lunedì 14 gennaio 2008

Cagliari, una stagione buttata via

A Cagliari si sente puzza di bruciato. Se al Porto Canale il bastimento carico di immondizia campana è arrivato da alcuni giorni, allo Stadio Sant'Elia il bastimento carico di allenatori arriva puntuale ogni tre mesi da quando Cellino (foto) più che il presidente fa il personaggio cattivo delle fiabe, come il mangiafuoco di Pinocchio. Ma dalla bocca di Massimo l'americano non escono bugie. Semmai illusioni. Giampaolo, Sonetti, Ballardini (ieri al debutto) sono l'ultima parte della vorticosa girandola sopra la panca. Ma la capra non canta: continua a piangere in fondo alla classifica. L'Udinese passa 1-0 (addirittura con un uomo in meno ma con un Quagliarella da 7+), quarto capitombolo consecutivo (12 in totale) e 10 punti elemosinati. Per carità, sono arrivati a dar man forte gli umili Storari dal Levante e Jeda dal Rimini. Ma la salvezza rossoblù pretende ben altri e ben altro, cioè un miracolo. Perchè finestrare i tecnici uno dopo l'altro, senza nemmeno dar loro il tempo di imparare la strada per arrivare al campo di allenamento, serve solo a scavarsi la fossa della B con le proprie mani (vedi anche la difettosa gestione del caso Foggia-Marchini). Da venerdì sette ultrà cagliaritani hanno le manette ai polsi. Ma le loro scorribande notturne, tra lanci di pietre, fuomogeni, bottiglie e bombe carta, non miravano Cellino, bensì il governatore della Sardegna Soru, reo di non aver rifiutato i rifiuti di Napoli. Ai tempi di Moggiopoli si parlva di calcio-spazzatura. Stavolta non ci sono analogie tra il calcio e la spazzatura. Se non che il Cagliari sta buttando la sua stagione nel cassonetto.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

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