lunedì 21 aprile 2008

In tedesco si dice Luca "Tori"

A furia di metterla nel sacco gli si sarà slogato il polso destro: in 41 gare si è portato la mano all'orecchio 35 volte. Le ultime due sabato scorso a Berlino. E che importa se in palio stavolta non c'è la Coppa del Mondo ma quella più modesta di Germania, anche perchè ai crucchi questo trofeo fa venir sete quanto un boccale di birra. Mica come noi che della coppetta Italia ce ne frega quanto Sansovino 0 Poggibonsi 1 (con tutto il rispetto). E siccome è da alcuni giorni che se non ne fa due non è contento, tanto vale soddisfare il proprio capriccio anche nella finale dell'Olymipiastadion contro il Borussia Dortmund: 2-1 per il Bayern Monaco (che alza il suo secondo trofeo stagionale dopo la Coppa di Lega, con Bundesliga in tasca e Uefa alla portata) e quarta doppietta in dieci partite per il capocannoniere Luca Toni.

Il colmo è che al pronti via Hitzfeld lo fece accomodare in panchina (forma fisica così così) mentre i suoi nuovi compagni se la cavarono egregiamente contro l’Hansa Rostock anche senza di lui. Già, anche senza di lui. Perché ad inizio stagione qualche gufo sghignazzante considerava Toni assolutamente inutile alla causa del Bayern: con Ribery, Klose e Podolsky là davanti e senza la Champions da giocare, lo spilungone è roba in più nel frigo che va a male. Ma passati i dolori alla coscia, Luca Toni smette di fare la statua greca sulla panca e ricomincia con le abitudini viola. Solo che se a Firenze era Luca "Toni e fulmini", in Baviera è Luca "Tori", da "tor" che in tedesco significa proprio quella cosa lì, il chiodo fisso di ogni attaccante. Ma che avete capito, tor significa gol. E se non lo avete sentito pronunciare bene, portatevi la mano all'orecchio come fa Luca Tori.

(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)

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