
Il colmo è che al pronti via Hitzfeld lo fece accomodare in panchina (forma fisica così così) mentre i suoi nuovi compagni se la cavarono egregiamente contro l’Hansa Rostock anche senza di lui. Già, anche senza di lui. Perché ad inizio stagione qualche gufo sghignazzante considerava Toni assolutamente inutile alla causa del Bayern: con Ribery, Klose e Podolsky là davanti e senza la Champions da giocare, lo spilungone è roba in più nel frigo che va a male. Ma passati i dolori alla coscia, Luca Toni smette di fare la statua greca sulla panca e ricomincia con le abitudini viola. Solo che se a Firenze era Luca "Toni e fulmini", in Baviera è Luca "Tori", da "tor" che in tedesco significa proprio quella cosa lì, il chiodo fisso di ogni attaccante. Ma che avete capito, tor significa gol. E se non lo avete sentito pronunciare bene, portatevi la mano all'orecchio come fa Luca Tori.
(articolo pubblicato su www.lab.iulm.it)
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