Si scrive e si balla: la vita, per dj Skar, è come una canzone... basta darle ritmo! E tingerla di rossonero...
lunedì 14 aprile 2008
Muslera, porte aperte a tutti
Finché c’è Muslera c’è speranza. Anche per un Siena che fino a due minuti dal triplice fischio ce l’aveva messa tutta per fare la sua peggiore partita della stagione. Se fossimo stati in un fumetto, dalle teste degli uomini di Beretta sarebbero spuntate le tre zeta: eccetto il tentativo di Frick dalla distanza nel primo tempo, per il resto è notte fonda. E’ pieno giorno invece per la Lazio, che amministra senza patemi. Addirittura splende il sole su Mutarelli, che prima della merenda porta in vantaggio i suoi con il tiro della vita. Insomma, pomeriggio di vento in poppa per Delio Rossi. E ben vengano gli sbadigli in una gara che sembra più noiosa dei consigli per gli acquisti. Sembra. Perché gli acquisti non sempre vanno in porto e succede che in porta Lotito ci deve mandare in fretta e furia Muslera. Succedeva l’estate scorsa perché Carrizo, prima scelta tra i pali, ha un po’ di sangue svizzero che gli scorre nelle vene. Ergo sarebbe stato un extracomunitario di troppo, ergo adiòs Carrizo.
Così dal Nacional Montevideo arriva il portierino col biberon (21 anni poco più) e con la raccomandazione di Fonseca (sedotto dalle sue imprese in Coppa Libertadores). Se poi per questo giovane si erano messi in fila Inter, Juve, Arsenal e Benefica, allora ti viene da pensare che hai davvero preso il futuro numero uno dei numero uno. Come no. All'andata il Milan gli citofonò cinque volte. E ieri? E ieri Muslera svegliava di soprassalto l'Olimpico assopito suggerendo a Loria di tentare dal limite, perchè se il miracolo non gli fosse riuscito ci avrebbe pensato lui a farlo riuscire. Detto fatto. Il pallone calciato dal difensore senese al 43' non farebbe del male a una mosca se solo Muslera, tuffandosi di pancia come fanno i bambini che non sanno tuffarsi di testa, non se lo facesse transitare sotto le braccia. Morale: 1-1 e regalone a Beretta che ormai non ci sperava più. Uomo di poca fede: finchè c’è Muslera…
Stefano Joni Scarpolini. O solo Stefano, o solo Joni. O SJS, o Dj Skar. O come volete voi. Classe '82, quella dei Kakà, degli Adriano, dei Cassano... Nasce a Jakarta, vive a Milano, sogna Madrid. Fa il dj perchè si diverte a mixare la commerciale e il giornalista perchè si diverte a scrivere di sport. E di cose poco serie...
Questo blog risale ai tempi sbarazzini e tamarri del master in giornalismo. Cosa ci troverete dentro? D'intellettualmente intrigante ben poco. Avrete invece a che fare con un putpurrì delle mie passioni e delle mie speranze. E soprattutto potrete analizzare a fondo la mia malattia per il calcio. Ma non esiste nessuna cura. Insomma, sono rimasto sempre lo stesso. Recidivo.
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