lunedì 1 gennaio 2007

Testimoni e testimonial: Gennaro Gattuso

La Calabria nel cuore

Ci perdoni Ligabue se per una volta non prendiamo spunto dalla sua famosa canzone Una vita da mediano: per raccontare la carriera di questo giocatore non ci sarebbe titolo più azzeccato. Ma siccome in molti, troppi, citano questo brano per parlare di qualunque centrocampista, che si mette umilmente al servizio della squadra, che morde le caviglie agli avversari, che cattura palloni mettendoci la gamba, insomma che si fa un mazzo così ad ogni partita senza magari ricevere gli applausi che merita (perché il suo è lavoro cosiddetto “oscuro”), stavolta noi ci staccheremo dal coro. Perché Gennaro Gattuso non è un centrocampista qualunque. Perché le sue giocate, seppur lontane da quelle talentuose di Kakà, strappano gli stessi applausi che piovono dagli spalti sul compagno brasiliano. Perché anche dopo il novantesimo minuto una standing-ovation se la meriterebbe ancora.

Battono le mani i ragazzi della Calabria. Quei ragazzi in difficoltà a cui Gattuso, tra un impegno calcistico e l’altro, pensa ogni giorno: dal 2003 presiede la Fondazione Forza Ragazzi Onlus, un’associazione creata per porgere un concreto sostegno, sociale ed economico, a ragazzi disagiati: “Mi sembra corretto fare qualcosa di importante – dice Gennaro, detto Gennarino o più semplicemente Rino - per i ragazzi meno fortunati di me per le persone che a mille chilometri di distanza da dove vivo, ma a centinaia di metri da dove sono nato e dove abitano ancora i miei, devono confrontarsi ogni giorno con le difficoltà e i problemi di chi vive in Calabria, in tutta la Calabria, non solo a Corigliano. E quindi è nata l’idea di fare qualcosa per loro. Non solamente strutture sportive e campi da gioco per i giovani, ma anche case famiglia per chi non si può permettere un tetto e tante altre cose ancora”.

L’obiettivo di questo progetto è “acquistare tutto il materiale necessario affinché i bambini possano essere accuditi al meglio, grazie anche al coinvolgimento di personale qualificato”. Ecco perché “una vita da mediano” sarebbe riduttiva: la vita di Rino è una vita da nostalgico. Una vita di chi ai ricordi è indissolubilmente legato. Lui, nato e cresciuto sulla marina ionica di Corigliano a Schiavonea, dove papà Franco lo allenava facendolo andare di corsa su e giù per le scale di casa, non poteva dimenticare chi non ha avuto la sua stessa fortuna: “Io vengo da una situazione difficile e so cosa vuol dire, so cosa significa. Non bisogna dimenticare le origini. Adesso che ho la possibilità di aiutare la mia gente, che la vita mi ha dato tanto, tanto voglio fare io attraverso questa Fondazione che offrirà tanti sorrisi ai calabresi”.

Dalle partite sulla spiaggia coi fusti della nafta come porte, alle colline di Perugia a soli 13 anni. Ai prati verdi della Scozia a 16 quando venne ingaggiato dai Glasgow Rangers, per poi rimpatriare a Salerno e spiccare il volo a Milano sponda rossonera. Scudetto, coppe, supercoppe. Più la Coppa del Mondo un anno fa. Eppure, dopo Berlino, Rino è rimasto quello di sempre, aglio olio e peperoncino, ovvero “uno che si emoziona per mille ricordi di quel mese straordinario, con più voglia e carica di prima, e che non scorda mai di essere partito da questa terra bella e difficile”. L’amore verso la sua Calabria è fedele, eterno. E sofferto. Perché trovare lavoro è dura quanto vincere tre Champions League di fila: “Per un ragazzo del Sud è meno dura di un tempo. Però io ho avuto la fortuna di una famiglia che mi ha permesso di partire a 13 anni, anche se mia mamma non mi voleva lasciare partire per Perugia e io prendevo a calci la casa. Se il Sud avesse più strutture, non sarebbe necessario partire”. Verso i ragazzi Rino sente molta responsabilità, anzi “moltissima. So che mi vogliono emulare. Quindi, prima di tutto dico che nella vita il successo, la ricchezza, il Rolex, l'auto di lusso non sono valori. E poi cerco di stare attento ai particolari: avevo detto che per la Champions mi sarei fatto biondo con l'orecchino. Beh, era una sciocchezza e se potessi, mi toglierei il tatuaggio sul braccio".

Per la Fondazione di Rino parlano i numeri: nel 2007 sono stati raccolti 477 mila euro, di cui 81 mila ricavati grazie alla vendita del merchandising ufficiale della fondazione e alle offerte; 140 mila da altri progetti speciali come il libro “In Rino Veritas”, che traccia una biografia dell’atleta attraverso parole ed immagini inedite e, infine, il contributo derivante dall’impegno diretto dello stesso Rino in attività pubblicitarie e apparizioni, per la cifra considerevole di 256 mila euro. Tra le prossime iniziative della Fondazione vi è in programma la costruzione di un Centro educativo e sportivo a Corigliano Calabro che verrà messo a disposizione gratuitamente alle associazioni di volontariato locale per offrire ai ragazzi spazi di attività ludiche ed educative durante la giornata.

E non finisce qui. Rino aprirà un'azienda di molluschi, provando a restituire alla sua terra parte della fortuna costruita in questi anni. Il taglio del nastro è previsto per il prossimo 27 dicembre sempre a Schiavonea. L'azienda si chiamerà “Gattuso & Catalano” e sarà destinata alla depurazione e all'allevamento dei molluschi. L'intenzione di Gennaro non è quella di alimentare i propri profitti diversificando le attività, piuttosto quella di investire sulla gente di Calabria, dando una opportunità ai concittadini più giovani e disoccupati: “Era diverso tempo che, con la mia famiglia stavamo valutando la possibilità di mettere su un insediamento produttivo, un' attività industriale che in maniera concreta contribuisse a dare sollievo alla disoccupazione che rappresenta un problema atavico per Corigliano e per tutto il comprensorio. Con la Fondazione abbiamo ottenuto risultati di grandi rilievo aiutando le persone disagiate. Adesso a questo insostituibile strumento di solidarietà, abbiamo deciso di affiancare un' attività commerciale che dia lavoro così da stimolare il tessuto economico del comprensorio”.

Proprio come in campo, “Gattuso-quattro polmoni” abbassa la testa e non si ferma mai. Per questo la sua non è una vita solo da mediano: per la sua adorata Calabria Rino sgobba e suda oltre la linea del centrocampo.

(articolo pubblicato su Teatri delle Diversità - gennaio 08)

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