiamola. Risposta esatta. Suvvia, la sapeva anche un bambino. Sì, perché bambino è sinonimo di sorriso. Perché un bambino dovrebbe solo sorridere, giocare. Vivere la sua infanzia ingenua e genuina. Invece no. Tanti, troppi bambini darebbero una risposta errata, diversa da “sorriso”. Perché non sanno cosa significa questa parola semplice semplice. Molti bambini in Italia però sorridono a vedere il suo pancione di cui va autoironicamente fiero. Lui piace ai bambini. Simpatico, buffo, con quel vocione da Babbo Natale: Gerry Scotti non è solo il papà di Chi vuol essere milionario o di Passaparola. Gerry Scotti è un po’ il papà di tutti i bambini, che s’incollano davanti alla tv ed esclamano indicando con il dito verso lo schermo: “guarda mamma, quello è il grande Gerry!”. In effetti, a guardarlo, il Gerry nazionale assomiglia un po’ ad un personaggio di un cartone animato. E al mondo fanciullesco, fatto di fantasia ma purtroppo anche di speranze negate, Scotti è molto vicino. Lui un figlio ce l’ha, Edoardo. Ed è un figlio fortunato. Partendo proprio dal suo Edoardo, Gerry ha capito che tutti i figli del mondo dovrebbero avere la possibilità di essere felici.

In considerazione dei tanti, terribili problemi di molti bambini, ho cresciuto Edoardo alla scuola del non-privilegio - racconta Scotti - sa che ci sono tanti vantaggi ad avere un padre di successo, e per questo voglio che abbia gli occhi aperti su altre realtà. Gli racconto le mie visite negli ospedali dove c’è chi lotta per la vita. Altro che il giocattolo nuovo! E sono fiero che abbia sviluppato una grande sensibilità verso coetanei meno fortunati”. Dal 2003, anno della fondazione, Gerry Scotti è il prinicipale testimone-testimonial de La fabbrica del sorriso, iniziativa di solidarietà promossa da Mediafriends Onlus il cui obiettivo è raccogliere fondi a sostegno di Associazioni Onlus che operano in Italia e all’estero a favore dei bambini meno fortunati. Grazie alla generosità dei telespettatori, La fabbrica del sorriso ha raccolto in questi anni oltre 19 milioni di euro che sono stati destinati alla realizzazione di più di 50 progetti. Assistenza sociale, sanitaria e socio-sanitaria, beneficenza e istruzione e formazione: questi gli obiettivi de La fabbrica, che ha raggiunto i risultati previsti in agenda, tra cui l’incremento di équipe chirurgiche volanti (i “flying doctors”) per interventi d’emergenza nel Terzo Mondo: "Quest’anno gli enti beneficiari sono aumentati – sottolinea Scotti - c’è una “mappazza” di nomi che non finisce più! A parte gli scherzi, sono tutti affidabili, come il comitato che li ha selezionati”.

L’intento de La fabbrica del sorriso è operare a favore dei piccoli malati ristrutturando reparti di pediatria o creando nuove strutture, allestendo ambienti a misura dei piccoli affetti da disturbi dello sviluppo, offrendo assistenza medica e strutture scolastiche accessibili in Paesi sottosviluppati come Asia, Africa e Sudamerica, sostenendo la ricerca su malattie come la sclerodermia, fornendo interventi cardiochirurgici e di chirurgia plastica ricostruttiva nei Paesi d’origine dei malati e realizzando presto un ospedale aereo per interventi in volo. La fabbrica del sorriso è, come dice il nome, divertimento. E le puntate che ogni anno vanno in onda nel periodo di settembre si svolgono al Teatro Ventaglio Nazionale di Milano. A condurre, ovviamente, Gerry Scotti: “Regalare un po’ di divertimento è un bel modo per accompagnare la raccolta di denaro”. E chiarendo la sua posizione a proposito della beneficenza: “Prendo come regola le parole del Vangelo, ama il prossimo tuo, intendendo per prossimo anche chi ci sta davvero vicino, che potrebbe essere la pensionata del piano di sotto che non riesce ad arrivare a fine mese… In quanto signor Virginio Scotti, sono per il gesto di solidarietà fatto in silenzio, di cui parlo soltanto con mio figlio. Come Gerry Scotti, invece, cioè come personaggio pubblico, mi presto con gioia e con orgoglio a fare da “uomo-sandwich” a iniziative come questa”.

La beneficenza è serenità dell’anima. Per questo “se si riesce a farlo sorridendo, regalando momenti di allegria assieme a quelli di riflessione, tanto meglio: c’è già troppa televisione fatta di musi lunghi”. La risposta a questi musi lunghi? “Sorriso” è quella esatta. Accendiamola allora. E passate parola.

(articolo pubblicato su Teatri delle Diversità - gennaio 08)

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